Bg Aysin - [Cercasi] collaboratori

Non ci avevo pensato proprio al narratore interno :§href: .

adesso scrivo i pezzi mancanti e li metto.

direi di fare un piccolo riassunto tanto per stabilire lo stato di avanzamento:

-Presentazione Generale
-Colonie

• Kuchi
  
• Korudo
  
• Tsuyoi Kaze (riguardo a questa colonia bisognerebbe ampliarla e svilupparla meglio in modo da poterla inserire nella presentazione)

come procediamo dunque?

secondo me ci starebbero ancora un paio di colonie da sviluppare,poi la nostra attenzione dovrebbe focalizzarsi sui "Piani Alti".Una volta svolto questo lavoro si potrebbe sviluppare nel dettaglio ogni aspetto del popolo Aysin (come ad esempio particolari riti comuni,le armi etc) e poi passare alla fase prettamente più "storica".

potremmo pensare a un numero "sacro" per gli insediamenti, e disporli in un determinato ordine per formare un perimetro difensivo intorno a una misteriosa fonte di potere (o qualsiasi altra cosa); la natura delle colonie sarebbe oscura ai suoi stessi abitanti: loro si credono i bersagli, ma le ricchezze che racchiudono servono, in realtà, a distogliere i nemici da qualcosa di ben più prezioso...

ilcappellaio ha scritto:

potremmo pensare a un numero "sacro" per gli insediamenti, e disporli in un determinato ordine per formare un perimetro difensivo intorno a una misteriosa fonte di potere (o qualsiasi altra cosa); la natura delle colonie sarebbe oscura ai suoi stessi abitanti: loro si credono i bersagli, ma le ricchezze che racchiudono servono, in realtà, a distogliere i nemici da qualcosa di ben più prezioso...

Sì,sì,sì.
Insomma, mi piace come idea!! :§href:
Come fonti di potere pensavi di ricollegarti ai manufatti di cui parlavi?

mi piace la tua idea cappellaio. per qaunto riguarda la mia colonia invece , purtroppo non sono un grande scrittore e tendo un po' alla megalomania XD quindi non saprei come espandere la cosa e nel caso ci riesca senza fare una colonia super pompata :§ere:

golgfag ha scritto:

mi piace la tua idea cappellaio. per qaunto riguarda la mia colonia invece , purtroppo non sono un grande scrittore e tendo un po' alla megalomania XD quindi non saprei come espandere la cosa e nel caso ci riesca senza fare una colonia super pompata :§ere:

Neanche io sono una cima però se vuoi ti posso dare una mano

non saprei, visto che ancora non si conosce quale sarà il quid misterioso, ma sarebbe un'ulteriore giustificazione alla presenza aysin a terra, oltre a quella più immediata delle risorse.
aspettiamo che anche yakumo dica la sua.

@golgfag: è comprensibile che ti immedesimi, non preoccuparti ;) penseremo in fase di rifinitura a sgravarla o t'aiuta paranoid, come preferite. un modo molto semplice per ridimensionarla sarebbe, ad esempio, dire che conta un numero esiguo di guerrieri, o che il loro impiego sia così gravoso da rendere necessaria un'attenta valutazione sul loro intervento.

ilcappellaio ha scritto:

non saprei, visto che ancora non si conosce quale sarà il quid misterioso, ma sarebbe un'ulteriore giustificazione alla presenza aysin a terra, oltre a quella più immediata delle risorse.
aspettiamo che anche yakumo dica la sua.

@golgfag: è comprensibile che ti immedesimi, non preoccuparti ;) penseremo in fase di rifinitura a sgravarla o t'aiuta paranoid, come preferite. un modo molto semplice per ridimensionarla sarebbe, ad esempio, dire che conta un numero esiguo di guerrieri, o che il loro impiego sia così gravoso da rendere necessaria un'attenta valutazione sul loro intervento.

esatto volevo suggerire la stessa cosa (riguardo al numero esiguo).


sentiamo yak :§nmghnb§:

Per me va bene come cosa e apprezzo l'idea che gli Aysin ritengano sacro anche il suolo dei loro reami e impediscano per motivi di onore e non necessariamente tattici che vi siano invasioni. Anche se però alcune colonie saranno necessariamente staccate, almeno se seguiamo la geografia proposta qualche pagina fa.

P.S. Mi piace molto il clan di Korudo.

P.P.S. magari poi qualche nome cerco di metterlo a posto io, ho la sensazione che utilizziate traduttori istantanei che per quanto fedeli rendono solo parole in giapponese, senza utilizzare i kanji. Ad esempio "Akuma" e "kaminari" sono rispettivamente diavolo e fulmine (o tuono), mentre volendo unirli con gli ideogrammi, si ottiene Raima, o Marai.

Yakumo-dono ha scritto:

Per me va bene come cosa e apprezzo l'idea che gli Aysin ritengano sacro anche il suolo dei loro reami e impediscano per motivi di onore e non necessariamente tattici che vi siano invasioni. Anche se però alcune colonie saranno necessariamente staccate, almeno se seguiamo la geografia proposta qualche pagina fa.

P.S. Mi piace molto il clan di Korudo.

