1° Avventura, 1° sessione: la Missione (Drewt e Yakumo)

I due soldati annuirono mestamente, mentre otto spronava i cavalli a continuare la loro avanzata. arrivarono così ad inoltrarsi nelle viuzze della città, non sapendo precisamente dove andare; erano costretti a muoversi nella folla, da quanta gente c'era. Poterono vedere persone di ogni rango sociale: dal mendicante al ricco mercante, dalla meretrice alla borghese...era incredibile come ci potesse essere tanta gente, ad un ora del genere; in fondo stava per fare notte.
Nel tragitto che li condusse fin alla piazza principale della città poterono vedere solo un paio di locande, tutte quante delle bettole infime degne solo del peggiore dei marinai; non proprio l'alloggio adatto per coloro che dovevano infiltrarsi nelle schiere di una gilda eretica dalla forte ricchezza.

Un improvvisa esplosione di voci sovrastò la piazza di per sè rumorosa, proveniva da uno dei locali che si affacciavano sulla piazza. Sembrava essersi appena conclusa una violenta discussione che aveva visto un malcapitato buttato fuori di peso da altri due avventori che ridendo e dandosi pacche sulle spalle ritornarono dentro l'angusto e squallido locale.
L'uomo si drizzò faticosamente sulle gambe senza che nessun passante si degnasse di aiutarlo, lamentandosi sommessamente si scrollò via la polvere dal pesante mantello rosso riccamente decorato che lo avvolgeva.
Portava un cappello floscio decorato da una piuma di pavone tutta spiegazzata a causa della caduta e a riprova della sua ostentata ricchezza portava alcuni grossi anelli alle dita.
Con passo malfermo si fece largo tra la folla con lo sguardo per terra come se stesse meditando su qualcosa di importante, era talmente assorto che per poco non andò a sbattere contro il carro. Si ritrasse all'ultimo e faticò un attimo a riacquistare l'equilibrio ondeggiando per alcuni attimi sul posto, era visibilmente sbronzo e il puzzo di alcool era avvertibile anche a distanza.
Ci mise un pò a focalizzare quello che aveva davanti, poi con occhi velati dai fumi dell'alcool guardò attentamente anche i padroni del carro soffermandosi più a lungo sulle facce del maresciallo e dell'inquisitore. Stava per allontanarsi quando lo sguardo si posò sul sole spezzato inciso sull'arco del carro, un sopracciglio si alzò e l'uomo fù sul punto di aprir bocca ma subito ci ripensò e scrollando le spalle con passi incerti si allontanò, fatti una decino di passi però si voltò per una breve frazione di tempo per osservarli, prima di riprendere a camminare.

Il maresciallo iniziava a essere perplesso. Possibile che non ci fossero altro che miserabili bettole? Se volevano farsi passare per mercanti rispettabili, erano un po' troppo fetide e mal frequentate. Sospirò, pensando che se non ne avessero trovata una gli sarebbe toccato ancora una volta dormire sul carro, o peggio ancora, per terra....e la pavimentazione della città era forse più sudicia delle sue fogne...continuò a lanciare occhiate speranzose, nel frattempo rivolgendosi all'Inquisitore <Che ne pensate, ce la faremo a trovare un posto decente? Io sono sul punto di rinunciare...>

Raster conveniva con il Maresciallo e gli rispose: -Io opinerei per chiedere delle informazioni, così faremo sicuramente prima che girando a vuoto; possiamo chiedere alla prima persona rispettabile che ci si para dinnanzi oppure ad una guardia che non abbia l'aspetto di una persona appena uscita da una taverna e il suo stesso acume, come le sentinelle che ci hanno accolto all'entrata della cittadina-.

L'uomo ubriaco barcollò fino ad uno squallido vicolo laterale che dava sulla piazza, nonostante lo spiazzo fosse illuminato da lanterne nessuna luce penetrava nella stradina. Appena immerso nelle ombre l'uomo smise di barcollare, assunse una postura slanciata e con sprezzo gettò via il mantello rosso il cappello e gli anelli dentro un sacco posato in un carretto lì parcheggiato. stirò tutti i muscoli facendo scricchiolare l'armatura di cuoio, nero come la pece, che aderiva alla sua muscolatura. Gli occhi prima contratti in un espressione ebete e distante, adesso erano attenti e indagatori. Il volto affilato era percorso da diverse rughe nonostante l'età non avanzata.
-Sembrano loro, mi aspettavo arrivassero domani- Mormorò tra sè
-Devo avvicinarmi, per controllare che non si tradiscano da soli, sempre che siano loro-
Afferrò un lungo mantello marrone tutto sbrindellato dal carro e se lo avvolse intorno al corpo, afferrò una gruccia tutta marcia e uscì dal vicolo incurvato sul bastone zoppicando, senza fretta tenendo d'occhio il carro e i falsi mercanti.

