Campagna Bad Boys - I - Duro come la roccia

Odgerel posò l'arco. L'hulam non pareva granché minaccioso. Osservò il loro fuoco già acceso e poi il nuovo arrivato che li aveva appena riforniti d'acqua e che ora era in cerca di legna. Prese quindi l'otre e dopo aver bevuto cercando di trattenersi dal buttare giù una grossa massa d'acqua si voltò nuovamente verso l'hulam e gli disse: "Tu hai parlato prima di studiare... Sai leggere ciò che è scritto?"

L’hulam che era gia in cammino si giro e disse
“Ah sono felice che posiate l’arco anche se ritengo non abbiate capito la mia pericolosità sembro davvero così innocuo, in ogni caso non so leggere, lo considero uno spreco delle mie capacità ma potrei sapere cosa dovrei leggervi le fiabe che si raccontano ai piccoli?”
Si rigiro è continuo a cercare legna per il fuoco ma senza allontanarsi molto perché voleva sentire la risposta dei nuovi compagni.

L'Agaro non rispose, ma stette in attesa di una risposta da parte del suo compagno che aveva forumalto la domanda. bevve un altro abbondante sorso d'acqua, quindi versandose un pochino su uno stracci e cominciando a lavarsi le ferite che gli solcavano il corpo muscoloso

Odgerel fu molto tentato di alzare di nuovo il suo arco e piantare una freccia nella testa di quell'insolente ma era un uomo di parola quindi si trattenne dal farlo e rispose: "Oggi io e il mio compagno - indicò l'agaro con un gesto della testa - abbiamo ucciso sei uomini che non volevano condividere con noi un riparo ma tenerlo tutto per loro."
Non scese ulteriormente in dettagli ma continuò: "Uno di loro portava con se il ritratto di una donna con sotto scritto qualcosa e volevo sapere cosa ci fosse scritto... magari quella carta indica che chi la possiede possiede anche la donna che c'è ritratta..."
Mentre diceva quelle parole scrutò attentamente il giovane hulam. Nelle terre dei Narr molte donne appartenevano realmente al loro uomo, ma lui sapeva bene che nelle terre circostanti non era ovunque così...

Belgahirt sembrò non notare la risposta del nar e continuò a raccogliere legna poi dirigendosi verso il fuoco disse.
“Intendete dire che chi possiede quel quadro possiede anche la donna ritratta, beh allora spero per voi sia una bella donna altrimenti potete bruciarlo oppure cercare un villaggio e farlo leggere a qualcuno se proprio v’importa qualcosa”.
Si avvicino al fuoco, ci mise sopra la legna e cerco un posto lì vicino per coricarsi.

Odgerel guardò l'hulam con uno sguardo assassino.
"Attento a te Hulam! Ho dato la mia parola che non ti farò del male, ma questo non significa che tu possa prenderti gioco di me. Prova a darmi di nuovo le spalle mentre ti parlo o a rivolgerti ancora a me con quel tono e quei modi e lascerò il tuo fegato appeso a un palo qui domattina!"

L'agaro si limitò a sogghignare con aria complice al dire di Odgerel, ritappando la borraccia e mettendola nuovamente nello zaino. Quindi assicura anche la sua curiosa arma ai legacci della borsa, sistemandola in modo che e ne possa fare una specie di cuscino.

"ora che avete fatto amicizia, ditemi...abbiamo intenzione di restare quì per la notte, vero?"

L’hulam che era coricato a guardare le stelle giro la testa verso i suoi compagni e disse.
“Abbiamo? Non siamo mica un trio agaro, io sono qui solo per passare la notte cosa facciate voi non m’importa sempre che non implichi la mia partecipazione, se volete dormire qui bene, avete la mia parola che non vi faro niente ma domani mattina me ne andrò senza indugiare”.
Rimase un attimo con lo sguardo fisso sul nar che lo aveva minacciato poi poso di nuovo lo sguardo sull’agaro di cui fin ora si fidava di più.