P.P.S. magari poi qualche nome cerco di metterlo a posto io, ho la sensazione che utilizziate traduttori istantanei che per quanto fedeli rendono solo parole in giapponese, senza utilizzare i kanji. Ad esempio "Akuma" e "kaminari" sono rispettivamente diavolo e fulmine (o tuono), mentre volendo unirli con gli ideogrammi, si ottiene Raima, o Marai.

Perfetto!

In effetti io i nomi li ho ricavati con il traduttore di google.Non ho dimestichezza con i nomi giapponesi.

TSUYOI KAZE

Tsuyoi kaze sorge su piku no senshi,una delle vette piu estese sotto il dominio aysin.questa montagna è una distesa di

rocce brulla, quasi priva di vegetazione con i fianchi scavati alla ricerca di metalli con nuvole nere di cenere e fumo che

avvolgo la cima celandone la vetta e che rusuona sempre del clangore dei martelli che battono il metallo. infatti tsuyoi

kaze è una colonia militare in cui vengono prodotti la maggior parte degli armamenti aysin.la colonia è relativamente

giovane rispetto alle altre infatti è nata durante il periodo delle aspre guerre tra popoli quando regnava il caos.tsuyoi kase è

abitata prevalentemente da dori che lavorano a ritmi disumani in mezzo ad alte temperature e suoni assordanti non per

niente chiamano la colonia la citta infernale ,per un dori(ha singolare e plurare questo nome cappellaio??) essere mandato

a lavorare a tsuyoi kaze significa la fine perchè ad aggiungersi alle condizzioni di lavoro c'è anche lo spietato klan

guerriero che domina sulla colonia,i senkayburedo;i componenti di questo hanno un aspetto fuori dal comune , sono degli

aysin albini,occhi rossi e capelli bianchi ;a chi non li ha mai visti potrebbero sembrare demoni alati ,altra motivazione

del nome con cui i dori chiamano tsuyoi kaze.

governo

la colonia è dominata dai senkayburedo che imposero il loro potere fin dall'iniziono diventando cio che piu si avvina alla

classe nobile in una colonia militare come tsuyoi kaze. tutti gli altri klan temono e rispettono i senkayburedo e svolgo il

ruolo di "schiavisti", controllano che i dori svolgano il loro lavoro e che lo facciano bene .un klan particolare invece si

è specializzato nella creazione di manufatti e armi di alta qualità che costituiscono il loro equipaggiamento in battaglia

e quello dei senkayburedo e sono coloro che controllano la produzione e la dirigono.
le decisioni vengono prese da Idaina koto ate(destinato a grandi cose) il piu anziano del klan , dai suoi sette figli sui consiglieri e dal menbro piu anziano di ogniuno degli altri klan in un

consiglio in cui si discute di ogni aspetto della colonia , la decisione finale però spetta ad idaina valutando le di ogni membro e le competnze nel suo campo di azione (i figli sono i generali:aspetto militare;gli altri klan invece si uccupano del controllo degli schiavi e della produzione )

klan senkayburedo

era il caos, la gerra ifuriava in tutte le terre e gli armamenti non facevano a tempo ad uscire dalle fucine che erano gia

sul campo di battagli.la produzione raggiunse ritmi insostenibili e le materie prime iniziarono a scarseggiare.venne dato

l'ordine di colonizzare piku no senshi che sembrava essere ricco di metalli e venne affiddata la sua gestione ad alcuni tra

i klan piu forti in battaglia;data la sua importanza la colonia non poteva cadera sotto gli attacchi nemici.tra questi klan

spiccavano i senkayboredo ,degli aysin particola,fuori dal comune;degli aysin albini.i componenti di questo klan molto

orgogliosi e temerari sono nati per la guerra e come si distinguono per l'aspetto si distinsero subito socialmente.presero

il dominio sulla colonia e iniziarono a domirala con il pugni di ferro,tutto doveva andare come stabilito o le truppe

sarebbe rimaste senza armamenti.i senkayburedo guadagnariono il rispeto degli altri klan tramite le eroiche gesta durante

gli innumerevoli assalti nemici alla colonia che vennoro respinti con una ferocia bestiale.cosi con il passare del tempo

i senkayburedo si affermaro sempre piu e divennero gli amministratori militari e delle faccende burocratiche della colonia e gli altri klan i controllori

dei lavori al suo ineterno.[u][b]

ecco qua, ho risistemato un po' le cose prendendo anche spunto dal modo in cui ha strutturato paranoid la sua presentazione :§rsdfewqre:
sotto con i commenti :§dg:

allora, visto che mi pare abbiate sviluppato molto bene la parte relativa alla vita militare, io cerco di addentrarmi in quella religiosa.

(nelle parole non italiane ge e gi si leggono ghe e ghi, le doppie avrebbero un trattino sopra, ma non so come farlo)

Koogen-fuu
Nella zona centrale dei reami degli Aysin si trova un altopiano chiamato koogen-fuu. Non è molto esteso, e le sue pareti scendono ripide su tutti i lati, rendendo difficoltoso trovare una via d'accesso. L'unica costantemente praticata è quella del vento, che possono cavalcare solamente gli Aysin con le loro ali. Scostato dal centro dell'altopiano si trova un picco di modeste dimensioni, con un edificio dalle leggere architetture arroccato sulla cima. Il territorio intorno è coltivato, e molte casette punteggiano il paesaggio.

