Cronaca delle avventure di Senen di Laran

Era una fredda sera della fine di Hebroar e la nave cullava Senen mentre la murata lo proteggeva dal vento e le coperte in cui era avvolto lo tenevano caldo. Intorno a lui i Mjalrd di Città del Faro dormivano russando quasi fosse una gara a chi lo faceva più forte e sguaiatamente. L'unica luce veniva fiocamente dalla torcia della sentinella di bordo che vegliava sull'unica passerella da cui era possibile salire sulla nave.
Pur cercando di restare in un sonno vigile il giovane era più addormentato che sveglio quando alcuni uomini della ciurma, forse insieme a Fralrned, il capitano della nave, salirono a bordo. Uno di questi, un omone sconosciuto con grossi baffi neri e la faccia sfregiata da un lungo taglio sulla guancia sinistra marciò direttamente fino al punto in cui lui era sdraiato e a voce sgradevolmente alta disse: "Ehi te! Fralr dire tu mago di magie. Io prendere spada di magia ieri a... venditore... e lui sostenere che essere spada di magia... Te vedere per Drejmler se spada di magia è verità di magia o... venditore... mentire per ultima sua di lui volta?"

"Un attimo solo"disse Senen, sbadigliando. Poi si alzò, facendo cadere un voluminoso tomo intitolato "I segreti dell'evocazione" che teneva sulle ginocchia poichè lo stava leggendo prima di addormentarsi. "Fammi vedere la spada"disse quindi al nordico con la voce ancora impastata dal sonno,"penso di essere in grado di dirti qualcosa"

Il mjalrdin lo guardò per qualche attimo con una certa deferenza poi prese una spada che portava a tracolla in un fodero e senza estrarla la porse con fare titubante a Senen quasi aspettandosi che egli potesse valutarne i poteri con un solo sguardo. Dall'elsa e giudicando la qualità del fodero non sembrava al giovane nulla di più che una spada comune, ma non avrebbe potuto constatarne la reale aura magica prima di averne toccato il brando.

"Posso prenderla?"disse allora Senen, notando la sua esitazione. Sperava fortemente che la sua prima impressione sulla spada fosse sbagliata perchè, se così non fosse stato, ci sarebbero stati guai e sarebbe toccato a lui risolverli. Sapeva infatti che i Mjarld non erano gente con la quale scherzare e che quel tale, Drejmler, non ci avrebbe pensato due volte prima di uccidere il mercante.

Drejmler si guardò prima intorno, come se cercasse qualche segno di assenso dai suoi compagni o per valutare eventuali dinieghi, ma visto che nessuno di loro pareva interessarsi al discorso tranne uno dei nuovi arrivati che però decise di rimanere impassibile alla fine il mjalrdin sorrise, mostrando numerosi denti storti, e porse la spada a Senen, dicendo: "Te può. Drejmler non crede te ruba spada o più vero non crede te ruba e te vive lungo dopo..."

Senen prese la spada dalle robuste mani del nordico, la estrasse dal fodero e cominciò a esaminarla......

Lentamente, così come gli era stato insegnato a fare, iniziò a rapportarsi all'aura magica dell'oggetto. Quasi subito comprese che l'aura era stata modificata e che quindi vi era una magia di qualche sorta su di esso e che doveva essere una magia a comando in quanto in quel momento non era attiva, o se lo era doveva essere tanto debole da essere praticamente impercettibile. L'alterazione faceva pensare che si trattasse di una magia di modesto potente di natura elementale, probabilmente tra fuoco e aria.

"Il mercante non ti ha imbrogliato, la spada è incantata. Ma, a meno che non mi sbagli, la magia che vi è stata lanciata deve essere attivata, magari con una particolare parola o frase. Questo lo sai?" disse Senen, che nel frattempo continuava a esaminare l'arma cercando particolari che gli potevano essere sfuggiti.

Il mjalrdin parve in qualche modo contrariato dalle parole di Senen: "Io non sa. Te può trovare parola?" Il suo compagno che prima non aveva detto nulla ma che ora evidentemente aveva sentito tutto si avvicinò affiancandosi a lui: "Ti avevo detto che tagliargli le dita era una perdita di tempo. Non stava mentendo, anche una rapa lo avrebbe capito. Avresti fatto meglio a chiedergli come fun....GOFF!" Drejmler lo bloccò a metà frase con un poderoso pugno al fianco, poi lo afferrò per il vestito e facendogli fare un mezzo giro lo scaraventò fuori bordo.
Alcuni dei Mjalrd che erano svegli e avevano assisitito alla scena risero e lo stesso Drejmler si affacciò dalla murata gridando qualcosa (proabilmente di inguirioso) nella loro lingua al suo compagno finito in acqua.
Senen notò che ad una decina di passi da loro anche il capitano Fralrned si era appena affacciato dalla murata e che ora stava osservando Drejmler con uno sguardo che pareva molto seccato.

