Cronaca delle avventure di Hvergelmirsen Ulfhjem Njordsen

Con l'aria di uno che le aveva ripetute molte volte il funzionario addetto ai duelli ripeté le regole. Non che ve ne fossero molte. Era permesso usare qualsiasi arma e stratagemma, ma tassativamente vietato a chiunque intervenire in alcun modo nel duello e i duellanti non potevano lasciare il picco o coinvolgere loro stessi terzi nello scontro.
Il funzionario concluse ricordando che il vincitore aveva diritto di bottino sulle proprietà del perdente.
Una volta terminato l'avviso il funzionario chiamò i due contendenti e chiese a ciascuno di loro se era pronto.

L'agaro non se lo fece ripetere due volte: "Io pronto."
Il rumore del suo pugno che batteva contro il petto terminò la sua secca frase.

Il Fo'Kopas annuì con un grugnito. "Pronto a far uscire il liquido rosso dalla montagna di latte bianca" disse con una rauca risatina. Il funzionario annuì e dopo essere indietreggiato alcuni passi scandì con voce stentorea: "Che lo scontro abbia inizio!"

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dichiara la tua azione.

L'adrenalina accumulata da giorni esplose in uno scatto fulmineo dei muscoli. Ascia in pugno, come una tigre sulla preda balzò con noncuranza sull'avversario imprimendo tutta la forza del suo selvaggio impeto.


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Spaccamontagne.

Mentre i due si correvano incontro l'agaro caricò il suo colpo terribile. Vide il fo'kopas prendere una spada per la lama e scagliarla contro di lui. Proprio al momento del lancio però questa sfuggì di mano al suo avversario sbilanciandolo.
prima che Hvergelmirsen potesser però cantar vittoria Ru'Ngrar'Dra usò la sua altra spada per contrastare il colpo e ne sfruttò la forza per tirarsi fuori dalla traiettoria, facendo alcuni passi indietro.
Il pubblico dello scontro che si faceva sempre più numeroso rispose con grida e incitazioni all'errore del fo'kopas prima e alla sua mezza parata poi.
Adesso erano di nuovo l'uno a pochi passi dall'altro pronti a darsi nuovamente battaglia.

La sua ascia fendette l'aria tanto da poterne udire la lacerazione, ma Hvergelmirsen non permise di lasciar vanificato quello slancio: usò il peso stesso della testa della sua arma come forza per un nuovo impeto, forse ancora più potente del precedente. La precisione del colpo lasciava a desiderare, ma la ferocia del ringhio che gli uscì dalla gola era un inquietante anticipo.

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spaccamontagne nuovamente

L'agaro si trovava a fronteggiare un avversario veloce come un serpente ed altrettanto pericoloso. Con una rapidità sorprendente il fo'kopas, scansò l'attacco rispondendo con una raffica di colpi di spada. Un paio di colpi penetrarono appena la corazza di tela di ragno, ferendolo di striscio.

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Hai subito 10 PV di danno. Te ne restano 150.
Dichiara cosa fai nel prossimo giro.

Per non perdere l'equilibrio, si dovette fissare sulle poderose gambe; riprese a respirare normalmente e il battito del suo cuore si calmò quel tanto che bastava da recuperare la lucidità mentale.
Un graffio poteva essere un buon prezzo per studiare un avversario: era agile e astuto, e la sua arma poteva essere più infida di un serpente.

Colpì.


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Colpo normale.

L'agaro iniziò una serie di poderosi colpi, che il suo avversario parava e deviava con abilità anche se era evidente che la superiorità fisica era di Hvergelmirsen. Tanto che alla fine una serie di colpi d'ascia andarono a segno e il fo'kopas riuscì a stento a trasformare un colpo in grado di decapitarlo in una profonda ferita al collo da cui sprizzava sangue.
Ru'Ngrar'Dra lo guardò con odio mentre indeitreggiava di nuovo di un paio di passi poi per qualche istante la sua pelle si fece come biancastra e gran parte del complicato tatuaggio che aveva sull'addome e sul fianco sinistro si schiarì fino a scomparire.
Anche una ferita che aveva al fianco si chiuse nello stesso momento e pure la perdita di sangue parve essersi ridotta agli occhi dell'agaro.
Il fo'kopas afferrò quindi le sue armi e iniziò a farle volteggiare attorno a se utilizzando la lunga catena che le univa, quindi caricò Hvergelmirsen .