Chishiki no shinden
L'edificio sulla rupe è Chishiki no shinden, la casa dei kashikoi. Questi sono la più importante casta sacerdotale degli Aysin. I loro templi sono sparsi in ogni insediamento del popolo dell'aria, e kokkai (la più bassa categoria dei kashikoi) adempiono alle pratiche religiose dovunque sia richiesta la loro presenza. La principale divinità del pantheon Aysin è Koku, signore dell'aria e creatore del suo popolo. Nelle leggende Aysin sono inoltre presenti altre tre divinità:Kasai il rosso, Tochi l'ingenua e Mizu l'arrabbiato. Queste tre divinità avrebbero creato rispettivamente gli Askar, i Na'glosh e i Vatra. All'inizio dei tempi, le quattro divinità risiedevano felici a Zendra, ma mano a mano che le ere passavano, si sentivano soli. Gli animali che popolavano il continente erano belli e di compagnia, ma i quattro pensavano che non fossero abbastanza. Così ognuno, in segreto dagli altri, si mise a creare. Quando ebbero finito, si accorsero che anche gli altri non erano rimasti con le mani in mano, ed allora si mostrarono le loro creazioni. Con sommo stupore, i nuovi esseri erano tutti uguali. Ciò non piaceva ai quattro, che credevano di aver creato qualcosa di unico. Oltretutto videro che i loro figli avevano bisogno di territorio per vivere, e così cominciarono a discutere a chi spettassero le parti. Koku, che era il più scaltro dei tre, si avvicinò a Kasai e gli disse 'tu sei quello con il temperamento più focoso, il più coraggioso di noi. ti propongo di andare nel territorio a sud, che temprerà l'animo dei tuoi figli'. Kasai accettò, e trasformò i suoi figli in modo che potessero diventare i più resistenti guerrieri di tutti, dotandoli di forti scaglie, ma in verità il territorio a sud era brullo, caldo e arido, poco adatto alla vita. Poi Kaku andò da Tochi e le disse 'tu sei quella che più ama gli alberi e gli animali, e sai far nascere e crescere le cose meglio di tutti noi. io vorrei che tu prendessi il territorio più fertile a ovest, così che il tuo popolo possa crescere e prosperare'. Tochi accettò, e andò con i suoi figli in quei territori che Kaku le aveva consigliato, ma in verità erano pieni di legno e senza metalli, costringendo i figli di Tochi a vivere come barbari in capanne. Anche gli animali più feroci e grandi erano in quei territori. Poi Kaku andò da Mizu e gli disse 'tu sei quello più saggio e lungimirante, ei tuoi figli sono una moltitudine, quindi voglio che sia tu a prendere il controllo del mare a nord, che è il luogo più grande che si possa trovare'. Mizu accettò, e trasformò i suoi figli in modo che potessero vivere sott'acqua. Ma una volta arrivato si accorse che il suo territorio era quello più distante dal cielo, il posto degli dei. Capì di essere stato ingannato da Koku, e si infuriò, ma ormai aveva scelto. Infine Koku si rivolse ai suoi figli 'figli miei, voi siete i più fortunati di tutti i popoli sulla terra, poichè vivrete vicino agli dei, nella sede che si addice ai miei discendenti, il cielo'. E cosi i suoi figli ebbero in dono le ali, e non dovettero bruciarsi sotto il sole, vivere all'ombra degli alberi o nelle umide oscurità del mare. Fu così che gli Aysin divennero il popolo privilegiato dagli dei, e si insediarono sulle più alte montagne.
I kashikoi tengono memoria di ciò che avvenne all'inizio dei tempi, e lo tramandano alle future generazioni. Chishiki no shinden è un luogo di studio, nel quale giovani allievi Aysin imparono la religione, ma anche le altre materie. Qui vengono inviati i ricchi figli dei clan più potenti, alcuni per diventare fini strateghi, altri per ascendere nella gerarchia clericale.
Al vertice di questa vi sono i cinque Yuisho aru, che sono i più sapienti kashikoi, coloro che comprendono la volontà di Kaku e dei kami, i molti altri spiriti che abitano in tutti gli oggetti, in particolare in alcune reliquie custodite nel picco, cimeli di un antico passato che racchiudono un antico potere. Gli Yuisho aru, in verità, non sono solamente i massimi esponenti religiosi. Possiedono anche un'efficace rete di spionaggio, grazie al fatto che il viavai di gente e notizie nel sacro luogo è sempre intenso. Ma i venerabili sono restii a condividere questo potere. Sull'altopiano solo loro ne sono a conoscenza, e all'infuori lo utilizzano per favorire ora uno ora l'altro clan, a seconda di ciò che viene spedito sul picco come offerta.

