1° Avventura, 1° sessione: la Missione (Drewt e Yakumo)

Il Maresciallo annuì leggermente, socchiudendo appena gli occhi, alle parole dell'Inquisitore, e non diede segno alcuno di disaccordo. Concluse quindi:
<L'inizio della missione vi sarà comunicato, assieme ad ulteriori direttive, a breve. Potrebbe essere anche domani stesso. Siate pertanto pronti a partire non appena vi sarà comunicato. Forse sarà necessario rivedere parte del vostro equipaggiamento, perché il nemico non si insospettisca. La devozione che mostriamo a Listar sulle nostre armature> e rise indicando il segno del sole splendente sul suo spallaccio <non saranno troppo graditi, stavolta. Anche voi, soldato Otto> e indicò il grosso scudo del soldato <temo che quello scudo che tanto vi fa onore dovrà essere lasciato in caserma>. Con un sorriso appena accennato, aggiunse: <Come detto, forse domani vi sarà ingiunto di partire. Fossi in voi passerei la notte in compagnia, se possibile!>

Contento di aver fatto valere la sua autorità, Raster rispose: "Per le armi non ci saranno grossi problemi: impersoniamo dei mercanti che vendono proprio quelle come mercanzia, quindi potremo portarci dietro anche il nostro equipaggiamento d'offesa personale seppure porti incise le insegne di Listar. Io e il Maresciallo impersoneremo, come già detto, i mercanti, poiché il nostro vestiario ci permette di essere meno riconoscibili: una mezza armatura e una completa con sopra una veste verde scuro; voi rappresenterete dei mercenari pagati per scortare noi ed il carro della mercanzia"

Il gruppetto seguiva il discorso dei due con perfetta impassibilità, dando segno di comprensione di tanto in tanto con un secco segno affermativo del capo...l'unico che sembrava essere colpito dalle parole del Maresciallo era Otto, visibilmente dispiaciuto per dover lasciare a casa il suo "compagno d'avventure"; anche se ovviamente l'ultima incitazione provocò un sogghigno languido sulle labbra di tutti i presenti...in fondo l'accoppiamento non era vietato affatto da Listar e se ne potevano fregare della presenza dell'Inquisitore che comunque veniva guardato con timore e rispetto.

Alle parole di quest'ultimo annuirono tutti quanti, dando segno di aver capito e lanciando in giro occhiate stanche: era palese che desideravano che il colloquio avesse ben presto fine per coricarsi ai loro alloggi e per comunicare alle famiglie di dover partire, senza ovviamente accennare alla missione che stavano per intraprendere.

<Se l'Inquisitore non ha niente da aggiungere> disse il Maresciallo voltandosi, ma solo un attimo, verso Raster <il nostro colloquio termina qui. Se avete particolari necessità da farmi notare, vi pregherei di farlo in queste sede, o direttamente, alla caserma nord, dove risiederò stanotte e i giorni successivi. Ma vi pregherei di farlo con la maggiore circospezione. Rompete le righe!>. Quindi fece segno affermativo all'Inquisitore e si voltò per uscire.

"Che l'Unico vi accompagni, soldati". Si pronunziò Raster alzando la mano destra.
In seguito si volò pure lui e usci dalla stanza, dirigendosi nei suoi alloggi personali.

I due si allontanarono e i soldati quando quelli furono usciti iniziarono a confabulare tra loro, poi disperdendosi andando nel dormitorio comune, per prapararsi. L'Inquisitore, il Maresciallo e il Soldato passarono una tranquilla nottata, sogni senza incubi a parte l'ombra dell'imminente missione che gravava su di loro, immersi nel sonno.

Il giorno dopo i primi due si svegliarono con le campane della chiesa lì vicino che segnalavano l'inizio della giornata dato dall'alba e l'obbligo per tutti i cittadini di alzarsi dai propri letti per pregare e per cominciare a lavorare; Abhorash si svegliò invece qualche ora prima, richiamato dalle urla di un ufficiale

"I soldati segnalati dal Gerarca alzino i loro deretani e si preparino IMMEDIATAMENTE! pochi bagagli, solo effetti personali, il cibo vi verrà distribuito giorno per giorno, non portate stemmi sacri e tu, Otto, piglia uno scudo torre senza emblema dalla rastrelliera! vi voglio fuori prima del Juah!*"


Ciò detto si allontanò, certo che gli ordini sarebbero stati eseguiti; i soldati non coinvolti in quella faccenda si rigirarono infastiditi nelle loro brande inveendo, invece gli altri quattro scattarono in piedi, iniziando a trafficare in fretta con le loro robe.


