Campagna Bad Boys - I - Duro come la roccia

Stufo di star a perdere tempo per nulla mentre la gola gli ardeva dalla sete grugnì e lasciò stare la bisaccia appesa al cavallo, tornando prima a fissare il pozzo lì vicino con aria di sfida e poi spostando lo sguardo sulla non lontana figura del suo nuovo compagno di ventura. "Hei, allora, questa diamine di corda? ho le budella che vanno in fiamme, dobbiamo procurarci dell'acqua da quel dannato pozzo, non trastullarci!" ringhiò con voce arrochita dalla sete, scuro in volto e visibilmente di pessimo umore...non sembrava proprio il tipo con cui ti fermeresti volentieri a parlare. calciando con furia un sassolino a portata di piede attese che l'altro cerchi, intanto arrovellandosi su come arrivare al bene prezioso che giaceva nel fondo dell'oscuro fosso.

LAUTREC: Il nomade aveva improvvisamente preso l'arco, un arma caratteristica della sua gente di cui l'agaro conosceva bene l'efficacia. Per qualche momento pensò che la loro breve alleanza fosse già finita ma poi il suo compagno gli indicò a valle verso sud e aggiunse: "Qualcuno sta cercando di avvicinarsi, probabilmente di nascosto..."

CYNATH: Fermo in attesa il giovane hulam non notò nessun ulteriore movimento, ma il vento gli portò un mozzicone di parole: non riuscì ad afferrarne il senso, ma comprese che si trattava della lingua del commercio e che quindi era molto improbabile che quelli che stavano tra le rovine fossero orchetti o nomadi narr. In quanto tale la lingua del commercio era usata principalmente da mercanti o per comprendersi tra popoli diversi.

Belgahirt si rassereno sentendo quella voce che significava che quelli non erano né orchetti né narr, appoggiando la testa alla pietra che gli offriva riparo, penso di potersi presentare in maniera pacifica a quelli che fino un attimo fa considerava nemici, magari non l’avrebbero ucciso e gli avrebbero acconsentito a passare la notte al sicuro tra le rovine, tuttavia non aveva ancora la certezza che l’essere, visto e i suoi probabili compagni non gli siano ostili, potevano essere banditi o comunque delinquenti pronti a uccidere, lanciò un ultimo sguardo assonnato all’essere e decise di attirarlo da solo al di fuori delle rovine per vederlo meglio sempre pero senza farsi notare, per capire se ci si poteva fidare lancio così con tutta potenza un sassolino verso il nemico.

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riesco a vedere che ha preso l'arco?

"Cosa? sei sicuro? "

Questa non ci voleva: non aveva la mezza voglia di un nuovo scontro, affaticato e assetato com'era. quindi rimurginò per qualche istante sul da farsi...impiegò solo pochi secondi ad arrivare a optare per una soluzione il più possibile diretta e semplice: in fondo non era uno che andava tanto per il sottile

"Ehi, tu. Esci fuori dal buco in cui ti nascondi e fa vedere la tua faccia se non vuoi che ti scovi e rompa le tue ossa senza darti manco la possibilità di prendere fiato tra un gridolino e l'altro!"

Esclamò l'enorme umano a squarciagola, con voce arrochita per la sete che ancora soffriva

CYNATH: Belgahirt stava lì lì per lanciare quando sentì le grida, distinguendone stavolta ciascuna parola.

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Belgahirt: Decidi se lanciare ugualmente il sasso o meno, visto che, dopo il post di Lautrec, potrebbe essere inteso in modo diverso che prima.

Lanciò un occhiata d'intesa col suo compagno, quindi tornò a rivolgersi al "fantasma" che gli parlava.

"senti, siamo assetati e stanchi e non ci va di combattere; se ti unisci a noi e non rompi i cosiddetti allora probabilmente non ti torceremo un capello...ma continua a starti lì nascosto e ti vengo a scovare io...inoltre presentati prima te."

Concluse annuendo forte col capo per poi restare in silenzio ad attendere una risposta dello sconosciuto

"Viljami figlio di Gorthan figlio di Kun"

Disse dopo aver ascoltato la risposta dello sconosciuto; attese qualche secondo prima di continuare.

"ti stiamo minacciando solo perchè siamo appena stati aggrediti..che diamine è un Hulam? uno stegone?"

Domandò con aria sospettosa, stringendo ancora la possente arma nella mano destra...forse le forze per massacrare un mago poteva ancora trovarle....