La difesa e l'approvvigionamento
Ovviamente i kashikoi non potrebbero vivere su koogen-fu senza alcuna protezione. Oltre alle ripidissime pareti, vi sono un costante numero di soldati che vive sull'altopiano, lo coltiva, ci abita e bada a tutte le necessità dei saggi sul picco. Questo potrebbe sembrare strano, visto che solitamente sono i dori ad occuparsi di ciò, ma vi sono due ragioni. La prima è che nessuno al di fuori degli Aysin può calpestare il sacro suolo dell'altopiano, la seconda è che questi soldati sono i discendenti, o sono loro stessi, di onorevoli hanbun. Ad essi, dopo essere state tagliate le ali, è stato concesso dai vincitori, in virtù del loro valore ed onore, di vivere a koogen-fuu e di servire i kashikoi. Questa è una concessione ch viene fatta a pochi, poichè lasciar allontanare i perdenti significa dar loro la possibilità di ritornare un giorno, ma i clan vincenti alle volte lo fanno anche per dimostrare la loro superiorità. Col passare del tempo alcuni clan, impegnati a servire la religione, decisero di restare in quel luogo, per mantenere intatto il loro nome e per poter continuare ad essere vicini al luogo sacro, con la vergogna della sconfitta che si attenuava di generazione in generazione.

Il clero
Il clero è suddiviso in cinque ordini: Yuisho aru, Johkai, Meikai, Gonseikai e Kokkai, in ordine di importanza decrescente. Il culto dei kami e di Koku è praticato dalla maggior parte della popolazione Aysin, con eccezioni nei briganti e nei clan più guerrafondai, che ritengono una perdita di tempo occuparsi della religione. Vi sono sei gradi di specializzazione: il Grado Superiore, il Primo grado, il Secondo, il Grado intermedio, il Terzo e il Quarto grado. Il superamento di questi gradi consente l'accesso all'ordine successivo. I livelli successivi all'intermedio sono conferiti solo ai sacerdoti che professano da più di vent'anni, sebbene esistano eccezioni dovute alla particolare cultura, saggezza e preparazione dell'individuo. Per diventare Guji, ovvero il sacerdote capo di un tempio importante, è necessario ottenere il grado più alto dell'ordine Meikai. Per diventare Guji di un tempio poco eminente si deve raggiungere il massimo grado dell'ordine Gonseikai.



ho tentato di far trasparire l'unicità di cui si fregia il popolo giapponese, e anche il loro distacco dagli altri popoli. la cosmogonia è un'idea per spiegare le ali degli Aysin, e anche perchè non vogliono avvicinarsi a terra se possono. la discendenza divina è come quella giapponese.
a questo punto vorrei domandarvi: ma la magia c'è in Zendra? se sì c'è comunque la possibilità di approfondire i manufatti antichi, o dare dei leggeri poteri magici ai kashikoi.
altra cosa è che gli Aysin, in quanto tizi con le ali, potrebbero formare una specie di posta, essendo loro i messaggeri più veloci. nelle grandi città in cui vivono tutte le razze (se ce ne sono) potrebbe esserci questo servizio.

tutto è stato buttato giù di getto, per cui aspetto commenti di qualsiasi tipo, su ciò che è possibile tenere e cosa no!
Mario

Mario.. devo dirtelo.. sei davvero un grande!
Mi è piaciuto tutto quello che hai scritto,bravo!

grazie! :§href:
ma andando a girovagare lungo le vie backgroundiche degli altri popoli ho notato che sono tutti magici (alcuni quasi esageratamente, ci sono i vatra che schioccano le dita ed evocano tempeste. neanche fossero nihjal XD).
quindi la proposta è: -li facciamo magici, controllatori dei venti, con i poteri in mano alla classe sacerdotale, che accompagna in battaglia i guerrieri, oppure
-i poteri sono dati dagli spiriti e sono infusi nelle armi e nelle reliquie (questo è più giapponese)
-non sono magici, ma sono così cattivi che uccidono le altre razze guardandole male XD

bel contributo!

darth revan ha scritto:

grazie! :§href:
ma andando a girovagare lungo le vie backgroundiche degli altri popoli ho notato che sono tutti magici (alcuni quasi esageratamente, ci sono i vatra che schioccano le dita ed evocano tempeste. neanche fossero nihjal XD).
quindi la proposta è: -li facciamo magici, controllatori dei venti, con i poteri in mano alla classe sacerdotale, che accompagna in battaglia i guerrieri, oppure
-i poteri sono dati dagli spiriti e sono infusi nelle armi e nelle reliquie (questo è più giapponese)
-non sono magici, ma sono così cattivi che uccidono le altre razze guardandole male XD

oppure ancora, in modo da dar loro un aspetto ancora più arcano, potremmo renderli refrattari alla magia, come se fatti della materia inerte con cui creati gli esseri originari

[quote=
oppure ancora, in modo da dar loro un aspetto ancora più arcano, potremmo renderli refrattari alla magia, come se fatti della materia inerte con cui creati gli esseri originari [/quote]

potrebbe essere un dono del dio, per renderli più resistenti agli altri popoli. ovviamente questa refrattarietà sarebbe maggiore in base alla potenza.

mi immagino già i reparti speciali dell'esercito Aysin che calano in picchiata dall'alto, atterrando vicino allo stregone nemico e creando un'area refrattaria intorno a lui.

potrebbero comunque avere armi arcane. anche i giapponesi credevano che alcune armi sacre fossero abitate dai kami. come farsi scappare l'occasione perchè finalmente i kami possano far vedere il loro potenziale sul serio? :§errf:

direi di fare il punto.
il lavoro s'è interrotto, complice pure il periodo; io per primo sono stato occupato altrove.
ad ogni modo, la colonia di golgfag mi pare fosse ultimata, quelle di paranoid in dirittura d'arrivo e il pezzo di darth approvato da altri membri. yak, hai qualche bella sorpresa per noi?
giusto per proseguire l'integrazione della presentazione iniziale.

