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 Racconto Elfi Silvani me and Eldan!

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Cadaith
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Cadaith


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MessaggioTitolo: Racconto Elfi Silvani me and Eldan!   elfi - Racconto Elfi Silvani me and Eldan! Icon_minitimeVen Ott 31, 2008 1:41 pm

Nadril osservava l’immenso ammasso di mostri che si muoveva sotto di lui.
Si trovava in piedi su di un costone di roccia che dominava un’ampia
porzione di foresta, da li poteva osservare la scena nella sua totalità.
Gli orchi stavano avanzando come un’immensa macchia verde dai contorni
indistinti, mentre meno di un miglio più avanti gli elfi stavano preparando
un agguato. Effetto sorpresa o no per i suoi simili, la sconfitta sarebbe
stata inevitabile con tutto ciò che ne sarebbe conseguito.
L’orda di pelleverde, infatti, superava di almeno dieci ad uno i difensori
che in tutto potevano contare su un paio di gruppi di guardie delle radure,
una squadra di guardavia ed alcuni danzatori di guerra.
A comandare quell'esiguo contingente c’era un tessimagie affiancato da una
giovane cantamagie, quest’ultima sembrava inesperta e la tensione trapelava
ad ogni suo movimento.
“La foresta” pensò Nadril, quello che mancava agli elfi era l’aiuto degli
spiriti della foresta, senza indugiare ulteriormente il nobile girò sui suoi
passi e corse via in direzione opposta all’imminente battaglia.
Crispin Elianan era in un profondo stato di meditazione, concentrato ad
attirare intorno a se i venti della magia, all’improvviso il forte
cinguettio di un uccello colpì il suo udito, era il segnale lanciato dai
guardavia, subito dette ordine agli arcieri in torno a lui di avanzare.
Passarono pochi secondi e i primi orchi comparirono tra gli alberi della
foresta, una pioggia di frecce dal rosso impennaggio falciò le prime file
senza emettere il minimo fruscìo, i valenti arcieri elfi stavano già
scoccando la terza salva, quando ancora la prima doveva colpire.
I pelleverde rimasero storditi per alcuni istanti poi anche spronati dai
latrati del loro immenso capoguerra caricarono in avanti senza più curarsi
del dolore o della paura. Il contatto tra le due fazioni fu violento,
sguainate le spade le guardie vacillarono sotto l’urto degli orchi, ma
ressero, appostati sui rami degli alberi i guardavia cercavano bersagli tra
i capi dell’orda, mentre i danzatori si tuffavano nella mischia piroettando
e disegnando con le lame aggraziate e letali traiettorie.
All’inizio sembrava quasi che i difensori Asrai avessero smorzato sul
nascere l’impeto della carica orchesca, poi però lentamente ma
progressivamente la preponderante massa degli attaccanti stava letteralmente
schiacciando la resistenza elfica, Crispin e Alith tentarono di infondere
nei compagni protezione e forza per mezzo di potenti incantesimi ma
nonostante gli sforzi dei due maghi la battaglia stava ormai per volgere in
loro sfavore.
Quando ormai il sangue affogava le speranze dei difensori il suono di un
potente corno da caccia, riempì l’aria, la paura raggiunse le fila degli
orchi lesta come il sole sorge in un mattino dal cielo terso. Di contro
l’eccitazione prese i cuori dei guerrieri Asrai dando loro forza e rinnovata
determinazione.
Dalla folta vegetazione uscirono al galoppo le spettrali figure dei
leggendari cavalieri di Kornous, i loro occhi splendevano di un’arcana luce
verde, le lance in resta promettevano vendetta ed ira contro i nemici d’Athel
Loren, sui fianchi dell’orda spuntarono poi numerose driadi che veloci
cominciarono a dilaniare con i loro artigli i primi avversari, in testa alle
creature della foresta uno spettro dei rami apriva la strada alle sue
compagne, combatteva con abilità e ferocia senza eguali.
Era arrivato anche Nadril che si era subito riposizionato sulla roccia e con
calma stava sfilando l’arco che aveva a tracolla.
In mezzo alla mischia Zorhkul zpakkaozza osservava i suoi venire fatti a
pezzi dai nuovi arrivati, in particolare da quell’orrenda e odiosa driade
dall’aspetto vetusto. Furibondo serrò la stretta sulla sua ascia bipenne e
si fece largo verso quella creatura così arrogante.
Orchi e driadi si fecero da parte per lasciare che i due contendenti si
fronteggiassero, intanto alle loro spalle un grosso troll crollava a terra
trafitto da una miriade di frecce sfrigolanti di magia, erano state scoccate
da un elfo in piedi su un costone di roccia.
Il crepuscolo reclamava spazio al pomeriggio e le due fazioni ormai stremate
si erano quasi del tutto immobilizzate per osservare la sfida tra i
rispettivi campioni, sembrava che quel duello avrebbe dichiarato l’esercito
vincitore.
I due contendenti si studiarono per un po’ poi , molto sicuro dei suoi mezzi
Zorhkul scatto in avanti mulinando la tremenda ascia, la sfida era iniziata.
Il capoguerra vantava una massa sicuramente superiore e grazie all’ascia
anche la portata dei suoi attacchi era maggiore, di contro lo spettro dei
rami era notevolmente più veloce e sembrava possedere una maggiore abilità
in combattimento.
Zorhkul era partito con molta decisione, i suoi attacchi erano potenti e
veloci, per ben due volte andò vicinissimo a colpire gravemente la driade
chiamata Naya, poi i suoi movimenti cominciarono a perdere di velocità e
precisione, all’inizio sembrava che fosse la stanchezza, ma un osservatore
attento avrebbe notato il vero motivo di quell’improvviso calo.
Alcuni piccoli malevoli venuti fuori dalle fessure nella corteccia di Naya
stavano intessendo una fitta ragnatela magica che lentamente s’incollava
all’ascia dell’orco appesantendola e smorzando la velocità dell’attacco
stesso. Erano esserini piccoli dalla vaga forma di ragno che adesso si
affannavano su tutta la figura della driade, così lo spirito della foresta
passo al contrattacco con un’incredibile sequenza d’affondi portati con gli
affilati artigli ma Zorhkul era molto robusto ed indossava una spessa
armatura, gli attacchi di Naya per quanto potenti non scalfivano il grande
orco.
La driade balzò indietro fuori portata e ansimando si mise a studiare
l’avversario, lo stesso fece il mostro dalla pelle verde.
Passarono alcuni minuti l’esercito orchesco cominciò ad incitare il proprio
campione: “Zorhkul, Zorhkul” urlavano, elfi e driadi invece erano in totale
silenzio, intenti a pregare Kornous e Athel Loren stessa per una svolta
favorevole dello scontro.
Un attimo, il lasso di tempo che servì a Naya per uccidere il proprio
nemico, scatto in avanti velocissima fintando un debole affondo alla vita
del pelleverde, ricevette un calcio in pieno volto, il campione d’Athel
Loren incasso il colpo, ma fece finta di rimanere giù esponendo il collo,
l’orco alzo con entrambe le mani la gigantesca ascia sicuro di assestare il
colpo finale invece lo spettro scatto in piedi e con un fendente ad uscire
verso l’alto recise la gola del mostro.
Uno schizzo di sangue zampillò fuori dalla fessura tra l’elmo e il busto
dell’armatura, il capo degli orchi crollo faccia a terra, li rimase.
Ci furono alcuni momenti d’incertezza poi l’orda verde presa dal panico girò
su se stessa e si diede ad una rotta selvaggia e caotica, durò pochissimo
però, perché a bloccare la via di fuga era arrivato nel frattempo un enorme
uomoalbero che non esitò a schiacciare i fuggiaschi con i suoi possenti
arti, chi lo evitava trovava la morte per mezzo di frecce o impalato dalle
lance dei cavalieri selvaggi.
Nel giro di pochi minuti la battaglia era finita, il popolo fatato aveva
resistito ancora una volta.