<Credo proprio che abbiate ragione...io sono così stanco che non ragiono più> disse il Maresciallo, sbadigliando leggermente. Cerco con lo sguardo qualcuno la cui immagine non lo riconducesse al puzzo di stallatico. Ci doveva essere qualche persona per bene in mezzo a tutti quegli sciocchi miscredenti!

A quanto pare erano giunti in città proprio nel momento e nel posto meno adatti: non v'erano più i ricchi mercanti che fino a qualche minuto fa ancora si aggiravano per i vicoli della città, sfoggiando i loro preziosi in qualsiasi punto del corpo che fosse visibili...No, ora attorno a loro si era creata una cappa di mendicanti, puttane, gigolò, malviventi, nullatenenti, ubriachi...plebaglia insomma, nessuno che potesse far parte delle alte sfere erticali; Però frugando bene in quel cumolo di letame potevano ricavarne qualcosa, magari i galoppini dei pezzi grossi, in fondo sapevano che si circondavano di individui poco affabili...e in quel momento pullulavano.
L'attenzione del maresciallo si focalizzò però su un losco individuo che pareva tenere d'occhio il gruppetto da distanza, anche se pareva solo un ubriaco si accorse benissimo che il suo sguardo era vigile e guardingo. Tornò a guardarsi in giro facendo finta di nulla, ed intercettò lo sguardo di Otto...sembrava che anche quest'ultimo avesse notato l'ubriacone e sembrava attendere un eventuale ordine da parte del superiore, una mano poggiata sulla lunga spada al fianco.
Nessun'altro pareva essersi accorto dello sconosciuto, tanta era la folla di persone simili che li circondava e la carovana continuò per il momento ad avanzare in cerca di una locanda

Il maresciallo fece segno a Otto, con la mano aperta, di aspettare.
Quindi si girò verso l'Inquisitore Raster.
<Inquisitore, non per destarvi preoccupazione, ma c'è un tipo losco che ci segue e ci osserva. Non voltatevi: forse non si è accorto che abbiamo notato la sua presenza. Cosa pensate che dovremmo fare? Proseguire, o cercare di eliminarlo? Io credo che sia solo un ladro....perlomeno mi riesce difficile credere che qualcuno sia a conoscenza del motivo per cui siamo qui...se invece fosse una spia, beh, credo che un cadavere in un vicolo non desti molta sorpresa in grandi città come questa.>

-------------------

OFF: Otto è il migliore :sorr:

"Non me n'ero proprio reso conto" Si disse Raster pensando dopo che il Maresciallo gli ebbe detto dell'uomo sospetto.
-Se non fosse un semplice ladro non riusciremmo a ucciderlo con un solo uomo e, per di più, se vedesse che anche solo uno di noi lascia il carro, sicuramente si insospettirà; comunque se fosse un sicario e noi non ce ne occupiamo potrebbe crearci non pochi problemi. Una faccenda abbastanza tediosa- Affermò l'Inquisitore indeciso sul da farsi.

L'uomo vide il gesto di quello che sembrava il capo verso uno degli uomini della scorta. Il soldato non resistette alla tentazione di tornare ad osservarlo, quella fù la prova che l'avevano individuato. Un mezzo sorriso increspò il volto del finto mendicante, erano bravi, ottimo.
Visto che lo stavano guardando fece loro un cenno con il capo di seguirli in un vicolo laterale.

