Mini Campagna - Parte 3 - Caccia nei Tumuli

Allora, finalmente oggi ho dato il primo esame della sessione estiva e dopo aver conseguito una media ma meritata vittoria ("storia dell'Europa": 25! Luther e Huss me li mangio a colazione! :sfs: ) ne ho approfittato per continuare la campagna...

Ah, chiedo a chiunque stia facendo qualcosa di simile di postare anche lui qui qualcosa, sono proprio curioso di vedere ciò che si combina in giro! :45u:

Ora posto le regole, poi scribacchierò il background...

Il racconto lo evito perchè ci sono stati talmente tanti turni che non ricordo bene come sia andata, tranne i fatti principali... :8yt: (ve l'ho detto: ho dato l'esame quindi ero un pò provato! :sorr: )

Capirete poco del perchè sia così la faccenda, ma abbiate pazienza e sarete ripagati! :45u:

Dunque, ecco qui le regole...

CACCIA NEI TUMULI




MODELLI




Entrambi i giocatori schierano 130 punti di modelli, incluso un campione gratuito che funge da generale.



CAMPO DI BATTAGLIA E SCHIERAMENTO



A due lati del campo di battaglia ci sono due catene montuose che delimitano la valle. In giro per il campo, oltre a pochi elementi scenografici, una serie di tumuli (circa una dozzina o poco più)

Entrambi schierano nei due lati opposti della vallata, ad una distanza di 6”.



CHI VA PER PRIMO, E QUANTO DURA?



Entrambi i giocatori tirano 1d6. Chi fa più inizia.

La partita dura finchè il modello con lo Scettro di Loec non fugge da uno qualunque dei due lati del campo dove all’inizio si è schierato.



REGOLE SPECIALI



Tumuli: Non appena un modello entra in un tumulo per cercare l’artefatto il giocatore tira 2d6. Se ottiene 12 il tesoro viene trovato. Indipendentemente da ciò, tira 1d6 per il modello.

Con 5-6 non accade nulla e il modello esce durante la prossima tua fase di movimento.

Con 3-4 il modello si è perso nelle gallerie sottostanti e ci impiegherà due turni ad uscire

Con 1-2 il modello è rimosso come perdita, e il tesoro (se trovato) resta in quel tumulo.

I tumuli coprono le linee di vista.



Spettri dei Tumuli: Ci sono tre spettri che girano per il campo, partendo da tre tumuli centrali. Si muovono esattamente come i Fanatici ma non possono nè strangolarsi nè schiantarsi. Se un fantasma esce dal campo rientra il turno successivo (e se il dado deviazione indica di nuovo l’esterno del campo viene ritirato). I fantasmi hanno AC 4 Fo 4 I 3 Fe 1 A 2 e Ts 5+.

Se un fantasma viene distrutto all’inizio del turno seguente ne uscirà un altro dal tumulo.



Scettro: una volta preso lo scettro da un modello, questo potrà essere rubato solo quando il modello morirà. Appena ciò accade, lo scettro rimarrà a terra dove è caduto l’elfo o il demone e potrà essere recuperato da chiunque, ma non dai fantasmi



CONDIZIONI DI VITTORIA



Non appena il modello con lo Scettro è uscito dal campo, la partita termina.

Il vincitore, durante l’ultima sfida, potrà dichiarare una delle sue unità veterana (può ripetere i tiri per colpire falliti in corpo a corpo)

io vorrei farla sta maledetta campagna ,sopratutto adesso che è arrivata l'estate
belle regolette,ma pochi punti
io mettrei con 1 muori nei tumuli
dal 2 al 4 niente(tiri ogni volta che inizi il turno e confronta sulla tabbela)
5-6 esci

Mhmm, in effetti non hai tutti i torti Lele: quasi metà dei miei untori sono svaniti nel nulla! :hahaha:

Però anche quello è divertente! :45u:

Ecco la mini storiella, a presto l'esito.