*i Dodici rintocchi delle campane all'alba, di cui funzione descritta sopra.

Abhorash fu svegliato bruscamente dagli urlacci dell'ufficiale, ma da buon soldato come era si alzò senti pronunciar parola e si vestì velocemente, si infilò l'armatura, mise la spada nel fodero e in un piccolo sacco qualche vivero; poi si diresse con passo deciso fuori della caserma aspettando l'arrivo del Maresciallo e dell'Inquisitore

Il Maresciallo fu svegliato quella mattina da uno dei sottoufficiali. Era pimpante e fresco, nonostante l'imminente impegno che si prospettava. Si disse che se non altro i soldati sembravano fedeli e temprati. Anche il fervente Inquisitore, era sicuro, avrebbe dato il meglio di sé. Conosceva quel tipo di persona. Puntigliosi fino ad un attimo prima della partenza, quasi irritanti, ma poi davano il meglio di loro. Si vestì, prese rapidamente l'armatura semplice e robusta che aveva trovato la sera passata nell'armeria della caserma e la indossò rapidamente, pensando che era stata una fortuna trovare un'armatura che gli si adattasse, ora che andavano così di moda le armature complete.
Fece preparare una borsa dove mise ogni oggetto potesse essergli utile: il suo diario di viaggio, qualche moneta, cerini, un pezzo di corda, e altro.
Ciarpame, si disse, ma lo infastidiva viaggiare senza alcun elemento che lo riconducesse ai luoghi familiari.
Infine, cosa più importante, staccò la sua fidata Kraken dall'improvvisato sostegno che le aveva preparato all'arrivo. La arrotolò e la assicurò alla vita, come faceva sempre. Era pronto a partire.
Per amor di segretezza, preferì allontanarsi da solo, alla volta del luogo di ritrovo.

Raster era abituato a svegliarsi prima del Juah, per prepararsi adeguatamente alla funzione, quindi era pronto già prima dell'orairo prestabilito, l'unica cosa diversa dal solito era la tunica portata sopra l'armatura completa: non più nera, troppo riconoscibile, bensì d'un verde scuro neutro, per il resto portava sempre al fianco la sua mazza benedetta, riconoscibile quale strumento magico solo dai conoscitori della magia, e lo stretto necessario alla sopravvivenza (oltre che allo stemma inquisitorio che può sempre tornare utile) nella sua borsa.
Col suo solito passo silenzioso si diresse verso il punto di ritrovo, attraversando i corridoi, ancora assopiti, del palazzo.

Il luogo di ritrovo era un piccolo spazio all'interno della caserma, un giardinetto circolare pieno di rigogliose piante; qui già la scorta armata stava aspettando da un pò l'arrivo di due superiori, che non si fecero attendere dopo il Juah e arrivarono perfettamente puntuali.
I due fratelli erano equipaggiati entrambi con un pugnale e una spada lunga alla cintola e un armatura non troppo pesante per favorire i loro movimenti, Wolfang era appoggiato ad un enorme spadone a due mani, un arco lungo assicurato alla spalla destra e una buona cotta di maglia sul corpo...gli unici due seriamente corazzati erano Otto e Abhorash, entrambi con un armatura completa e il primo con adirittura un ampio scudo torre senza alcun emblema.
Tutti non si erano rasati e presentavano un accenno di barba, inoltre gli erano stati dati logori mantelle e l'equipaggiamento era stato trattato in modo da sembrare usurato, cosicchè si potessero spacciare per mercenari al soldo dei mercanti. Aspettava i due il segretario del gerarca, con tra le mani una grossa borsa che si accinse a porgere all'Inquisitore quanto questi gli si fece vicino.

"Quì ci sono tutti i documenti che testimoniano la vostra appartenenza alla Gilda Mercantile, entrambi sarete mercanti Imperiali: ce ne sono così tanti che sarà difficile che qualcuno sospetti qualcosa...Ci sono anche tutti i vari visti e il documento di apertura di fondo di 3000 monete d'oro per le spese in città, scusato come risarcimento da parte dello Stato per un servizio da voi reso o qualcosa del genere...se vorrete esaminare meglio troverete tutto quì dentro."

Detto ciò con un breve inchino si congedò e se ne andò dal giardinetto, lasciando i due soli con la scorta, che li fissava in attesa di prendere ordini.