Mi spiace essermi fermato ma in questo periodo non ho avuto molto tempo da dedicare al bg.
Cercherò di partorire qualcosa a breve
:§nmghnb§:

Paranoid ha scritto:

Mi spiace essermi fermato ma in questo periodo non ho avuto molto tempo da dedicare al bg.
Cercherò di partorire qualcosa a breve
:§nmghnb§:

tranquillo, non voleva essere un diamoci una mossa :§href:
solo un promemoria per non perdere per strada un buon lavoro e un bel gruppo :§.po:

io se trovo l'ispirinazione per creare un altra colania con caratteristici particolari ci lavoro su ;)

spiacente cappellaio, purtroppo ho avuto degli...imprevisti, diciamo.
se volete però posso raccogliere qualche nome qua e là nei commenti altrui e metterlo in forma più idonea ad un giapponese reale.

ho cominciato una nuova colonia, pensando alla condizione di alcuni porti giapponesi una volta concluso lo shogunato e aperte le porte agli occidentali.

ops mi è sfuggita la tua risposta cap... :§,kjll:
se ti può consolare ho ripreso a scrivere ciò che mancava alla colonia che ho sviluppato.

comunque come al solito ottima idea! :§.po:

Premetto che questa non è farina del mio sacco. Essendo che pratico katori, ho pensato di farmi pubblicità :§href: , per cui questa è la storia "ufficiale" con alcune variazioni sui nomi.
Il personaggio potrebbe essere qualcuno dei tempi andati, che ha combattuto in qualche famosa battaglia. I nomi possono essere tranquillamente soggetti a variazioni.

La scuola di Katori
La nascita della scuola è riportata nei testi come una commistione di leggenda ed eventi storici, fatti e mitologia.
Il fondatore, Iizasa Choisai Ienao, era il figlio di uno Hanbun appartenente alla piccola nobiltà di campagna che viveva nel villaggio di Iizasa (oggi Tako-machi). Ancora giovane Ienao già si distingueva negli studi marziali della spada e della lancia. Presso gli uomini del clan Chiba, i suoi superiori, Ienao era ben conosciuto per la sua eccellenza nelle abilità marziali.
Il giovane Ienao partecipò a combattimenti individuali sul campo di battaglia e non fu mai sconfitto. Così la sua fama di guerriero si estese velocemente da un capo all’altro del territorio. Più tardi, con la caduta del clan Chiba, Ienao si staccò dal suo stesso clan e dagli alleati e donò un migliaio di hifu al tempio di Katori, uno dei maggiori nei quali si venera Koku, signore dell’aria.
Ienao si recluse a Umekiyama, un posto collocato vicino il recinto più interno del tempio di Katori.
Durante il periodo in cui Ienao visse un’esistenza ritirata, avvenne che uno dei suoi devoti discepoli si recasse a lavare un cavallo ad una fonte vicino al tempio di Katori. Poco tempo dopo il cavallo iniziò a soffrire di forti dolori e, pochissimo dopo, morì. Ienao si meravigliò per l’accaduto ed attribuì questi straordinari effetti al potere divino di Koku che, secondo lui, aveva provocato la morte del cavallo.
All’età di sessant’anni allora, Ienao decise di dedicarsi ad una quotidiana adorazione al tempio di Katori per un periodo di mille giorni. Durante questo periodo, e dopo aver compiuto un’austera cerimonia di purificazione, s’impegnò in un severo regime di allenamento marziale. Mentre era in questo stato di disciplina spirituale, così ci narrano, Ienao ebbe una visione di Koku. Questa potente divinità, con l’apparenza di un giovane ragazzo alato, apparve a Ienao dopo che si era seduto su un ramo di un vecchio albero di prugno, vicino al luogo dove era solito allenarsi. La visione offerse a Ienao un volume di Heiho Shinsho, un libro di strategia marziale scritto da mani divine.
La visione gli predisse pure: “Tu diverrai il più grande maestro di tutti gli uomini di spada sotto il sole”.
Dopo questa esperienza Ienao fondò la propria tradizione marziale e premise al nome formale di questa l’espressione “Tenshin Shoden”, che ricorda la trasmissione divina ricevuta da Koku.
Un enorme numero di manoscritti sulla strategia marziale sono tuttora conservati dall’attuale capo della famiglia Iizasa a testimonianza della grande esperienza pratica e spirituale acquisita da Ienao nelle discipline marziali.
Il maestro Iizasa Choisai Ienao morì alla veneranda età di centodue anni.

Allora metto una piccola parte del lavoro che avrei dovuto finire ormai da secoli.


