Abu Mazen: «Chiederemo all'Onu il riconoscimento della Palestina»
La critica di Hamas: «Azione solitaria non fondata sul consenso nazionale». Netanyahu: «I negoziati sono l'unica via per la pace tra israeliani e palestinesi»
MILANO - «Dopo il mio discorso (all'Assemblea generale, venerdì prossimo), presenterò una domanda di adesione al segretario generale affinché la trasmetta al presidente del Consiglio di sicurezza». Il presidente palestinese Abu Mazen ha annunciato di voler presentare alle Nazioni Unite una domanda di adesione piena di uno Stato palestinese, sui confini del '67 e con Gerusalemme Est come capitale. «La nostra opzione è il Consiglio di sicurezza», ha dichiarato Abu Mazen in un discorso alla dirigenza palestinese, trasmesso in tv. «Quanto alle altre opzioni, decideremo al momento opportuno. Vogliamo delegittimare l'occupazione, non lo Stato di Israele».
LA REAZIONE - Venerdì prossimo prenderà la parola al Palazzo di Vetro anche il premier israeliano Benjamin Netanyahu, il quale ha detto che è disposto ad accettare un innalzamento dello status dell'Autorità Palestinese alle Nazioni Unite (adesso l'Anp è considerata una «entità»), ma non il riconoscimento di uno Stato palestinese. «La pace non si otterrà con una iniziativa unilaterale all'Onu», ha detto Netanyahu anticipando il suo discorso al Palazzo di Vetro in cui ribadirà che i negoziati sono l'unica via per la pace tra israeliani e palestinesi. Anche Hamas critica e prende le distanze dal presidente dell'Anp. Secondo il gruppo al potere a Gaza si tratta di una iniziativa «solitaria», che «comporta dei grandi rischi». La richiesta di Abu Mazen presenta «numerosi rischi e può costituire una violazione dei diritti nazionali, come il diritto al ritorno, il nostro diritto alla resistenza e all'autodeterminazione», ha detto all'Afp Sami Abu Zuhri, portavoce di Hamas a Gaza. «Noi affermiamo che questa azione solitaria non è fondata su un consenso nazionale».
LE POSIZIONI - Sia gli Stati Uniti sia Israele si oppongono all'iniziativa di Abu Mazen, mentre i paesi europei ancora non si sono espressi ufficialmente al riguardo, ma c'è il rischio che l'Europa possa presentarsi al Palazzo di Vetro divisa fra paesi più filo-israeliani (Germania, Italia, Polonia e Olanda), altri più favorevoli a un compromesso (Francia e Spagna) e alcuni Paesi scandinavi filopalestinesi.
Fonte: Corriere della Sera