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hai inflitto 50 PV di danno più un critico che ha portato a emorragia da 6PV/Giro
Il danno inflitto ha rigenerato le tue ferite riportanto i tuoi PV al massimo
Il fo'kopas si è curato 16 PV di danno e ha dimezzato la gravità dell'emorragia.

PX
Stile della ferocia=5
Forza=2

L'agaro si abbandonò in una risata rabbiosa: rimase fermo lì, i piedi saldi a terra come radici di una secolare quercia. Qualunque cosa gli fosse andata contro, lui non si sarebbe mosso.
Alzò quindi la pesante ascia sopra le spalle che, come il gesto di un crudele boia, sarebbe piombata sulla sua vittima.
"Cane di un fo'kopas! Ti scotennerò come i maiali a cui appartiene la tua famiglia!"


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colpo normale

Hvergelmirsen con un colpo possente dall'alto verso il basso spezzò il mulinello di spade del fo'kopas, troncandogli buona parte di indice e medio della mano destra, che schizzarono via verso gli astanti. Assestò un secondo colpo quindi al fianco destro scoperto affondando l'ascia in profondità.
Il fo'kopas lo superò di lato, fece tre passi e poi stramazzò al suolo in un tintinnio di catene.

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PX
Stile della ferocia=5

Si avvicinò a lui, sguardo di pietra. Levò nuovamente l'ascia impugnandola con ambo le mani: l'ultimo suono che si udì da quell'individuo era quello prodotto dal rotolare della sua testa.

Gli spettatori che si erano radunati intorno al luogo del duello iniziarono a abbandonarlo, lasciando pian piano l'agaro in compagnia di Lothran, Manidoro e Elmer, più alcuni nani curiosi che ancora bighellonavano lì attorno sbirciando il vincitore sottecchi.
Il funzionario che aveva sovrainteso lo scontro si fece avanti.
"Le spoglie e quant'altro appartenesse allo sconfitto ora di diritto appartengono a te" disse rivolto anche al nano vestito di grigio, che aveva un'aria terrea da quando il fo'kopas era caduto. Questi (il nano vestito di grigio) tirò fuori una pergamena e la diede al funzionario dicendogli qualcosa in nanico. Si avvicinò quindi controvoglia a Hvergelmirsen portandosi dietro la jidar e gli porse le corde che erano legati ai di lei polsi dicendo: "Ora appartiene a te." Osservandoli l'agaro notò che il primo aveva l'aria da cane bastonato e la seconda lo guardava terrorizzata. Dopo aver letto la pergamena anche l'altro nano gli si accodò per parlare col giovane guerriero.

Afferrò la corda e un grugnito gli uscì dall'ugola quando la strattonò con noncuranza per dar spazio agli altri presenti.

Notò il nano che si portava avanti per rivorgergli la parola, ma prima di voltare lo sguardo su di lui si soffermò per qualche istante sul corpo del fo'kopas, spinto dalla bramosia di averi, armi e preziosi.

Sfortunatamente, a parte le due spade unite dalla catena, il fo'kopas non sembrava portare gioielli o altro. L'unica nota di colore era data dai tatuaggi che l'agaro notò, non senza stupore, stavano lentamente sbiadendo dal corpo.
Il funzionario nanico gli si fece da presso, con una pergamena in mano: "Ru'Ngrar'Dra il fo'kopas ha fatto, come richiesto per chi partecipa a un duello senza avere tutti i suoi beni con sé, un elencazione dei suoi beni non presenti. Essi sono:

• 2 lucertole da caccia date in concessione al Dranista Dudal Occhioduro
  
• La proprietà della taverna del Serpente Untuoso, con annesso affittacamere data in gestione a Botadil Rompiteste
  
• 3 servitori piedenero in stato di schiavitù
  
• 9 rubini rossi
  
• 2 bacchette di cristallo
  
• 13 pezzi d'oro
  
• 22 pezzi d'argento
  
• 134 pezzi di rame
  
• 3 teste rimpicciolite di precedenti avversari (detto con un certo disgusto)
  
  

"Tutto quanto ho elencato potrai ritirarlo presso Dudal Occhioduro - indicò il nano vestito di grigio - che ne garantisce l'integrità."