Clan Shinokage

Questo giovane clan nasce dalla profonda spaccatura avvenuta tra i ranghi del clan Arashi.Il sommo Raimei ha punito i traditori privandoli delle ali ed esiliandoli in un palazzo fortezza nascosto tra picchi proibiti.
Il clan, con il pretesto del tradimento, nasce per soddisfare l'esigenza del clan Arashi di ampliare i propri domini sulla terra. Poichè gli Aysin di natura non sono avvezzi al combattimento terrestre il signore della guerra ha sperimentato una nuova formula per ovviare a questo problema utilizzando come cavie i suo vecchi compagni.
La nascita degli Hanbun
In seguito alla definitiva sconfitta dei traditori Arashi Raimei sottomise i superstiti e iniziò una serie di esperimenti atti ad ottenere il guerriero definitivo.
Il primo passo fu amputare le ali, troppo ingombranti per il combattimento a terra. Successivamente venne introdotto un intensissimo nonchè crudele allenamento atto a potenziare i guerrieri sia nell’anima che nel corpo. Inutile dire che ben presto il clan Shinokage raggiunse risultati assolutamente straordinari tanto che il più umile dei guerrieri potè facilmente eguagliare la maestria dei più prodi combattenti non solo del popolo Aysin ma di tutti i popoli.
Raimei, soddisfatto dagli eccellenti risultati, comprese ben presto che le sue creazioni potevano un giorno fatalmente rivoltarsi contro di lui. Per rendere i suoi nuovi guerrieri assolutamente fedeli il signore della guerra sfruttò due metodi:impiantò all'interno di ogni guerriero un ordigno esplosivo askar e sottopose ogni individuo ad un processo di forte condizionamento mentale.
Fu così che gli hanbun divennero le migliori truppe dell'esercito Aysin. Forti, veloci, abili, incapaci di provare dolore, fortemente disciplinati e completamente al servizio del proprio signore.
L'organizzazione
Anche qui l'organizzazione del clan è altamente militarizzata.
Alla testa del clan si trova il maestro Kenkaze, Signore della Guerra. Egli è il braccio destro di Raimei, un servitore fedele fino alla morte capace delle più ripugnanti azioni nel nome del suo signore. Kenkaze è uno dei pochi all'interno del clan ad aver mantenuto le ali,simbolo del suo status e della vicinanza al signore Raimei. Egli tuttavia , nonostante il palese ingombro, si è dimostrato più volte capace di tener testa ai migliori Hanbun del clan ( fonti maligne paventano la possibilità non troppo remota di scontri truccati)


Purtroppo il tempo (e testa) per queste cose generalmente mi manca.Vedrò comunque di postare un aggiornamento più o meno ogni settimana in modo da arrivare a fine anno al completamento del popolo.