A quanto pareva i due avevano rubato la spada e molto probabilmente ucciso il proprietario. Il suo primo pensiero fu quindi quello di tentare di catturarli e di consegnarli alla giustizia, ma lo scartò subito: gli altri mjalrdin sarebbero accorsi in aiuto dei compagni e, anche se non lo avessero fatto, avrebbe comunque perso il passaggio sulla nave, cosa che non poteva permettersi. Non poteva neanche far finta di niente perchè di certo Drejmler non avrebbe mai creduto che non aveva capito che cosa era successo. Non gli restava che optare per il ruolo dell'indifferente e far credere al mjalrdin che non gli importasse nulla di quello che aveva fatto al precedente poprietario dell'arma, sperando così di trascorrere quelle tre settimane a bordo della nave senza la paura di essere accoltellato da un momento all'altro. Aspettò quindi che Drejmler si girasse verso di lui per parlargli.

Dopo aver inveito contro il compagno che aveva appena buttato fuori bordo Drejmler si girò e disse qualcosa agli altri mjalrd ed alcuni di essi risero rumorosamente finendo con lo svegliare pressoché tutti quelli dell'equipaggio che ancora dormivano. Poi quasi improvvisamente il mjalrdin si girò verso Senen e disse: "Nessuno dice cosa mia testa è. Te ricorda e dici Drejmler se puoi trovare parola per magia di spada con verità."

"No mi dispiace, ma non sono in grado di dirti altro" disse Senen. "E di certo non aiuto gli assassini.".Ma questo evitò di dirlo ad alta voce. "Puoi anche riprendere la spada"aggiunse quindi porgendogliela.

"Tu è uomo che dice vero, Drejmler piace questo" disse il mjalrdin riprendendosi la spada. Il capitano disse qualcosa a tutti ad alta voce e poi qualcosa di più lungo direttamente a Drejmler, ma visto che parlavano nella loro lingua Senen non capì nulla, ma afferrò solo il concetto che Fralrned non stava gradendo il comportamento del mjalrdin a cui lui aveva identificato la spada. Tutti gli altri membri dell'equipaggio si rimisero a dormire e quelli appena arrivati si prepararono a farlo. Risalì anche sulla nave, zuppo d'acqua, il mjalrdin che era stato buttato fuori bordo, ma probabilmente la presenza autoritaria del capitano impedì che colpisse Drejmler con qualcosa di più letale di uno sguardo omicida.

Senen, vedendo che la situazione si era acquietata, pensò di imitare i mjalrdin e di tornare a dormire. Tuttavia decise di spostarsi in luogo della nave da cui potesse vedere chi gli si avvicinava in modo da non poter essere preso di spalle nel sonno."Tanto per evitare brutte sorprese"si disse. Quindi si distese e si assopì.

Fu un rollio eccessivamente accentuato a svegliarlo varie ore dopo. Stava albeggiando e guardandosi intorno vide che la maggior parte degli uomini erano ancora avvolti nelle coperte e riposavano. La vela era stata sciolta e due mjalrdin erano a poppa vicino al timone. Uno di loro era il capitano.
Appena un attimo più tardi realizzò che la città era sparita e che la nave stava già navigando in mare aperto.

Senen fece un enorme sbadiglio e decise di alzarsi. "Buongiorno"disse quindi rivolto al capitano."Da quanto tempo abbiamo lasciato il porto della città?"aggiunse avvicinandosi a lui.

"Grazie, penso che farò così"disse Senen."Chiedo scusa, posso sapere quali affari vi portano fin qui? Non vi vedo proprio nei panni di mercanti." aggiunse. I mjalrdin infatti si dirigevano sul continente solitamente per due motivi: per razziare le coste come pirati o per farsi assumere come mercenari. All'inizio Senen aveva pensato alla seconda ipotesi, essendoci una guerra in corso per la successione al trono, ma dopo aver conosciuto a bordo tipi come Drejmler e il suo compare non ne era più tanto sicuro.

"Tu può chiedere tutto che vuoi finché hai lingua in tua bocca" disse il capitano con un sorriso che poteva voler dire tutto o forse niente. Poi aggiunse: "Noi venuti qui da Lijettkron* con mercante di... - schioccò le dita con aria frustrata - con mercante che vende cose che tu guardi e sai come quando io parlo con tu. Ma mercante qui trovare che guerra arriva e non riuscire che vendere poco. Io prende lui sue merci e soldi e nemmeno arriva a pagare metà di quello che lui promesso noi quando partire e se vende sue merci ora che torna a Lijettkron*, dopo che porta tu a Candoria, non crede che arriva a tutto prezzo che mercante dovere"

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* nome di Città del Faro nella lingua dei Mjalrd.

"Capisco" disse Senen, un po' confuso dallo strano modo di parlare del mjalrdin. "Quindi il mercante di cui parli ora è a bordo?"

"Potrei dare un'occhiata alle merci?" chiese Senen, sperando di poter trovare qualcosa di utile.

"Ho con me un po' di soldi" disse Senen vago, preferendo tenere per se la cifra esatta, benchè in effetti non fosse molto.

Il capitano della nave si avvicinò ad uno dei suoi uomini e dandogli un paio di modesti calci per svegliarlo borbotto qualcosa indicando il timone della nave. Poi si diresse ad un boccaporto e mostrando una certa forza lo tirò su da solo e scendendo giù in modo graduale, probabilmente vi era una scala, disse: "Tu segue me sotto, vieni."