Odgerel tenne il suo arco pronto, qualora ci fosse necessità di coprire l'agaro o di neutralizzare eventuali tiratori. Il fatto che fino a quel momento avevano visto e sentito un sol uomo non significava che non potessero essercene altri...

Kiaenurg con uno sguardo fisso nel vuoto si ricordò la sua gente e il suo villaggio tra i monti della spina del mondo e disse
“Gli Hulam sono un nobile popolo di cui io sono fiero di farne parte, e tu evidentemente non hai studiato abbastanza per non conoscerne la storia”
Detto questo Belgahirt alzò lo sguardo al cielo per pochi istanti, si girò velocemente uscendo dalla protezione che quella roccia gli offriva e diresse lo sguardo verso le rovine.

"ah...beh, allora va bene."

Il tono di voce era quasi deluso...non vedeva l'ora di mettere le mani su un altro di quei fottuti esseri che giocavano con la magia. Quando il tizio uscì dal suo nascondiglio pianto per terra la lunga arma, in segno di page, ed aspettò che lo raggiungesse

Odgerel osservò l'agaro con una certa sorpresa. Pareva una creatura davvero impreviedibile: un momento fa era stato propenso a credere che avrebbe caricato giù per la collina verso il nuovo venuto e invece adesso lui lo lasciava avvicinare assumendo un'aria quasi pacifica. Abbassò l'arco, ma tenne ancora pronta la freccia. Forse tra gli agari c'era solo brutalità e poco inganno, ma lui che era stato principe dei Narr sapeva bene che un attacco di sopresa può trasformare colui che crede di essere vincitore in un cadavere senzanome.

L’animista guardando per terra si diresse verso le rovine dove si trovavano i suoi compagni di quella sera, tiro un calcio a una pietra, alzò lo sguardo e disse.
“Avete detto di avere sete, beh se mi ricordo bene ci dovrebbe essere un pozzo da quelle parti potreste calarvi dentro, o avete paura di un pozzo”.
Finito di parlare abbassò di nuovo lo sguardo, sospiro e si mise a correre verso le rovine sperando di non essere trafitto da nuovi compagni che sicuramente penseranno a una carica.
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posso calarmi nel pozzo con la presa radicata per poter riempire le borracce?

"Stavamo cercando una corda...perchè non ci vai te? così dimostrerai di avere intenzioni pacifiche..."

Disse il barbaro non staccando gli occhi di dosso dal nuovo venuto, la mano destra appoggiata con disinvoltura sulla testa della strana arma ancora piantata nel terreno.

L’animista rallento un attimo per riprendere fiato e asciugandosi la fronte con una mano disse.
“Non vi fidate ancora di me? Sono stupito mi sono presentato per primo e ancora credete che vi ucciderò, mentre voi non avete ancora ritirato le armi chi mi dice che dopo avervi riempito le borracce non mi ucciderete?”Finito di parlare l’hulam si fermo a pochi passi dal pozzo e inizio a riscaldare i muscoli per la discesa nel pozzo, finiti gli esercizi si appoggio al pozzo e disse.
“datemi le borracce o morirete di sete”

"Io non mi fido mai di nessuno, è la prima regola per la sopravvivenza. "

Disse andando a lanciare una borraccia vuota all'animista con la mano sinistra non occupata.

"non hai nessuna garanzia, se non lo farai morirai, il mio amico ti ha ancora una freccia incoccata." Accennò all'arciere poco distante da lui "Sono un guerriero Agaro e se ti do la mia parola d'onore che non ti uccideremo non lo faremo, ma prima tu ci dovrai dimostrare se sei in buona fede o meno...e ora scendi."

Il tono con cui pronunciò il discorso pareva quello di un ordine, ma era molto lieto che fosse giunto quello straniero: in fondo lui era troppo ferito per riuscire a scendere e soprattutto a risalire quel pozzo.

Odgerel il narr che aveva ancora effettivamente l'arco pressoché pronto annuì all'affermazione dell'agaro. "Io sono un notabile tra la mia gente e la mia parola è solida come la roccia. Dimostraci che puoi ciò che hai detto e non avrai nulla da temere da me. Prova a ingannarci e quel pozzo sarà la tua tomba."
Puntò quindi l'arco verso il pozzo: "Il mio otre è già vicino al pozzo..." poi si volse di nuovo a fronteggiare l'hulam in attesa di una sua mossa.