<M***a> Bella fregatura, pensò, scoperti appena entrati in città...di certo quel gesto implicava che il figuro sapeva qualcosa su di loro, un semplice ladro non avrebbe mai fatto loro quel gesto <credo non sia un uomo comune, deve essere al corrente di qualcosa! Se lo ignoriamo, continuerà a seguirci. Se invece lo seguiamo...chissà. Inquisitore> disse, <forse in due potremmo accopparlo. Che ne dite? All'inizio dovremmo fingere di non saperne niente, forse ci cascherà... e quando meno se lo aspetta....sempre che si riveli un pericolo...>. Il maresciallo non nascondeva la sua indecisione, nonostante fosse calmo si intuiva che una risoluzione era difficile da prendere così su due piedi.

-Potrebbe essere una trappola, Maresciallo, io consiglierei di tenerlo d'occhio mentre ci muoviamo poi, quando ci fermeremo una volta trovata la taverna, due di noi andranno in avanscoperta; se non troveranno nessuno potremo anche decidere di andare alla ricerca di un'altra locanda, così da essere sicuri nel sonno-. Si pronunziò così Raster, dando il suo parere sulla questione.

<Avete ragione Inquisitore, facciamo come volete voi. Forse però è meglio se mi metto alle spalle del carro, nel caso avesse intenzione di combinare qualche brutto scherzo. Cercherò di non dare nell'occhio> e così dicendo andò a posizionarsi più verso il fondo, nel contempo guardandosi ancora attorno alla ricerca di una taverna: ora che mai la bramava con energia, infastidito da quell'episodio.

Yakumo si spostò verso la coda del carro, al fianco di Abhorash, ancora ignaro della presenza del losco individuo...Dovevano essere davvero capitati nella zona più malfamata della città, siccome si vedevano solo stamberghe ben poco invitanti e soggetti ben più rozzi del tizio che li stava pedinando. Il Maresciallo ebbe la certezza di aver compiuto un grosso errore nell'addentrarsi in quei luoghi quando avvertì la sottile pressione di un coltello dietro la schiena; non si voltò, ma sapeva bene che c'era un ladro dietro di lui, riuscito chissà come sa prenderlo di sorpresa.

"Tocca quella catena e sei morto."

Nello stesso istante in cui il brigante sussurrava queste parole all'orecchio dell'ufficiale una decina di ladruncoli sbucò da direzioni diverse, puntando le loro armi di diversa foggia contro gli avventurieri che non avevano manco avuto il tempo di estrarre le armi. Ad un esame un pò più attento i due comandanti ed Abhorash poterono ben notare diversi uomini armati di balestre affacciarsi alle finestre che davano sulla strada, puntandole contro di loro...poterono anche notare che stranamente ora non c'era più nessun altro intorno a loro, se non i banditi
Un immenso individuo, capelli biondi raccolti in treccine, si palesò dinnanzi all'Inquisitore, alla vista di tutte le vittime dell'agguato. un ghigno divertito gli attraversava il volto mentre fissava con occhi crudeli quello che pensava essere probabilmente il capo della spedizione

"Bene Bene, stranieri...dateci tutto quello che avete addosso e nel carro e forse vi lascieremo andare...e fate in fretta, non abbiamo tutta la notte."

Disse con tutto il tono di un ordine, alzando una mano...probabilmente se avessero rifiutato di consegnare tutto spontaneamente la banda si sarebbe lanciata all'attacco

@Kurush: Notò subito l'avvicinarsi della banda di Kun-Da al gruppetto, ma non potè intervenire prima che la carovana fosse circondata: aveva visto troppo tardi l'esperto guerriero spuntare da un angolo. Assistè così nell'ombra alla scenetta allestita per i suoi collaboratori, minacciati da almeno una quindicina di nemici...forse conoscendo la feccia di cui si serviva il ladrone ce l'avrebbero fatta anche da soli, ma quella era l'occasione che aveva aspettato a lungo, dato che ben conosceva Kun-Da e sapeva come temesse i membri della setta di Tulin (gli eretici)

Nel silenzio che seguì alle parole del bandito, si avvertiva tutta la tensione del momento. Ma l'atmosfera fù rotta da un suono di applausi basso e atono. Dal vicolo dietro il carro spuntò l'uomo che fino ad allora aveva pedinato la comitiva. Aveva reindossato il mantello rosso e il cappello sgualcito, ma ora camminava compostamente e al fioco battere delle mani faceva seguire una bassa risata senza allegria che però si spandeva per tutto il vicolo. Senza fretta percorse tutta la lungezza della stradina per posizionarsi davanti al capo di quella banda di tagliagole, si godette appieno l'effetto che la sua vista produsse nel grosso guerriero prima di parlare con tono divertito.
"Complimenti, davvero i miei complimenti possente Kun-Da, un azione da manuale. Un agguato perfetto ed è per questo che sei molto apprezzato per le tue capacità" Fece una specie di inchino ma a metà si blocco, il tono della sua voce cambiò diventando simile ad un ringhio "Ma lo saresti ancora di più se scegliessi con più criterio le tue prede, questi signori sono sotto la protezione dei Tulin e tu non vuoi far arrabbiare i miei padroni vero Kun?"