Appena arrivato sul luogo Raster notò che era già tutto predisposto alla partenza "Ottimo" pensò "un chiaro esempio dell'efficenza dei soldati di Listar, sembrerebbe un buon segno".
Il segretario gli porse una borsa con tutti i documenti necessari per la missione, l'Inquisitore lo ringraziò e diede un'occchiata al suo interno, costatando che quello che affermava il gobbo era vero; assicuratosi di ciò si allaciò la borsa alla cinta, sotto la tunica verde.
- Bene soldati, spero che Listar vi abbia accompagnato in questa vostra ultima notte in caserma -. E osservò gli uomini, vedendoli sicuri di sè e pronti al viaggio.
- Se ora è tutto a posto, pongo la mia benedizione su tutti noi e possiamo metterci in marcia verso Lugenburg -

I preparativi precedettero con la massima efficenza, i soldati furono muniti tutti di cavalli bardati e così anche l'Inquisitore e il Maresciallo. Fu loro dato un carro per le vivande e gli equipaggiamenti vari, tra cui corde e torce; quando iniziarono a marciare si trovarono i due superiori innanzi al gruppo affiancati da Abhorrash da una parte e Otto dall'altra, il carro in mezzo e gli altri tre soldati dietro.
Partirono quindi oltrepassando le grandi porte della città e percorrendo un sentiero ben battuto, con poche buche ben illuminate dalla luce morente del Sole...si stavano per inoltrare nei Boschi di Jeahnna, a quanto si diceva perfettamente privi di pericoli di imboscate e predoni.


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Vi lascio interagire tra voi per un pò per simulare la durata del viaggio, a voi! :sfs:

Il Maresciallo diede alcune disposizioni, durante il viaggio. Nonostante la zona fosse considerata sicura, preferì non compiere rischi. Così ordino che i due soldati Otto e Aborash, pesantemente corazzati, montassero guardia ai lati della colonna in marcia, con il carro nel mezzo. Davanti a loro presero posizione il Maresciallo stesso e l'Inquisitore. Infine, il soldato Wolfang, dalla stazza immensa, si sarebbe dovuto posizionare nella retrovia, mentre i due fratelli avrebbero anticipato il resto del gruppo.
SI rivolse quindi all'Inquisitore, col duplice tentativo di acquistare più confidenza, e di informarsi maggiormente sul pericolo che incombeva:
<Ditemi, Inquisitore, quali deviazioni professano questi eretici? Credete che fra di essi vi siano solo stolidi mercanti languidi e le loro meschine guardie, o avete il timore che l'eresia possa aver corrotto anche qualche rappresentante della monarchia?>

Per Drewt:
Test: Conoscenze Religioni
CD: 12
Risultato: 1d20-->14 (+5) = 19

La dottrina dei Tarigesi verte principalmente sulla morte dell'anima insieme al corpo terreno, in contrasto a quella Listeriana che professa il ricongiungimento dello spirito con il Dio Sole. Di conseguenza i seguaci di quest'eresia professano una vita fatta di lussi sfrenati e piaceri esclusivamente carnali, in barba alla dottrina originale che pur accettando i lussi contanna gli eccessi di ogni sorta. I Seguaci possono essere di ogni ceto sociale, anche se ovviamente vede molti più adepti nei ceti medio-alti dove c'è una sovrabbondanza di ricchezza; vestono sempre nei modi più sfarzosi, passano il tempo a mangiare e bere, fanno incetta di inutili oggetti preziosi e si circondano di belle schiave (e schiavi, anche se l'omosessualità è condannata da Listar, vista come una pratica puramente lussuriosa in quanto non possiede scopi riproduttivi.)
Questa eresia diventa molto pericolosa quando attecchisce ai ceti dirigenti delle città colpite, siccome diventa molto più difficoltoso sradicarlo e si necessita di un forte intervento da parte delle supreme autorità regie.

-L'Eresia di Tarigesi professa una vita lussuriosa e sfrenata, poiché i suoi cultisti credono, contrariamente alla salvifica fede di Listar, che l'anima muioa assieme al corpo- Iniziò a spiegare l'Inquisitore ad Aleksei che gli aveva posto una domanda -Questa dottrina è particolarmente pericolosa se radicata nei ceti dirigenti del luogo, e non possiamo ancora sapere fino a che punto si è spinta, non ho ancora ricevuto informazioni specifiche. Una volta arrivati in città dovremmo cautamente informarci al riguardo e, come proposi, il modo che secondo me è più veloce ed efficace è il fingersi cultisti-. Concluse Raster guardando il suo compagno da sotto il verde cappuccio.