Il messaggero cavalcava forte nella luce del tramonto imminente.
Non pensava al suo obiettivo, non pensava al suo destino, pensava solo all'oggetto che portava vicino a lui.
Lo Scettro di Loec, un'arma così antica che ormai se ne era persa memoria perfino fra la sua longeva razza. Raccontano le leggende che Loec in persona discese fra i figli di Asuryan e donò loro quest'arma benedetta in occasione della prima venuta del Caos.
"Grazie all'ombra potrete sconfiggere l'ombra..." Annunciò agli elfi prima di ritirarsi nelle brume. Il cavaliere stesso, che era nato e cresciuto in quel piccolo villaggio, l'aveva vista solo in un'occasione. O meglio due, contando questa.
Ben presto raggiunse una vallata anonima, circondata da due catene di montagne talmente vicine che parevano, da grande distanza, non avere alcun passaggio al suo interno.
La valle era piccola ma c'era, costellata di rovine e tumuli vetusti. Le tombe dei primi elfi che abitarono Ulthuan... In cerca di un riparo per la notte, il giovane si diresse verso la valle.
Il silenzio permeava il tumulo che sembrava solo la tana di un qualche strano animale. Ad un'analisi più attenta però si potevano notare frammenti di vasellame, o piccoli cumuli di ossa sbriciolate. Era chiaro che nel corso del tempo questi luoghi fossero stati utilizzati da animali per farne vere e proprie tane, quindi poteva capitare di incapparsi negli ultimi pasti di un orso prima del letargo. Nonostante questo l'aria era inquieta, e l'elfo liberò l'arma di fattura divina dal semplice tessuto che l'avvolgeva.
Lo Scettro di Loec poteva sembrare di fattura simile ad una mazza, ma aveva caratteristiche molto particolari. Innanzitutto l'arma era costuita di uno strano metallo scuro, mai usato dagli elfi di Ulthuan per oggetti di qualunque foggia, ma la leggerezza era incomparabile. Gemme violacee erano incastonate in incavi dai bordi d'argento e decoravano l'asta dall'impugnatura alla testa, e questa era qualcosa di mai visto: a foggia di nube scura che si rigonfia su di sè, come un temporale in arrivo ma spazzato da venti delicati. Poichè lo scettro era di pregiatissima fattura elfica, muovendolo anche solo leggermente sembrava che le tenebre sulla sommità della mazza si gonfiassero e ribollisero di quieta rabbia. Ma in ogni angolo, in ogni anfratto di questa opera d'arte, dove le tenebre creavano archi tondi e lisci, lame sottili come rasoi seguivano la perfetta curvatura delle ombre, rivelando un'arma micidiale che brillava alla luce della luna.
Il giovane la accarezzò con lo sguardo, dopodichè scrutò all'esterno e si rese conto che il sole era già tramontato. Ma era già passato così tanto tempo? E come mai non udiva più il placido brucare del cavallo, come quando era entrato nella tomba?
Improvvisamente sentì un brivido gelido lungo la schiena, che poi divenne rossastro dolore.
Abbassò lo sguardo e vide una lama che gli attraversava il petto.
Una lama innaturale e semi trasparente...

Urgur Lamafetida era riuscito a placare la sua sete di sangue almeno per un pò, anche se quei miseri così dalle orecchie a punta erano stati piuttosto agguerriti. Meno male che con l'apertura del portale aveva potuto rinfoltire le truppe, e mentre il Mietitore avrebbe pensato a concludere l'evocazione pensando al da farsi, lui naturalmente era stato inviato alla ricerca dell'artefatto elfico. E per fortuna di Urgur non era sembrato neanche così arrabbiato... Anche se le emozioni di Neth KhaNurgh sono indecifrabili.
Dopotutto era un demone, e i demoni riescono sempre a sentire l'odore di magia a leghe di distanza, indifferentemente dalla divinità patrona. Dopotutto è grazie alla magia che i demoni si materializzano nel mondo mortale, quindi il suo "odore" se così si può chiamare risulta familiare a tutti loro.
Quando la sensazione divenne potente, erano passati ormai diversi giorni. Urgur era stanco di marciare come un beota, poichè seguendo la pista non avevano incontrato alcun insediamento da battezzare in nome di Padre Nurgle. Raggiunsero i pressi di una vallata stretta, al mattino. L'alba era sorta da poco e Urgur non aveva intenzione di stare sotto il sole cocente: radunò le truppe in una grotta abbastanza grande ed inviò un drappello di Untori, con Appestato a capo, a recuperare la reliquia.
Dopotutto, una misera arma, che problema avrebbe potuto causare?

Maleran era tornato dalla missione nelle terre degli uomini rapido come un fulmine. Un presentimento gli aveva fatto spronare la nave, un presentimento che purtroppo quando tornò in patria si rivelò reale. Il suo villaggio distrutto, il tempio raso al suolo, lo Scettro rubato, ma soprattutto suo padre morto.
Grazie ad un mago incrociato per la via aveva appreso tutta la storia e, dopo aver fatto tappa a visitare la tomba del padre, aveva viaggiato con lui fino ad Hoeth. Arundél, questo il nome del mago, era distrutto dal senso di colpa per non essere arrivato in tempo e si era prodigato a donare degna sepoltura ad ogni cadavere. Una volta giunti alla torre degli studiosi avevano compiuto adeguate ricerche nel campo specifico. I maghi erano riusciti a rintracciare la zona dove era lo Scettro, una piccola vallata distante. Dopo aver confortato come potevano il giovane Maestro di Spada, ed aver riconosciuto ufficialmente il suo status di nobile, gli donarono cibo, armamenti e truppe per recuperare l'arma sacra.
Una volta sul luogo, Maleran decise di inviare pochi ma scelti soldati, mentre lui avrebbe rimuginato sul destino funesto, meditando come liberare la sua terra e vendicare il padre.

Ciò che nessuno sapeva era che l'arma, creata quando le energie grezze del Caos cavalcavano i venti terrestri, portava con sè un pò di magia primordiale. Invece gli elfi sepolti in quella valle, curati e protetti dagli antichi, avevano in sè una scintilla di magia non contaminata. I loro spiriti sono stati brutalmente richiamati nei reami terrestri, e cercheranno vendetta verso qualunque essere, vivente o meno, incontreranno.