Odgerel che si aspettava delle scuse lo guardò con superiorità: "Per quanto mi riguarda, visto che non sai leggere e quindi nemmeno aiutarmi a leggere la mappa del tesoro, puoi dormire qui e andare dove ti pare domattina..."

"beh, fai quello che vuoi, basta che non rompi."
Borbotta verso lo sciamano, quindi gettando in terra lo zaino e sdraiandosi sul terriccio, il capo poggiato sulla morbida superficie della sacca.

L’Hulam si giro sul fianco rivolto verso i nuovi compagni e disse a bassa voce.
“Posate le armi per favore, fate silenzio e buonanotte “.
Si rimise supino e chiuse gli occhi nel tentativo di addormentarsi.

Odgerel guardò i due. Con che genti primitive aveva a che fare. Una pattuglia di guerrieri del clan avrebbe stabilito turni di guardia ma i suoi due compagni non parevano davvero prendere in considerazione nemmeno la possibilità di farlo. Con una scrollata di spalle si trovò un angolo di muro non troppo lontano dal fuoco in cui accoccolarsi e si preparò a passare la notte.
Il sonno venne presto a rilassare le stanche membra di tutti e tre i viaggiatori, ma più o meno a metà della notte un possente ululato, in apparenza proveniente da non molto lontano, li riportò bruscamente alla realtà di quelle rovine insicure, destandoli.

L’Hulam riportato bruscamente alla realtà si mise a sedere scrutando l’orizzonte in cerca di lupi o altre fiere e disse
“Sveglia abbiamo compagnia deve esserci un qualche tipo d’animale qui intorno, pronto a mangiarvi, dobbiamo chiaramente ucciderlo anche se con questo buio sarà difficile”.
Si alzo e stiracchiandosi andò in direzione dei compagni per svegliarli nel caso in cui non si fossero svegliati.

BELGAHIRT: L'hulam anche grazie al fuoco non vedeva che a pochi passi di distanza, mentre tutto il resto era ammantato nella più completa oscurità e la luna, nascosta probabilmente da delle nubi non era di alcun conforto.
Alzandosi si trovò addosso gli occhi del narr, che rispose: "I lupi non sono così stupidi da attaccare la mia gente, è più probabile che stiano venendo qui attratti dal tuo di odore, per mangiarTI. Puoi stare tranquillo però, di solito si tratta di branchi non molto numerosi: meno di due dozzine di animali..."

Il grosso barbaro quasi non si svegliò: i limito a passare da un fianco all'altro, borbottando ingiurie verso quegli animali selvatici...Tuttavia sebbene fosse ancora sdraiato già la mano destra andava a serrarsi sul manico della lunga arma, ora sfilata dai legacci della sacca. Andò a sdraiarsi sulla schiena, tenendo all'altezza del petto il pesante strumento di morte.

"Io non alzo il culo di qua per andare a cacciare dei lupi a quest'ora della notte...le mie ferite non lo permettono. Quindi stiamo vicini al fuoco e vediamo se riusciamo a vedere quelle bestiaccie."

Disse mettendosi seduto, fugaci occhiate lanciate ai suoi compagni di ventura

Belgahirt deluso si coricò di nuovo e disse.
“un nar che ha paura di combattere e un agaro che non vuole combattere, meglio di cosi si muore,uno di voi due stia di guardia, io dormo se non volete affrontarli prima che ci attacchino”.
L’Hulam finito di parlare si mise sul fianco verso gli altri in attesa di risposte.

Odgerel schizzò su come un serpente alle parole dell'hulam e con un unico gesto scostò il mantello, che si era drappeggiato a mo' di coperta, e sguainò la sua spada curva.
"Nemmeno mio fratello vivrebbe dopo aver prounciato simili parole. Tira fuori la tua spada e vedremo chi ha davvero paura di combattere..."

L'agaro sghignazzò nel vedere la reazione di Odgerel facendo scorrere lo sguardo divertito tra i due compagni.