L’hulam si rassegno al dover scendere nel pozzo senza essere sicuro di rimanere vivo, allora si lego alla vita le barracce e si accostò al pozzo, lì a bassa voce disse
“Voi non vi fidate di me allora io a maggior ragione non mi fido di voi e poi siete davvero sicuri di battermi? Siete feriti e assetati, riflettete prima di compiere azioni che vi potrebbero costare la vita, ma ora silenzio signori qui è all’opera un professionista, devo concentrarmi”
Finito di parlare abbasso il capo e bisbiglio una serie di parole incomprensibili per evocare lo spirito che l’avrebbe aiutato a scendere nel pozzo.

L'Agaro attese un pò perplesso il fare del tizio...gli aveva detto di non essere un mago o uno stregone, eppure stava bisbigliando come anch'essi facevano...L'Hulam gli avrebbe dovuto dare delle spiegazioni, naturalmente dopo esser uscito dal pozzo con gli otri pieni fino all'orlo.

VILJAMI (E ODGEREL): L'hulam dopo aver terminato l'incomprensibile litania preparatoria (una preghiera forse?) si calò nel pozzo e iniziò a scendere usando come unici appigli le rocce e approfittando nel contempo della ristretta circonferenza dello stesso.
Pareva avere un'ottima presa a muoversi con cognizione e presto arrivò al margine delle tenebre che delimitavano il raggio d'azione della loro luce, per tornare poi su un po' dopo. Mentre non era visibile i due sentirono però il gradevole rumore di uno sciabordio d'acqua.

BELGAHIRT: Grazie alla robusta presa che lo spirito del rampicante gli aveva infuso il giovane hulam riuscì a completare abbastanza agevolmente il suo compito. per fortuna il pozzo non risultò secco ed egli poté, una volta trovato il giusto equilibrio, riempire otre e borracce.

TUTTI: Belgahirt scalò nuovamente le pareti del pozzo, con le borracce e l'otre che ancora gocciolavano dopo l'immersione nel fresco liquido. Dopo un tempo ragionevolmente più lungo, visto anche il maggior peso portato e la più consistente difficoltà della salita, si arrampicò fuori dal pozzo. vedendo i contenitori gocciolanti Viljami e Odgerel constatarono facilmente che l'hulam era riuscito nel suo compito.

L’hulam si sedette per terra riprese fiato e disse.
“Ora, voi dovreste fidarvi di me anzi se volete, vi assaggio anche l’acqua per dimostrare che non l’ho avvelenata, anche se lo capiremo presto se è avvelenata, comunque se non vi servono più i miei servizi, io vista l’ora andrei a cercare qualcosa per accendere un fuoco e poi dormirei poiché domani mi aspetterà un lungo viaggio per ritornare trionfale tra le mie genti”.
Belgahirt si alzò attendendo una risposta da parte di Viljami che fino ora era stato il suo principale interlocutore.

Si avvicinò all'hulam tendendo la mano in attesa che egli gli porgesse la borraccia, e nel frattempo parlò.

"Uhm...si, io mi fido...però sarei curioso di sapere che cavolo stavi mormorando prima...un incantesimo?"

Domandò sempre sospettoso inarcando un sopracciglio, una solo occhiata lanciata al suo compagno che per il momento era restato zitto

Belgahirt squadrò dal basso verso l’alto l’agaro e disse.
”io? Niente stavo solo pensando ad alta voce che quella cotta vi fa grasso, in compenso, però avete degli stupendi stivali, adesso purtroppo devo andare a cercar legna e poi vorrei dormire”.
Poi abbasso lo sguardo sulla borraccia e disse.
“Bevete sono sicuro che avrà un ottimo retrogusto”.
E se ne andò in cerca di legna

"Bah, son tutti muscoli."

Borbottò indispetito all'hulam, quindi iniziando a sorseggiare lentamente l'acqua, assaggiandola prima di mandar giù in primo sorso...non si sa mai, alcuni veleni sono percepibili anche dal gusto, però l'acqua sembrava davvero tale. Sapeva giusto un pò di muffa e ferro, però era normalissimo dato che quella non era una regione molto piovosa.

"Mi sa che puoi posare l'arco, amico...il tizio non sempre pericoloso"

Disse a basse voce al suo compare, mentre Belgahait si allontanava alla ricerca d'acqua