2. Il consiglio dei clan
Dopo che anche l’ultimo ammasso d’orchi fu dato alle fiamme, Crispin
chiese a tutti i guerrieri che avevano partecipato alla battaglia di
seguirlo per riunirsi in consiglio, non senza festeggiare la vittoria
ottenuta quel giorno.
La riunione si tenne in una splendida quanto nascosta sala elfica presso il
fosso di Beithir Seun non lontano dalla radura in cui si era svolta la
battaglia, a lungo i danzatori di guerra misero in scena lo scontro da poco
concluso insieme ad altre storiche battaglie, ottimo vino speziato fu
servito insieme a selvaggina aromatizzata al timo e frutta dal sapore dolce
come il miele.
Insieme agli elfi, seduti in disparte c’erano Naya e lo strano elfo di nome
Nadril che parlavano con voce sommessa, sembravano non partecipare alla
festa in atto.
Quando tutti furono sazi e riposati Crispin si alzò e prese la parola: “La
vittoria di oggi è stata molto importante, se avessimo ceduto adesso gli
orchi sarebbero già nel cuore della foresta, tuttavia molti dei guerrieri
che erano con me stamattina adesso non sono più, quindi chiedo ai nuovi
arrivati di formare tutti insieme un grande clan, che comprenda elfi
appartenenti a clan diversi e perfino spiriti della foresta, uniti possiamo
continuare a sorvegliare quest’importante lato della foresta, cosa ne
pensate?”
Alith osservò gli elfi nella sala, in particolare i cavalieri di Kornous e
Naya per capire la loro reazione ad una simile richiesta.
Uno dei cavalieri si alzò, “come sai mastro Crispin noi del clan Auryaur
dobbiamo fedeltà assoluta al Re Orion, ma sappiamo che porre una risoluta
forza di difesa in questa zona è molto importante.
Ci uniremo a te, salvo rispondere alla chiamata della caccia selvaggia
quando giungerà il momento”.
Il tessimagie annui soddisfatto, uno dopo l’altro gli elfi degli altri clan
diedero assenso alla nascita della nuova famiglia, poi toccò a Naya che
stupì tutti andando nel centro della sala e inchinandosi di fronte al mago
“sarà un onore essere alleata di elfi così coraggiosi, le mie driadi e l’uomoalbero
Hirilon saranno al tuo fianco in ogni battaglia”.
“Non potevi comunicarmi notizia più lieta” esclamo Crispin “ti siamo ancora
riconoscenti per l’impresa di oggi, onore a te e alla tua saggezza”, poi
rivolse lo sguardo a tutti gli astanti “oggi daremo vita ad un nuovo clan,
giureremo fedeltà ad esso come già abbiamo fatto con i nostri di
appartenenza, sarà il clan Nan-Arhain, notte benedetta, perché questa sia
davvero una notte benedetta da Isha.”
Nadril usci silenziosamente dalla sala, ma una mano sulla spalla lo fermò
appena fuori, era Alith, quella giovane elfa era splendida perfino per i
canoni Asrai.
“Allora, avremo l’onore di un’alleanza con il clan Laith-Kourn?” Disse lei,
“sai bene che noi non vogliamo avere a che fare con queste cose” rispose
lui.
“Oggi sei stato tu a chiamare i rinforzi, nessun altro avrebbe potuto fare
così in fretta ed io ti ho visto subito su quella roccia, eri li poco prima
dell’inizio della battaglia.”
“Anch’io faccio parte della foresta, anch’io faccio il possibile per
difenderla” così dicendo si liberò da quella scomoda situazione con un passo
indietro e fece per andarsene, “quindi combatterai ancora al nostro fianco”
disse lei con sicurezza. Nadril era già quasi scomparso alla vista “sei una
fanciulla molto determinata” disse quasi ridendo, poi sparì del tutto.
Anche Alith sorrideva, si strinse la veste addosso, faceva freddo quella
notte, un altro calice di vino avrebbe attenuato i suoi brividi.
Nella sala la festa era ripresa, i membri del clan Caidath avevano impugnato
lunghi bastoni ai quali avevano fissato drappi variopinti e adesso stavano
inscenando una complicata danza celebrativa, era uno spettacolo unico,
perfino gli austeri Auryaur sembravano essere affascinati da quelle eleganti
movenze.
Il banchetto andò avanti per tutta la notte.

