Campagna Bad Boys - I - Duro come la roccia

Odgerel lo guardò per qualche momento, poi ripose la spada nel fodero e se lo slacciò.
Appoggiò quindi l'arma rinfoderata dove aveva sistemato tutte le sue cose poggiandola sopra l'usbergo di maglia.
"Non temere tra molto poco riposerai... un sonno senza sogni..."
Dicendolo si fece sotto a Belgahirt con le mani protese in avanti, quindi si girò verso l'agaro e disse: "Da tu il via..."

"Andare bene. Chi vince decide se l'altro muore. Pronti...via!"

Enfatizzò il dire battendo la parte posteriore dell'asta dell'arma sul terreno della roccia, per scandire il momento della partenza. Quindi rimase tranquillo a godersi lo spettacolo gratuito offerto dai due: non era certo la prima volta che assistiva a scontri del genere, del tutto normali nelle sue tribù."

I due combattenti si confrontarono per qualche momento e poi seguì una serie di colpi e schivate. Odgerel colpì al volto Belgahirt, ma questi gli rispose con un colpo al torace.
Entrambi erano colpi deboli però e nessuno dei due parve soffrirne molto.
Viljami comprese vedendoli combattere che nessuno di loro era granché esperto nei combattimenti senz'armi.

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Odgerel ha inflitto 8 PV di danno non letale.
Belgahirt ha inflitto 6 PV di danno non letale.
A Odgerel restano 69/75 PV (danno non letale).
A Belgahirt restano 62/70 PV (danno non letale).

Belgahirt si allontano di pochi passi dal nemico si passo una mano sul volto per costatare i danni riportati ancora incredulo di essere stato colpito al volto poi dopo aver sputato per terra, disse rapido.
“Altro giro, dai il via Agaro”
Finito di riparlare si riavvicino all’avversario voglioso di riscattarsi e di fargliela pagare al Narr che l’aveva colpito in pieno volto.

" Va bene, ma se volete io faccio vedere voi come si fa...voi no buoni."

Sentenziò scuotendo lentamente il capo, si aspettava qualcosa di più cruento, non uno scontro tra femminuccie.

TUTTI: I due lottatori si fecero di nuovo sotto, e Belgahirt scorgendo una apertura si sbilanciò in modo eccessivo per colpire, dando la possibilità a Odgerel di sferrargli prima una serie di colpi al corpo e poi un sinistro poderoso sotto il mento che lo mandò a cadere disteso sul terreno sassoso delle rovine. Per qualche momento l'hulam perse i sensi.

BELGAHIRT: quando tornò dalle tenebre procurategli dal colpo al mento il giovane si sentì dolorante per l'impatto sul suolo roccioso e per i colpi subiti. La vista gli era sfocata e non vedeva che macchie di colore. Non era sicuro di poter riuscire a rimettersi subito in piedi senza cadere di nuovo.

VILJAMI: l'agaro vide Odgerel colpire duramente l'hulam e scaravantarlo a terra con un gran pugno. Mentre questi era a terra, apparentemente privo di sensi il narr sfilò dal terreno la spada del suo avversario e si avvicinò a lui.

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Belgahirt: non sei consapevole delle azioni di Odgerel dopo che sei svenuto.

Era dolorante steso su un terreno fatto di roccia, aveva fatto un errore fatale, si era scoperto e il nemico non gli aveva risparmiato un durissimo sinistro al volto; non poteva, non voleva alzarsi per non sentire nuovo dolore, consapevole del fatto che di lì a poco sarebbe stato trafitto da uno straniero in terra straniera e non avrebbe più sofferto, sarebbe finita, aveva perso. Cerco di guardare il nemico ma la vista era annebbiata allora poso la testa sulla roccia facendo sì che il Narr avesse libera la gola.

Osservò il concludersi dello scontro, commentandolo con un sadico sogghigno; vide quindi Odgerel avvicinarsi allo sconvitto brandendo la spada e senza la minima preoccupazione nella voce parlò:

"tu ammazzi lui? Forse comodo ci può fare, se cresta abbassa."

il tono era totalmente neutro, forse lievemente divertito...in fondo nelle sue tribù vigeva la selezione naturale: il più debole soccombeva al più forte (o più astuto) quindi gli pareva normale che l'hulam potesse essere sgozzato come un coniglio...tuttavia si sopravviveva in gruppo, non scannandosi a vicenda, in situazioni del genere

Il narr posò la lama della spada seghettata sul collo dell'hulam, poi disse: "Normalmente a questo punto spiccherei la tua testa dal corpo e la appenderei ad un palo, come monito per gli altri del clan che abbiano intenzione di offendermi, ma tu sei uno straniero e per giunta la tua spada non ha una lama degna di questo nome, sembra piuttosto una specie di sega. Per questa volta quindi mi riterrò soddisfatto, ma se ce ne sarà una prossima posso giurarti che la tua testa guarderà il tuo corpo per l'ultima volta da appesa a un palo perché userò la mia di spada."
Guardò l'hulam per un lungo istante e poi piantò la spada nel terreno appena a lato del collo, e fece alcuni passi indietro, dirigendosi verso il punto in cui fino a poco prima aveva riposato. Un ululato, più lontano del precedente, parve sottolineare il momento.