Ottimo lavoro Maresciallo, si disse fra sé e sé Aleksei, impensierito com'eri da quel figlio di una cagna ti sei fatto fregare. Per lo meno, lo spettacolino di quel tipo sembrava lasciar presagire sviluppi più tranquilli di una pugnalata nella schiena per lui e tutto il resto della compagnia. Ad ogni modo, rifletté, se anche dovesse andare tutto storto una pugnalata forse non lo avrebbe messo fuori combattimento...quello che lo preoccupava erano le balestre. Decise di vedere come si sviluppava la situazione. Nel frattempo, cercò con gli occhi l'Inquisitore, cercando di farsi vedere tranquillo.

Il Capo della banda di briganti lanciò un'occhiata assassina al nuovo giunto, digrignando i denti per le sue parole fin troppo azzeccate...aveva l'aria di conoscere bene le persone nominate da quello che sembrava un accattone, infatti si era fatto stranamente guardingo e lo fissava come si fissa un nido di serpi velenose.

"Mmm...sempre in mezzo, 'sti stronzi riccastri."

Borbottò abbassando appena l'arma che stringeva in pugno: un enorme alabarda dall'aspetto assai minaccioso, quindi tornò a rivolgersi alla spia:

"E dimmi, come faccio a sapere che non è tutto un bluff, che questi sono realmente amici dei Tullin? Parla in fretta, o i tuoi padroni faranno fatica a riconoscerti dopo che avrò finito con te."

Quel che uscì dal torace profondo del gigante fu una specie di ringhio ostile, ed ora dava le spalle all'Inquisitore e al resto del gruppo...teoricamente avrebbero potuto provare una reazione violenta, se non fosse stato per le decine di armi puntate contro di loro.

L'uomo sbuffò per l'irritazione, ma in realtà mascherava il suo sollievo di aver fermato le balestre, se quei tagliagole avessero ucciso quegli uomini la missione sarebbe saltata e il suo datore di lavoro non era tipo da accettare fallimenti.
-Se usassi un pò gli occhi noteresti anche tu il simbolo sul carro, indovina un pò chi fà sfoggio di quel simbolo?-
Disse con sarcasmo indicando il simbolo del sole spezzato sopra l'arco del carro.
-Sarebbe oppurtuno che i tuoi uomini si ritirino, i Tullin diventano alquanto vendicativi con chi ostacola i loro piani,comprendi?-

Il Capo dei briganti restò di sasso alle parole dell'uomo; lentamente, occhi sbarrati, posò lo sguardo sul simbolo appena appena accennato sull'arco di legno sopra il guidatore e trasalì. Rimase qualche istante senza dire nulla, pensieroso, quindi alzò la mano.

"Bene ragazzi, aspetteremo un altra carovana, su."

Bofonchiò, le armi di tutti i ladruncoli si abbassarono, non puntate più alle gole dei nostri eroi; Alcuni già tornarono nei loro appostamenti, solo il capo si attardò a parlare con il servo degli eretici.

"Spero che i Tullin mi riconosceranno una certa fedeltà alla loro gilda, dì ai tuoi superiori che dopodomani li aspetto alla solita locanda per concludere gli affari."