Durante l'era Hiyoko (nda: "hiyoko", "pulcino" indica un periodo di poco più di tre secoli che ha visto succedersi una lunga scia di imperatori incapaci), una vasta armata Askar circondò la città, per poi ripartire il giorno successivo.
La delusione fu più forte del sollievo. Gli invasori, usciti illesi dal confronto, sarebbero stati sufficienti per conquistare la stessa Kuchi. Oltretutto, non c'era nessuna decisione saggia da poter prendere per quanto riguardava la guarnigione cittadina. Prima era necessario sapere cosa accadeva a nord, forse attendere ordini. Con il vento favorevole, il tragitto da Kuchi non durava più di una settimana.
Nell'attesa, tutti i profughi che si erano rifugiati entro le mura di Kuredoru dovevano tornare il più rapidamente possibile ai propri villaggi per poter cominciare a ricostruire tutto quanto fossero stati in grado di realizzare prima dell'arrivo delle piogge invernali. Dovevano anche essere provvisti di animali e granaglie, in modo che la loro vita potesse ricominciare lungo i solchi consueti.
Sei giorni più tardi, giunse notizia che l'imperatore si era diretto a Kuchi con le truppe che era riuscito a racimolare, cinquecento guerrieri in tutto, per affrontare il nemico in campo aperto. Non era stata un'iniziativa particolarmente saggia, visto che la pianura intorno alla città ben si adattava alle doti dei combattenti del deserto. Sarebbe stato meglio organizzare la difesa delle mura.
Quando i rinforzi si erano resi conto della schiacciante superiorità del nemico, erano riusciti per un pelo a riparare in città, dove ora si trovavano asserragliati. Gli Askar avevano lasciato un contingente d'assedio per tenerli dov'erano. Nella piana, i loro velocissimi cavalieri non avrebbero avuto difficoltà ad annientare la pesante avanguardia imperiale, oltretutto numericamente inferiore.
I difensori di Kuredoru dovevano inviare al più presto tutti i loro hanbun con equipaggiamento pesante e senza schermagliatori a protezione dei fanti per ingaggiare il contingente d'assedio un'ora prima del tramonto. Nel momento in cui fosse stato sferrato l'assalto, l'esercito chiuso dentro le mura ne avrebbe scatenato uno simmetrico in modo che la truppa d'assedio restasse schiacciata tra due scudi. Questo era il piano. Si trattava di ordini dell'imperatore e dunque non c'era nulla da discutere. Decisero ugualmente di portare con sè alcuni Dori come spie: si sarebbero avventurati in un territorio dominato dalla cavalleria nemica e l'unica protezione disponibile era la possibilità di attingere a informazioni sicure su quale percorso seguire o evitare.
I Dori si staccarono dalla colonna in avanzamento come un ventaglio e quando si avvicinarono a Kuchi, sembrava che ancora non fossero stati scoperti. O avevano avuto una fortuna sfacciata, eludendo la catena di esploratori nemici, oppure il caso li aveva guidati per mano.
Secondo il rapporto dei Dori, c'erano due possibilità. Poichè la boscaglia arrivava a estendersi quasi fino a Kuchi, si poteva giungere il più vicini possibile al nemico se si attaccava direttamente da est. Con un po' di fortuna, si sarebbe riusciti a penetrare entro il raggio d'azione di due lunghi tiri di freccia prima di dover sferrare l'attacco vero e proprio. Lo svantaggio era rappresentato dal fatto che in questo caso si sarebbe stati costretti ad attaccare con il sole al tramonto dritto negli occhi.
La seconda possibilità era compiere un lungo arco in direzione nord-est e piegare poi verso ovest e verso sud. In questo modo, si sarebbe giunti da nord, evitando di rimanere abbagliati. In compenso, però, aumentava il rischio di venire scoperti. Si decise di attendere dove si trovavano, invece di spostarsi ed essere avvistati. Avrebbero sopportato lo svantaggio del sole: le forze nemiche erano dieci volte le loro, e tutto dipendeva dalla sorpresa, dalla rapidità e dall'impeto del primo attacco. Avanzarono quindi il più lentamente e silenziosamente possibile attraverso la boscaglia sempre più rada, che sporgeva come una lingua verso Kuchi. Impiegarono qualche istante a guardare l'accampamento nemico, che si estendeva lungo tutta la fiancata orientale delle mura. La maggior parte delle cavalcature si trovava in grandi recinti alle due estremità del campo, più lontana dalle mura cittadine del resto delle truppe d'assedio. Questo particolare era determinante. Non c'era bisogno nè di tempo nè di riflessione per sapere come doveva essere sferrato l'attacco. La prima fila cominciò a muoversi, mentre i fanti che seguivano avanzarono ordinatamente verso i lati. Nel momento in cui gli hanbun uscirono dalla boscaglia sembrò che il centro restasse fermo mentre due immense ali d'argento s'aprivano sui fianchi. Quando l'intera truppa si ritrovò su una linea diritta, lo scalpiccio degli stivali corazzati aumentò fino a trasformarsi in un rombo potente, e tutti si lanciarono alla massima velocità per le ultime lunghezze, prima di piombare sull'accampamento nemico coprendone l'intera larghezza.
Pochi Askar avevano fatto in tempo a balzare in sella, e furono il primo obiettivo degli attaccanti. Contemporaneamente, ci si avventò sui recinti, abbattendoli, mentre le bestie nemiche venivano infilzate perchè, in preda al panico, indirizzassero la loro folle fuga verso il campo, che presto si trasformò in un unico caos di animali impazziti, soldati che correvano a prendere le loro armi o cercavano di evitare gli hanbun in mezzo a tende che crollavano e fuochi da campo che spandevano carboni ardenti e scintille in ogni direzione quando venivano calpestati.
Le porte di Kuchi erano state spalancate e da quel lato stava ora accorrendo l'esercito imperiale, disposto su due colonne e diretto verso il cuore degli assedianti. Quando quelli di Kuredoru se ne accorsero, ordinarono al loro alfiere di lanciarsi verso sud, in modo che tutti lo seguissero e lasciassero spazio ai rincalzi. Ben presto gli Aysin si ritrovarono uniti e attraversarono l'esercito nemico, spazzando via tutto ciò che incontravano. Gli avversari non avevano avuto il tempo di superare il terrore e la sorpresa iniziali, e non avevano dunque ancora compreso l'esiguità di chi li aveva gettati nello scompiglio. Più di duecento prigionieri furono condotti in città, e il campo di battaglia venne lasciato alle tenebre e ai Dori.