L’Hulam girò la testa sorridendo e guardando la spada disse in tono ironico.

“Complimenti hai del talento.”

Si alzò il più velocemente possibile, sputò per terra, prese la spada e la ripose lentamente nel fodero poi dirigendosi verso il fuoco Si coricò nello stesso posto di prima, poi aggiunse.

“Odio i lupi non mi fanno dormire con i loro ululati andrei ad ucciderli se non fossi tutto dolorante.”

"Gh, tu fortunato, uomo."

Disse scuotendo divertito il capo, visibilmente soddisfato di quello spettacolino notturno.

"Ora noi dormire ancora con occhio aperto, lupi non troppo lontani, noi ancora pericolo."

Detto ciò tornò a sdraiarsi sul terriccio, le orecchie bene aperte per captare eventuali rumori sospetti, una mano che stringeva saldamente la strana arma del barbaro

Sebbeme tutti fossero rimasti sul chi vive e riposato solo beneficiando di un sonno nervoso e leggero, a dispetto dello spossamento del giorno precedente, nessuno venne a turbare il loro riposo fino al sorgere del sole. Era una buona giornata quella che il sole stava gradualmente illuminando e la foschia che permeva quelle terre si stava rapidamente asciugando dando loro una visuale sul circondario sempre maggiore ma ugualmente deludente per desolazione.

LAUTREC: Avevano trovato l'acqua e si era così esaurita la loro necessità di muoversi verso sud. Anzi il nomade che lo accompangava si era fatto più guardingo mano mano che si avvicinavano alle terre da cui probabilmente proveniva e sembrava voler dirigersi verso nord quanto prima. C'era poi il discorso della mappa. Quegli strani simboli avevano certo un significato e la presenza di quel curioso manufatto, un corto bastone la cui sezione era una stella a cinque punte. Forse erano la chiave per qualche tesoro, ma come si poteva capine di più visto che nessuno sapeva leggere quelle parole?

BELGAHIRT: Era ancora dolorante per la zuffa della sera prima, ma per lo meno era ancora vivo. Era stata una buona idea portare il confronto in un combattimento senz'armi, anche se l'aveva perduto. Ora però doveva vedere di definire il rapporto con gli altri due umani con cui aveva condiviso il temporaneo duro giaciglio delle rovine. Potevano essergli utili per tornare con maggiore sicurezza nelle terre del suo popolo? O forse potevano condurlo addirittura in qualche altro posto dove avrebbe scoperto altri spiriti a cui accomunarsi e con cui stringere un legame? Il nomade odioso poi aveva parlato di delle carte, chissà di cosa si trattava, magari qualche testo mistico o delle informazioni su come trovarlo, visto che loro ignoranti erano incapaci di leggere...

Il barbaro si svegliò, alzandosi e stiracchiandosi le membra intorpidite da un sonno assai poco riposante; mollò la sua arma solo per raccattare la borsa che aveva lasciato per terra a mò di cuscino, quindi infilandosela a tracolla riprese lo strano manufatto e si rivolse agli altri compagni di ventura.

"Ehi, Noi dove andare ora? convenire forse restare uniti per non rischiare, poi meglio trovare una città per vedere qualcuno che sa cos'è quella carta."

Si espresse in un Comune alquanto stentato e appesantito dal suo accento, restando poi in attesa di una risposta, proto per la partenza

L’Hulam che si era appena svegliato, da un sonno tormentato dal dolore e dalla preoccupazione di un attacco, quando udì l’agaro parlare, si mise a sedere sbadigliando e disse verso il barbaro.

“Dovrei andare nelle mie terre ma mi farebbe piacere continuare a viaggiare con voi per la terra a scoprire cose nuove e magari avere la rivincita, quindi se non vi disturbo…dove si va?”

Finito di parlare si alzò sorridente, si ripulì dalla terra e si fermò a guardare l’orizzonte nell’attesa di una risposta da parte dei suoi nuovi compagni.

"Tutte le città ce le siamo lasciate a nord - rispose Odgerel all'agaro - la più vicina è Virdemah o qualcosa del genere, la mia gente qualche volta ci va a commerciare con la gente delle città. Ma ci vorrà una settimana o giù di lì ad arrivarci, a cavallo." Il narr sottolineò l'ultima parola e guardò l'hulam lasciando implicita la domanda*.