Disse con voce pacata, scomparendo poi anche lui nell'ombra.
Ormai s'era fatto buio e gli avventurieri si ritrovarono soli sulla via, insieme allo sconosciuto

-Ooooh sì, i tullin si ricorderanno di te- Disse sotto voce l'uomo, rivolgendosi al brigante benchè se ne fosse già andato.
Si volse ad osservare la corovana e un sorrisetto spuntò sul suo viso, si avvicinò al carro e con non curanza si issò sul sedile a fianco del conducente.
Si rivolse all'uomo che era nella retroguardia che gli pareva di aver capito che fosse il leader.
-Ebbene messer credo sia meglio toglierci di impiccio e trovare un luogo dove riposare e magari discutere, conosco un ottima locanda dove sono sicuro sarete a vostro agio- disse l'uomo, quindi abbassò la voce e aggiunse -parlerei volentieri anche qui ma non è il luogo adatto e troppe orecchie sperano di carpire segreti non a loro diretti-

L'imboscata di prima aveva lasciato l'Inquisitore un po' sorpreso, quindi non riusci appieno ad utilizzare le sue abilità d'osservazione per percepire le intenzioni del loro "salvatore".
-Grazie per averci aiutato- disse Raster cercando di attirare l'attenzione dell'uomo -era certamente una situazione problematica. Noi proveniamo da Nuln ed il mio nome è Joseph van Saar, mercante d'armi, come potete vedere. Credo faremmo bene a seguire il suo consiglio-. Concluse Raster accennando ad un sorriso, molto raro sulla sua faccia.

L'uomo ricambiò il sorriso del mercante per poi dire -Piacere Signor Joseph van Saar, gli amici mi chiamano Mondrag, mentre i nemici........bhè loro non mi chiamano affatto, ma permettetemi di candurvi in un luogo degno di voi- Detto ciò indicò al cocchiere la direzione da seguire.

Mondrag li condusse attraverso il budello vi viuzze e la carovana sembrava essere tabù per i tagliagole appostati all'ombra di quei muri; sbucarono nel quartiere borghese della città, fu subito chiaro dato che due imponenti guardie sostavano all'ingresso nella via principale, anche se non chiedere documenti siccome il loro ruolo sembrava loro più che ovvio. Li accolsero con un caloroso sorriso e permisero loro di passare.
Si ritrovarono in un'ampia piazza, v'erano anche quì pochi passanti ma nessun accattone ma almeno una guardia in ogni angolo, assistettero anche ad un arresto sul luogo di un ladruncolo che riuscitosi ad eludere la vigilanza si era spinto fin lì. Fu ributtato senza troppe gentilezze nel suo quartiere di appartenenza.
Continuarono a camminare, finchè non giunsero ad una grande osteria sul muro della quale svetteva un grosso cartello in legno dipinto, con su scritte le parole: "La Pace Del Mercante". Già dal cartello si poteva notare una certa qualità: tirato a lucido. Entrarono dopo aver lasciato il carro sul ciglio dell'ampia strada con il gemello spravvissuto sopra, l'ostessa, una donnona dall'aria molto bonaria, riconobbe subito Joseph e si avvicinò al gruppetto.

"Salve, Mercanti" Rivolse solo un occhiata rispettosa a Mondrag, come saluto "Immagino vogliate alloggiare; Mi dovreste dire quanto a lungo e come pagate...Magari se potreste fornirmi anche dei documenti o perlomeno una firma..."

Disse in tono perfettamente cortese...sembrava una persona che sapeva il fatto suo, e restò a guardare i cinque in attesa di una risposta alle sue domande


Edit: Scambiato nomi :efea:

-AH Katrina!! Questi rispettabili signori sono con me e desidererebbero tanto fermarsi ma per ora siamo molto affamati e l'unica cosa che vorremmo è assaporare la vostra cucina. Se rimandassimo a dopo cena queste questioni burocratiche?-
Il tono di Mondrag era calmo e gentile, sul volto un sorriso benchè l'allegria non si trasmetteva agli occhi che rimasero freddi.

Il maresciallo avanzo di un passo, e, con la voce più cordiale che potesse fare dopo aver subito un agguato e aver cavalcato un'intera giornata, cercò di rassicurare la locandiera: <ma certo che potete vedere i nostri documenti. Eccoli qui. Solo non vorrei dovessimo aspettare troppo: siamo molto affaticati> concluse, abbozzando un sorriso e tendendo alla locandiera i documenti. Gli costava molta fatica ignorare la bizzarra situazione nella quale si trovava il suo gruppo, ciononostante doveva attenersi al gioco: solo così avrebbero avuto il tempo per chiarire con lo sconosciuto chi fosse e cosa sapesse. Per il momento era meglio fidarsi.