I guerrieri di Kuredoru si raccolsero nella piazza grande. Qualcuno mancava. Considerando quant'era stata schiacciante la vittoria, si trattava di un prezzo molto basso, ma l'importante, al momento, era ritrovare i compagni caduti o feriti.
In città, la festa per la vittoria era in pieno svolgimento, ovunque tranne che nel quartiere adibito a infermeria. Lì regnavano il silenzio e l'oscurità, rotta soltanto da qualche candela accanto a chi necessitava di cure.
I giorni successivi furono pressochè privi di avvenimenti. I prigionieri vennero incatenati e messi al lavoro per seppellire i cadaveri, numerosissimi. Di tanto in tanto, arrivavano gruppetti di Dori con altri Askar, legati a strascico dietro di loro. Portarono anche notizie sugli spostamenti del grosso dell'esercito. Al contrario di quanto ci si sarebbe potuti aspettare, aveva allentato le redini, dandosi al saccheggio del territorio compreso tra Kuchi e Kuredoru. Evidentemente confidava di non potersi imbattere in truppe nemiche, rinchiuse com'erano nelle loro roccaforti.
A Kuchi, intanto, si tenne un consiglio di guerra. L'imperatore sedeva su una portantina coperta, in modo che dall'esterno lo si distinguesse solo come un'ombra. Nella battaglia che si prospettava, potevano sperare, nella migliore delle ipotesi, di disturbare i cavalieri di cenere al punto da ritardarne l'azione, in modo che le piogge trasformassero i monti lì intorno in una fredda distesa di fango rosso coperta di neve bagnata e spazzata da venti impetuosi e l'assedio cessasse per ragioni diverse dal coraggio e dalla risolutezza dei difensori.
Le truppe di Kuredoru sarebbero partite corazzate di tutto punto e con le provviste ridotte al minimo: l'unica soluzione consisteva nel ritrovarsi, assai velocemente, in una situazione in cui l'agilità degli Askar fosse limitata per una qualche ragione e in cui la ponderosità e la potenza risultassero determinanti.
La questione della posizione degli hanbun, in testa o in coda all'esercito, richiese invece una più attenta pianificazione. In caso di attacco a sorpresa da parte del nemico, che con ogni probabilità sarebbe stato sferrato frontalmente, era auspicabile avere le truppe migliori davanti.
Ma l'esercito Aysin non era molto imponente; se gli Askar avessero ingaggiato l'avanguardia, avrebbero visto prima i colori imperiali e creduto l'avversario vulnerabile, attaccando magari troppo presto con una divisione minore. In tal caso, sarebbe risultato vantaggioso se gli hanbun, nascosti dai variopinti soldati dell'imperatore, avessero potuto avanzare e superarli, scontrandosi coi nemici ormai troppo vicini per cambiare direzione.
Per chi, a differenza di coloro che si erano accalcati sugli spalti di Kuredoru, non aveva visto le immense schiere Askar sfilare per più di un'ora, l'esercito che lasciò Kuchi doveva apparire molto potente.
Il tempo era freddo e umido, con venti provenienti da nord-ovest troppo deboli per squarciare la nebbia che andava e veniva a capriccio. La visibilità limitata poteva favorire gli uni e penalizzare gli altri, ma coloro che beneficiavano del maltempo erano senz'altro gli Aysin, che conoscevano bene i dintorni.
Come facessero i Dori a non perdersi nella foschia, non lo capiva nessuno. Comunque, si avvicendarono con rapporti contrastanti fin dalle prime ore di marcia.
A metà mattina, cominciarono a imbattersi in gruppi di predoni sovraccarichi di merci, che ogni volta preferivano allontanarsi con il bottino invece di abbandonarlo per combattere. L'aspetto negativo di questi contatti era che gli Aysin dovevano aspettarsi entro breve una reazione. Ben presto, infatti, si materializzò un'unità di cavalleria ben organizzata. L'esercito imperiale spiccò immediatamente il volo, senza essersi nemmeno potuto fare un'idea dello schieramento che aveva di fronte. Era una tattica Askar sin troppo nota. Chi avesse inseguito una falange centrale in fuga avrebbe finito quasi sicuramente per essere circondato da nemici in avanzamento; una volta che la manovra fosse stata completata, si sarebbe udito il suono penetrante dei corni e il gruppo iniziale avrebbe invertito direzione andando all'attacco.
Gli hanbun, dal canto loro, raggiunta una gola, si ritrovarono in posizione sopraelevata, nel punto da cui partiva un lungo pendio che digradava verso la strettoia, simile al collo di una bottiglia. D'un tratto, là sotto si scorsero le prime unifomi nemiche. Stavano procedendo in lunghe colonne ai piedi della parete rocciosa: non c'era modo di valutarne il numero, variabile da mille a quattromila. Ne lasciarono passare alcune centinaia, quindi si lanciarono avanti. Il pugno d'acciaio degli Aysin venne sferrato proprio dove il nemico era costretto ad ammassarsi in doppia fila per passare. I cavalleggeri furono gettati l'uno sull'altro e all'indietro da un'ondata di armature e lame. Gli arcieri si trovavano indietro, senz'alcuna possibilità di individuare un bersaglio e investiti da una moltitudine di cavalcature prive di guida.
Al centro della vallata, dove la battaglia infuriava, nessuno vedeva granchè; per gli hanbun, era una consolazione, perchè non avevano che da farsi strada a colpi di spada in mezzo alla massa di nemici ancora troppo accalcata. Per gli Askar, che subivano il peso della fanteria avversaria, era la peggiore delle situazioni.
Qualcuno dei loro comandanti riuscì finalmente a ordinare la ritirata, ma quando si resero conto di essere bloccati da una salita troppo ripida, decisero di contrattaccare in velocità anzichè venire nuovamente compressi in quel budello. Il segnale d'attacco, però, fu frainteso dalla salmeria incaricata del trasporto delle provviste, delle bestie da soma e del bottino ottenuto con i saccheggi, che si diede alla fuga cozzando con i propri compagni.
Come si potè capire più tardi, il nucleo centrale dell'esercito degli Askar, che avrebbe dovuto fungere da esca, alla fine era stato sbaragliato dal contingente imperiale. Resisi conto di esser soli, si erano scoraggiati, dando il via a una ritirata collettiva.
Quando l'imperatore fece ritono per celebrare la vittoria, che riteneva di aver colto da solo, lo splendido successo degli hanbun doveva ancora raggiungere il suo culmine.
L'armata Askar era ormai annientata, e anche se ne restava un numero sufficiente per poter vincere in circostanze diverse e in un'altra occasione, in un altro luogo e con una situazione meteorologica diversa, i manipoli isolati non potevano sapere dove fossero gli altri.