Campagna Bad Boys - I - Duro come la roccia

VILJAMI( e Odgerel): i cadaveri erano ancora tutti lì, ma un paio erano già stati spostati ed in parte divorati da qualche animale.

BELGAHIRT: Non ne poteva più di stare su quel cavallo. Oggettivamente si erano mossi ppiù in fretta ma era così scomodo e gli dolevano i lombi. Constatò che suoi due compagni di viaggio avevano detto la verità. C'erano vari corpi, tutti umani sparsi nel cortile e uno dentro l'edificio nel quale l'agaro voleva condurre il cavallo. Il giovane hulam non aveva mai visto così tanti morti tutti insieme, anche se più volte al suo villaggio di origine aveva sentito storie di villaggi come il suo, devastati e ridotti a mucchi di rovine e cadaveri. Quella dove si trovava non era però che quanto restava di una fattoria e gli uomini che erano morti erano chiaramente guerrieri o banditi.

Iniziò ad avanzare lentamente verso la fattoria guardando i corpi dei soldati e disse.
“Vi siete dati da fare a quanto pare complimenti, Gli avete frugati tutti per trovare quegli strani oggetti?”
L’hulam si fermò ad attendere i compagni ma continuò a guardare i cadaveri poi alzo la testa e riprese a parlare.
“Speriamo di non finire come loro”
Disse così indicando i cadaveri già divorati dalle belve.

"Solo il capo."

mormorò in risposta all'Hulam, andando poi a condurre il proprio cavallo in un edificio, assicurandolo ad un qualsiasi appiglio per far si che non scappasse via nel caso di un attacco.

Odgerel che aveva con se i suoi pony imitò l'agaro e alle sue parole aggiunse a chiaro beneficio dell'hulam: "Già. E' proprio qui dentro che l'ho trapassato con la spada" disse il nomade entrando nell'edificio che avevano appena adibito a stallatico. Il suo discorso si concluse con un "Uhm..." di vaga sorpresa: il cadavere del capo non c'era più. L'unica traccia che restava era una ampia macchia di sangue rappreso. "Strano..." aggiunse, sbirciando ai corpi senza vita degli altri uomini ancora nel cortile in rovina.

Belgahirt appoggiò la schiena contro uno dei pochi muri rimasti in piedi attendendo che avessero finito di sistemare i cavalli, si accorse poi che il Narr guardava con aria sorpresa una pozza di sangue sul pavimento così disse.
“c’era un cadavere? Magari le bestie l’hanno già eliminato ho qualche umano la seppellito comunque in ogni caso mi preoccuperei “.
Sbadigliò e inizio a guardare quelle nuvole che minacciavano pioggia.

"Mmm...perchè umano seppellito solo lui? e bestie no magna vestiti."

Chiese visibilmente perplesso, saggiando il terreno con la punta di lancia dell'arma, impugnata ora nella mano destra.
Nonostante le considerazioni non parve prendere troppo sul serio la sparizione del cadavere, in fondo c'erano altre possibilità tutte valide e non verificabili.
A quel punto l'Agaro iniziò a sistemarsi per la notte da passare in compagnia di cadaveri, mettendosi a sedere sul selciato e frugando nella borsa alla cerca di cibo, abbandonando l'arma alla sua destra.

"...e nemmeno le armi." Aggiunse anche il narr. "Però l'hulam qui potrebbe aver ragione: pur non avendo incontrato nessun'altro non siamo certo i soli a viaggiare in queste terre."
Guardò poi il cielo. "Ci vorrebbe una tenda - scosse il capo - anche se non mi piace dormire chiuso tra mura penso che mi accamperò lì - Indicò l'altro edificio, l'unico parzialmente coperto che era dall'altro lato del cortile, al cui centro c'era il pozzo in rovina - perchè qui - alzò lo sguardo verso le nuvole che si vedevano attraverso il tetto mancante dell'edificio dove si trovavano - ci inzupperemo fino al midollo e il pensiero non mi diverte."

L’hulam si alzo pronto a seguire il Narr, ma si fermò ancora un attimo a guardare la macchia di sangue poi disse.
“Allora se non sono le bestie e non è stato seppellito… siete sicuri che fosse davvero morto? Magari qualcuno l’ha trovato e curato”
Domandò al Narr che era stato l’assassino poi guardando l’Agaro già seduto per terra aggiunse.
“Non vieni? In tal caso fai un fischio se ti serve aiuto”.
Finito di parlare inizio a dirigersi verso l’altro edificio.

"Mh, preferivo aria, ma lui ragione ha...Comunque morto tizio era, o hanno seppellito o lui sollevato con sue gambe, non so io."

Mormorò l'Agaro, nelle sue tribù si usava bruciare i cadaveri per evitare il loro eventuale ritorno dalla morte, paura atavica del suo popolo, e lanciò un occhiata impaurita al punto dove prima v'era stato il cadavere del capo dei briganti; ma in fondo era evidente non pensasse che ci fosse davvero un fantasmino in giro e infatti si liberò di quei pensieri con uno scuotere di spalle. Seguì quindi gli altri suoi compagni all'interno dell'edificio.

La casa, visto che a tutti loro era evidente si fosse trattato di un abitazioni e in passato, aveva una forma ad L. Quale che fosse stato l'arredamento di sorta, ora non rimanevano nel locale che qualche mucchio di detriti e tracce di una sporadica ma ormai remota presenza animale quali ossa e resti di precedenti prede.
Nella parte più remota dell'ambiente i tre trovarono una sacca abbandonata aperta che conteneva due corti badili di fattura chiaramente cittadina, alcune torce e un acciarino ad pietra focaia. Erano da poco entrati quando l'orizzonte fu illuminato da due possenti fulmini che caddero allungandosi come rami di un albero cresciuto in un istante tra cielo e terra.