3. La nascita di un’armata
L’indomani il clan Nan-Arhain era riunito al completo nella radura del fosso
di Beithir Seun, ogni banda guerriera fu incaricata di uno specifico ruolo,
alle due coorti di guardie delle radure furono dati magnifici corni dal
suono melodioso, Crispin prese la parola: “voi insieme ai nostri guardavia
pattuglierete per tutto l’anno questa parte di foresta, fino a salire per
diverse leghe sui monti grigi, se incontrerete dei nemici sarete liberi di
gestire la situazione secondo il vostro giudizio, se avrete bisogno d’aiuto
utilizzate i corni, il resto di noi arriverà in men che non si dica”.
Poi mentre gli altri si salutavano Crispin chiamò Alith da una parte,
“questo è per te” disse lui consegnando alla cantamagie un lungo bastone di
splendida fattura, “è il bastone di Calaingor, intagliato in un ramo della
quercia delle ere, possa aiutarti quando sarai da sola.”
Alith ammirò lo splendido oggetto in silenzio poi disse, “ma… non sono degna
di un tale dono”, “sì che lo sei” rispose il saggio tessimagie “so che ne
terrai di conto, e so che in te c’è la forza per controllare il suo potere,
non potrebbe essere in mani più meritevoli.”
Anche quel giorno finì, nei mesi successivi i membri del clan collaborarono
nella difesa di quella parte di foresta, molti altri scontri ci furono,
anche se più piccoli della prima grande battaglia, ogni tanto Nadril
compariva sul campo di battaglia o magari in aiuto di una banda in
difficoltà, ma subito dopo gli scontri scompariva senza mai parlare con
nessuno.
Nel clan girava voce che l’unica amica di Nadril fosse lo spettro dei rami
Naya, più volte erano stati visti passeggiare insieme e addirittura si
diceva che ai due piacesse combattere anche da soli, spesso contro ben più
numerosi nemici.
Nessuno sa dire cosa il futuro riserverà per questo giovane ma già
leggendario clan, né per Athel Loren stessa, quello che si sa è che gli elfi
di Nan-Arhain sono pronti ad accettare qualsiasi sfida il destino vorrà
riservare loro.
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