Ascoltò con attenzione l'elenco letto dal funzionario, lo sguardo che fissava il terreno. Poi si rivolse a Dudal in tono secco: "io vuole tutto e subito!" ...per poi fissare Helmer con un ghigno di soddisfazione.

Il nano guardò prima il funzionario e poi Hvergelmirsen e quindi di nuovo il funzionario mentre la sua faccia si faceva verde, poi sbottò: "Va bene. Ti darò quanto è tuo, subito. Vieni con me."
Lothran ascoltando si inserì: "Se non hai nulla in contrario verrò con te: potrebbero esserci documenti di proprietà scritti in nanico..." Disse, lasciando come evidente sottointeso che era probabile che Dudal avrebbe provato a fregarlo sfruttando la sua ignoranza in quella lingua.
Dopo aver risposto allo sguardo dell'agaro con un cenno di assenso del capo anche Elmer si avvicinò. "E' un combattente molto promettente, vero Dudal? Peccato che tu non sia all'altezza per averlo nel tuo ginnasio."
Dudal replicò qualcosa, di certo un insulto di qualche genere, ma Elmer gli rispose con una semplice risata, poi disse all'agaro nella sua lingua: "Un bello scontro. Ci rivedremo più tardi" lasciando il nano in grigio molto sconcertato.

Annuì ad Elmer, poi seguì i nani silenziosamente. La cordicella alla quale era legata l'elfa veniva strattonata con sempre più noncuranza, ma lo sguardo dell'agaro non poteva fare a meno di soffermarsi di tanto in tanto sul corpo della giovane.

L'agaro e i due nani tornarono sui loro passi fino quasi a tornare nella grotta principale in cui scorreva il fiume sotterraneo. Qui Dudal entrò in un edificio sulla destra e li invitò senza gioia a seguirlo. L'arcata di ingresso era ampia ma si allargò ancora divenendo una grotta circolare circondata da altri edifici. Era un po' come oltrepassare la palizzata di un villaggio e trovarsi nella piazza, con altre costruzioni intorno. Solo che qui ogni cosa era ricavata scavando la pietra, cosa che ad Hvergelmirsen sembrava enormemente più complesso.
Dudal sbraitò un ordine ad un altro nano vestito più modestamente che si era fatto loro incontro all'ingresso.
"Gli ha ordinato di andare a prendere la gabbia con le lucertole" tradusse Lothran.
Proseguirono quindi entro l'edificio della corte che si trovava più a destra, entrando prima in una camera con varie panche e poi in un'altra con un tavolo di pietra elegantemente lavorato, circondato da alcune sedie dello stesso materiale. In questa stanza vi erano anche ricavate dalle pareti due grosse credenze ingombre di carte e contenitori di legno.
Il nano loro ospite ne prese alcune da un ripiano e dopo averle poste sul tavolo fece lo stesso con una cassa di legno, che tintinnò quando fu messa sul tavolo.
"C'è tutto, meno i tre piedenero, che sono a lavorare alla taverna da Botadil Rompiteste e le due lucertole che troverete qui fuori in una gabbia su ruote. Controllate pure." Spinse la cassa e le pergamene verso di loro poi si accomodò sulla più grossa delle sedie e stette ad aspettare a braccia conserte.
Lothran indicò le carte all'agaro.

Hvergelmirsen non si fece nemmeno briga di prendere le carte, guardò i due nani presenti e disse secco:
"Io vende tutto! Io vuole soldi! Io viaggia, io muove, io incontra, io avventuriero. Io non può porta tutta cosa con io!"
A onor di eloquenza, sfregò il pollice con l'indice, poi disse ancora:
"Dove io vende tutto? Dove io va vende tutto?"