"Perfetto, un duello è proprio quello che ci voleva..."

restò seduto sul terreno, un orecchio teso per sentire eventuali rumori provenienti dai dintorni e gli occhi piantati sui due contendenti

L’Hulam guardò il Nar sul piede di guerra e disse con voce calma.
“Posate la spada e riposatevi non ho intenzione di battermi con voi, l’ho giurato che non vi avrei attaccato e lo avete fatto anche voi, volete forse rompere un giuramento?”
Finito di parlare Belgahirt posò lo sguardo sull’agaro che non aveva minimamente reagito all’offesa subita.

Il Narr sputò a terra davanti ai piedi dell'hulam.
"Non so quali usanze barbare voi possiate avere, ne se vi accoppiate con gli animali, ma di certo nessuno della mia gente pronuncerebbe giuramenti e mischierebbe il suo sangue con qualcuno della tua gente codarda, quindi non aggiungere offesa ad offesa dicendo cose non vere. Ciò che hai è solo la mia parola e questa è solida come la roccia perché io ho onore e lo difendo: non permetto ad uno che fino a poco fa strisciava tra le rocce come un verme di insultare me e il mio clan. Forse è a te che ora manca il coraggio. Sguaina la tua spada ora, o hai troppa paura per farlo?"
Così dicendo avanzò di due passi, lasciandone appena cinque o sei tra lui e l'hulam.

"...Per quanto me riguarda se non combatti sarai per morire sulla mia lama...Nella tribù chi non affronta con coraggio una sfida è pensato come lurido verme. La mia parola era per gli uomini, non per gli animali che solo sanno muovere la lingua."

Dicendo così alzò appena di qualche centimetro la sua arma, un sorriso sadico dipinto sul volto.

Belgahirt impassibile disse.
“Fatemi capire se mi batto, posso vincere ma posso anche morire, secondo voi con onore, se non sfido la fortuna e rimango coricato a riposarmi entrambi mi uccidete e morirò con disonore, quindi poiché volete entrambi un duello perché non combattete tra di voi e lasciate in pace il sottoscritto che non ha colpa, sempre se non desiderate uccidere una persona che non vuole difendersi; siete liberi di scegliere “.
Finito di parlare senza farsi vedere impugnò la spada ma non la estrasse poiché non aveva intenzione di attaccare.

"Tu lingua troppo lunga, tu offeso, ecco perchè. lui sfidato e tu devi accettare, se non accetti muori sicuro, se accetti puoi sopravvivere se lui vuole...ora, cosa tu decidere?"

Domandò levandosi in piedi un pò traballante, sia per i postumi del sonno sia per le ferite che ancora solcavano il suo corpo. Si erse in tutta la sua statura, fissando con espresionne del tutto neotra Belghirt, l'arma puntata sul terreno e tenuta all'estremità del pomo dell'ascia.

Odgerel annuì alle parole dell'agaro. Quello straniero gli piaceva, il suo popolo forse era brutale e primitivo, ma almeno sapeva bene cosa fosse l'onore. A differenza di questi 'hulam' a cui il nuovo venuto sosteneva di far parte. Per rendere evidente che lo scontro sarebbe stato inevitabile avanzò ancora un altro paio di passi, la spada sempre sguainata e disse all'hulam: "Su codardo, fatti sotto, non intendo aspettare oltre i tuoi comodi..."
Ormai erano praticamente l'uno a portata di lama dell'altro e se l'hulam avesse sguainato la sua la punta delle loro spade avrebbe potuto toccarsi tanto che erano vicini.

L’Hulam che preferiva non rischiare la vita si alzo di malavoglia stiracchiandosi, estrasse la spada dalla lama seghettata e con un rapido volteggio l’inficcò nel terreno alla sua destra, poi vece qualche passo a sinistra e disse al Narr.
"combatti a mani nude dato che ti senti così coraggioso, posa la spada o hai paura che i miei pugni rovinino il tuo regale viso e come già detto fai in fretta, voglio riposare io domani ho da fare ".
Finito di parlare si mise in guardia pronto a combattere.