Test Intelligenza (cd 12) Passano: Drewt, Yakumo, Otto
Test Osservare (segreta) per i 3, passano: nessuno

Test Osservare (cd 20) per i soldati che non hanno passato intelligenza, passano: nessuno

Testimone per i tiri: Yakumo-Dono


Il gruppo procedeva abbastanza rapidamente tra le chiacchere dei due comandanti della spedizione, quello spirituale e quello temporale; I soldati a quanto pare non erano affatto in vena di socializzare, infatti tutti guardavano più che altro la vegetazione molto rigogliosa che li circondava. Quella era una zona abbastanza temperata, e alti alberi oscuravano il sole, che si poteva intravedere tra le fronde.
Poco dopo però incontrarono quello che pareva un ostacolo: a una trentina di passi una specie di davvero GROSSO tronco dritto orrizontalmente come un fuso, alto quasi come loro, le cui estremità si perdevano tra i cespugli vicini, sbarrava loro il passo e certo sarebbe stato impossibile passare con il carro dei viveri.
C'era un solo fatto strano: non si vedevano protuberanze o irregolarità e tutta la superficie sembrava essere coperta da un fitto manto d'edera anche se questo particolare non era ben visibile.

Subito a Drewt e Yakumo intuirono che qualcosa non andava...nessuno sarebbe potuto passare da lì e quella era una strada abbastanza trafficata, sebbene ultimamente i commerci non erano andati benissimo. Quindi se fosse caduto da un pò di tempo avrebbero dovuto incontrare qualcuno per la strada che si lamentasse di un tale ostacolo, oppure dall'altra parte del tronco ci sarebbe dovuto essere qualcuno bloccato da quel tronco dato che non esistevano altre strade...Niente però, ciò voleva dire che era caduto da poco, ma se fosse caduto da poco avrebbe fatto un bel pò di rumore, invece loro non avevano udito niente di strano.
Quindi o si era materializzato lì o ce l'avevano portato per ostacolare la loro spedizione; tuttavia pur guardandosi con attenzione attorno, istintivamente, non notarono null'altro di strano.
Abhorah e gli altri soldati invece semplicemente vedevano l'ostacolo come una rottura di cosiddetti e perdita di tempo, non collegandola a un eventuale pericolo per la loro vita, e i gemelli si avvicinarono a quel coso per apprestarsi a spostarlo con la forza. Solo Otto sembrava condividere le perplessità di Drewt e Yakumo, come denotava il suo sguardo guardingo, da cacciatore, che frugava nell'ocurità dei cespugli.

Abhorash che non era minimamente preocupato dal grosso tronco, estrasse ugualmente la spada dal fodero mantenendo fissa la sua posizione sul fianco del carro guardando con disinvoltura la vegetazione.

"Quel grosso tronco è senz'altro sospetto" Penso l'Inquisitore "Non può in alcun modo essere caduto da poco.. Ho un cattivo presentimento.."
-Mercenari! Imbracciate le armi mentre due di voi spostano il tronco, non voglio che dei banditi ci derubino di tutte le nostre merci e qui sento puzza di trappola- Si pronunziò Raster da sotto il cappuccio.
-Tu cosa ne pensi Maresciallo?- Sussurrò all'orecchio del suo compagno di viaggio.

Il Maresciallo srotolò la sua catena. <Ecco cosa ne penso> bisbigliò, e si fece guardingo.
Si avvicinò a metà strada tra il tronco e il carro della mercanzia. <Datevi da fare> disse rivolto ai soldati <ma fate attenzione>. Nel frattempo, cercando di non farsi vedere, lanciò occhiate nel profondo della boscaglia, senza sapere bene cosa volesse scorgervi.

Tre soldati si fecero avanti per spostare il grosso tronco, molto meno guardinghi dei loro compagni d'avventura; sulla destra c'era il colosso biondo, gli altri erano i due gemelli. Il primo raggiunse prima il grosso tronco e gli altri poterono vedere l'espressione di stupore che si andava dipingendo sul suo volto...

"ma...queste sono.."