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(*) Belgahirt: se non hai capito la domanda mandami un pm.

L'Agaro non comprese l'allusione del Narr ed agrottò la fronte in un espressione un pò perplessa.

"Io ho un cavallo potente...puoi venire in sella con me."

Propose, l'idea non gli andava troppo a genio in quanto preferiva non avere pivelli in mezzo alle scatole, ma del resto era la sola soluzione per restare tutti e tre uniti in una terra sconosciuta al barbaro

Il narr rise rumorosamente fino quasi a strozzarsi alle parole dell'hulam.
"Per le caviglie - tossì - sarebbe una bella idea, vorrei proprio vederlo... ma forse è meglio se cavalchi assieme all'agaro... - si rivolse quindi a questi - Ci dirigiamo verso Virdemah allora?"

"Per me andare bene...tu segue me."

Disse fulminando quella specie di stregone e dirigendosi verso il suo cavallo ormai ripresosi dalla cavalcata del giorno prima. quindi saltò sulla sella cercando di fare posto anche al nuovo giunto.

L'hulam guadagnò faticosamente la sella del pssente cavallo dell'agaro che nitrì in protesta dell'ulteriore peso di cui lo si stava caricando.
I tre quindi si diressero verso nord e viaggiarono indisturbati per l'intera giornata sospinti da un vento da sud di intensità sempre crescente. Al tramonto arrivarono in vista delle rovine presso cui Viljami e Odgerel si erano scontrati col gruppo di sbandati al cui capo avevano sequestrato la strana mappa e il curioso bastone.
Nuvole nere dall'aria minacciosa si stavano annidando a sud e il vento le spingeva velocemente verso di loro.
"Quando gli animali sono riposati e abbeverati come si conviene viaggiano più in fretta" disse il Narr, rivolto chiaramente all'agaro.

L’Hulam imbarazzato disse

“Non mi piacciono queste nuvole, penso pioverà e io non voglio bagnarmi sarebbe meglio accamparci qui per oggi, non so quante altre rovine troveremo per la strada e quanto ancora quest’inaffidabile cavallo reggerà il mio peso, accampiamoci qui arriveremo domani a Virdemah”.

Poi si rivolse al Narr e disse

“Mi dispiace non posso lottare oggi, sono stanco”.

"Uhm...Tu ragione, stare quì a dormire. Poi domani parte e arriviamo."

Disse annuendo in direzione del Narr, gli occhi fissi all'orrizzonte, dove si accumolavano ampi fronti nuvolosi.

"Dovere cercare posto chiuso, me no volere bagnare."

Sbuffò con fare parecchio seccato, girandosi sulla sella e lanciando un occhiataccia al mistico.

"Uhm, noi combattuto come tigri, ieri, tu fatto niente. zitto e di grazie, sennò vai a piedi."

Pareva assai seccato dalle parole dell'Hulam e dopo aver detto ciò si limitò a tornare a fissare la strada che li attendeva.

Odgerel guardò i due in sella al cavallo dell'agaro.
"Ha ragione - annuì - ci saranno ancora un bel po' di corpi morti in giro, ma c'è anche acqua e una delle costruzioni è coperta e l'altra abbastanza grande da sistemarci gli animali" concluse indicando prima l'edificio più piccolo e poi quello più grande della corte.
"Sarà bene che ci si muova con cautela però... così come abbiamo trovato qui quegli uomini potrebbero essercene altri ora... chissà perché poi, sono solo rovine..."

Belgahirt scese da cavallo, guardandosi un attimo intorno con la mano pronta sulla spada, disse.
“Andiamo a mettere i cavalli nella loro nuova stalla e speriamo che ci siano un po’ di nemici almeno mi riscaldo e comunque sono rovine perché qualcuno le ha distrutte però se sono cosi tanto importanti, potrebbero ricostruirle e magari farci una bella locanda”.
Continuo nervosamente a guardarsi intorno cercando qualche nemico, poi si giro ad aspettare qualche risposta mentre si stiracchiava dopo la lunga cavalcata cui non era abituato.

L'agaro tornò a fulminare il suo compagno di viaggio, alla sua affermazione di voler combattere contro qualche nemico...non si tirava mai indietro dai combattimenti ed anzi, però era ancora indebolito dagli scontri del giorno precedente e un ulteriore battaglia non sarebbe stata utile ai fini della sopravvivenza.
Smontò senza dire una parola dal grosso cavallo da guerra, attendendo che l'Hugan facesse lo stesso, quindi conducendolo per le redini verso la grossa costruzione che sarà la loro stalla. Ovviamente ha sempre la sua grossa arma nella mano destra, pronto ad ogni eventualità.

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Quanta resistenza ho?