Lothran borbottò qualcosa tipo "non è semplice", ma a Hvergelmirsen parve più un pensiero ad alta voce che una frase diretta a lui.
Dudal invece squadrò l'agaro e gli occhi del nano si fecero sorcini: "Vuoi vendere tutto in cambio di oro o gemme? E per comprare cosa se Dudal non è impiccione? Magari Dudal ha già qualcosa che un guerriero come te può piacere..."

Hvergelmirsen lo squadrò: "Cosa tu può dare me che me non ha?"

Dudal sghignazzò. Quindi aprì una delle credenze e spostato un contenitore di terracotta fece qualcosa che l'agaro e l'altro nano non poterono vedere perché impediti dal corpo del dranista. Quest'azione provocò uno scatto metallico e quando il nano si voltò verso di loro aveva in mano una scatola con coperchio di pelle grigia. La posò sul tavolo e la aprì.
Dentro vi era un cinturone spesso più d'un palmo realizzato intrecciando un gran numero di corde sottili di colore biancastro e ricoperto da una spessa lamina di metallo del colore dell'argento ma più brillante.
La lamina era lavorata e mostrava figure di guerrieri nani che combattevano.
Lothran disse qualcosa in nanico con un tono che denotava un evidente stupore.
Dudal annuì e disse: "Già è proprio una" usò una parola nanica che Lothran anche aveva appena detto e che a Hvergelmirsen suonava come Riestarc o qualcosa del genere. "E' magica e quando la indossi la forza racchiusa nei capelli dei giganti di caverna con cui è intessuta scorre nel tuo corpo, rendendoti forte come un gigante."
Lothran obiettò qualcosa in nanico ma Dudal gli rispose battendo il pugno sulla pietra e dicendo: "Me ne importa meno del rame delle tradizioni e del fatto che lui non sia un nano. La Reistarc è mia e la scambio con chi mi pare!"

Il giovane osservò bene la cintura. Non potette fare a meno di soffermarsi sui particolari, la cui maestria nell'inciderli non era paragonabile a nulla di cui aveva già visto prima.
Il suo sguardo era meditabondo e la voce ferma: "Come io sa questa fa quello che tu dice di forza? Perchè io deve credere? Io vuole dimostrazione! E poi... quanto tu vuole?"

"Una dimostrazione?" il nano ridacchiò, mentre Lothran lo guardava torvo.
"Certamente! Venite" disse loro invitandoli a seguirlo fuori dalla stanza e quindi a tornare nuovamente nella corte, e da lì imboccarono un passaggio stretto, una sorta di corridoio di una dozzina di passi che terminava con uno slargo semicircolare nel cui centro vi era una porta di ferro sorvegliata da un nano in armatura con una balestra in pugno e un ascia alla cintura.
Questi si scostò al passaggio di Dudal che tirata fuori una chiave la girò rumorosamente nella toppa e dopo vari scricchiolii ve ne fu uno più forte a il nano spinse la porta aprendola. La stanza in cui entrarono era rettangolare e su tutte le pareti correva una sorta di rastrelliera su cui erano appese un gran numero di armi. Abbastanza per armare un gran numero di agari, ma il giovane guerriero non ebbe tempo di guardarle con attenzione perché Dudal si era avvicinato ad una di esse e li esortò a fare lo stesso. Si trattava di un enorme maglio da guerra il cui solo manico di metallo era tanto lungo quanto Hvergelmirsen alto e sopra di esso vi era una testa di roccia granitica scolpita, lunga almeno un braccio e tra larghezza e profondità l'agaro non dubitava che potesse schiacciare una testa.
"Questo martello apparteneva ad un Reistarc. Prova a brandirlo con le tue forze se ti riesce - Dudal lo sfidò - se non ci riuscirai ti darò la cintura e potrai provare di nuovo indossando quella."

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Per brandire il maglio devi fare un test sulla Forza contro 45 (27 o più con un d20, per riuscire solo a sollevarlo ti basta un 12 o più)
Se non ti ricordi come tirare i dadi avvisami ti mando tutto.