Non finì la frase e non andò a controllare meglio i suoi sospetti perchè il tronco si mosse e dalla boscaglia emerso un enorme testa di serpente che fulminea azzannò il grosso guerriero. Pochi si accorsero dell'attacco prima che lo sventurato fosse lanciato con incredibile forza contro un albero, ricadendo a terra in posizione scomposta, la testa che ricadeva in maniera totalmente innaturale sul corpo. i primi a reagire furono Un gemello e otto, il primo attaccò con la spada e il pugnare il corpo squamato dell'essere che prima era stato confuso come un tronco...infatti su di esso sembrava essere cresciuto un fitto manto d'edera e il colore delle squame rendeva facilmente confondibile la pelle con la vegetazione della foresta. i due colpi del gemello non andarono a segno, siccome il nemico ritrasse la parte esposta, muovendosi in modo da porsi dinnanzi alle sue prede. Il mostro ora era ben visibile siccome si era spostato totalmente sul sentiero, il corpo sinuoso che occupava interamente la strada battuta. Era un serpente, chiaramente, solo enormemente grande, come mai i presenti ne avevano visti: solo la sua testa era alta come loro. Otto si gettò sul nemico, aggredendolo con la spada e mirando sempre al corpo siccome il capo era tenuto fuori portata degli umani, in alto. Il colpo si infranse sulle scaglie e parve che il nemico manco se ne fosse accorto, infatti egli andò poi a colpire il secondo gemello, rimasto in posizione avanzata ma paralizzato dalla paura. Il serpente chinò il capo su di lui prima che gli altri potessero reagire e lo inghiottì dopo un pò di tentativi di mandarlo giù per intero.


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Dichiarate i vostri intenti; turnazione: Drewt - Yakumo - Abhorash

L'inquisitore, per infondere coraggio e forza nei propri compagni e attirare su di loro l'attenzione dell'Unico. alza le mani al cielo ed inizia con la sua preghiera: -Grande ed Onnipotente Listar, proteggi i tuoi fedeli ed infondi la Tua forza solare nelle loro membra, portandoli alla giusta vittoria. Tu sei l'Unico, noi dobbiamo la nostra vita a Te solo..-. E continuò nella sua litania concentrando tutte le sue forze.

Risultato del tiro (cd 10, concentrazione) : 14
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A quanto pare la preghiera dell'Inquisitore fu ascoltata dalla Divinità, infatti mentre il religioso pronunciava la sua litania i cuori di ogni singolo fedele presente si colmarono di forza interiore, facendoli sentire forti come un toro, resistenti come una roccia, astuti come un aquila...al contrario il serpente indugiò qualche istante, chinando il capo con un sibilo e fissando l'inquisitore con odio puro.

Il Maresciallo sgranò gli occhi. Era abituato alle mostruosità caotiche, ma quel serpente era davvero gigantesco! Senza perdere un secondo di tempo, il Maresciallo mise in azione la sua catena Kraken, facendola ruotare più volte in alto sopra la propria testa, vorticandola con entrambe le mani. Quindi con un movimento preciso lascio la presa con una mano, dirigendo un'estremità verso la testa della bestia sopra di lui.

Il colpo del maresciallo arrivò precisamente sul muso del serpente, ancora distratto dall'incanto lanciato dal sacerdote; la parte uncinata della catena va a perforare in profondità la pelle del serpentone proprio sopra la sua bocca, restandoci incastrata.
Il soldato ne approfittò e tentò la fortuna, in fondo era la sua specialità: atterrare le persone. Forse sarebbe stato un pò più difficile con un tale bestione, ma si poteva provare.
Con un paio di movimenti ben calcolati e impressi con una certa forza riuscì a saggiare l'equilibrio dell'enorme creatura e infine con un violento colpo tentò di squilibrarla su un lato.
Incredibilmente ci riuscì.
Probabilmente il serpente non se l'era aspettato e involontariamente aveva fatto il gioco del militare, fatto stà che si ritrovò riverso sul suolo, con la pancia all'aria; il suo crollo provocò un fitto polverone e un sordo rumore.
Bisognava approfittarne finchè era stordito e così posizionato, con la parte meno protetta da scaglie ben in esposizione, la testa all'altezza del suolo.
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Tiro per colpire: 17+9+3= 29
Danni: 12
Tiro per sbilanciare: 15 + 2 (potenziamento) +1 (preghiera) +1 (perfetta) + 9 (fo+bonus d'attacco) +4 (sbilanciare migliorato) = 32

Abhorash che stranamente fino a quel punto era stato ad osservare, strinse saldamente la spada tra le mani e, senza esitare si lanciò sulla bestia capovolta mirando un affondo alla testa del serpende