Cronaca delle avventure di John Locke

Elaine si avvicinò a John osservando la mappa.
"Lasciami riflettere un momento" disse lei.
Nel frattempo guardò ciò che era ancora nel baule e notò la spada.Era stupenda, rotta ma stupenda...

"Direi che è meglio prima capire chi era in realtà l'uomo che ho conosciuto" Riflettè John, "Andiamo alla biblioteca...... Ma cerchiamo di non passare davanti al monastero dei fanatici con le spade, comprendi?"
Ripiegò con cura la mappa e la nascose nei suoi vestiti, quindi seguì la ragazza.

La giovane kir guidò John attraverso varie strade, tutte fiancheggiate da una vera e propria muraglia di edifici, tutti in pietra e dal tetto piatto, così numerosi che il giovane stimò subito che gli abitanti dell'Isola del Ferro doveva essere davvero tanti. La maggior parte delle costruzioni però era piuttosto povera all'apparenza, segno che erano ancora in una zona dell'isola periferica rispetto ai porti e al centro amministrativo. La maggior parte delle vie che percorsero era pavimentata e in salita, ma la cosa non lo sorprese perché di solito i monasteri erano costruiti sempre nella parte più alta del territorio.
Ci misero un bel po', ma alla fine arrivarono nei pressi di una specie di fortezza, che John identificò quasi subito come il monastero, ma la sfiorarono appena svoltando per una via secondaria e poi dopo essersi affacciati ad una balconata scesero per un ampia scalinata scavata sul fianco di una collina e arrivarono davanti ad un grosso edificio di pietra grigia la cui parte destra pareva spuntare dal fianco della collina stessa.
La balconata permise al giovane pirata di comprendere un po' della morfologia dell'isola:
sembrava rozzamente circolare, e parevano esservi una quantità incredibile di picchi sul mare, in tutte le direzioni, una cosa davvero strana che John non aveva mai visto altrove. La maggior parte delle costruzioni si trovavano nella parte sud dell'isola, dove si spingevano profondamente nell'entroterra, mentre nel resto si limitavano a bordeggiare la costa, diradandosi rapidamente fino a lasciare spazio a campi coltivati e frutteti. Oltre alla collina su cui si trovavano, vi era un'altra altura, all'incirca della stessa altezza, che si trovava approssimativamente al centro della zona maggiormente popolata e che era interamente occupata da una grande fortificazione, ma più che un castello pareva un immenso edificio squadrato con numerosi gradoni, che probabilmente servivano ad alloggiare un considerevole numero di cannoni e obici.
Arrivati alla bibilioteca notarono che le porte di legno massiccio dell'ingresso erano chiuse e sorvegliate da un bravaccio con una livrea simile a quella delle guardie cittadine che avevano visto pocanzi, ma armato di spada e che teneva con una mano la canna di un archibugio pesante, il cui calcio era poggiato al suolo. Di fianco ai battenti era posizionata una scrivania dietro cui era seduto un uomo magro ed emanciato impaludato in un informe abito nero. Questi li stava osservando come se si aspettasse che loro si avvicinassero alla sua postazione.

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John: nel sacchetto che ti è capitato in mano hai trovato 3 monete d'argento, 11 monete di rame e una piccola bottiglietta contenente del liquido nero etichettata come "Rosolio di caffé di Casalgiusto".

Elaine: la prossima volta rielabora un po' i testi prima di fare copia/incolla, e se puoi evita gli elenchi numerati nel discorso diretto.

John era daccordo con la kir riguardo la linea di azione, quindi si rassettò un'attimo gli abiti, spolverò via un pò di polvere dagli stivali, tirò fuori il suo sorriso migliore e si diresse dal funzionario seduto alla scrivania.
"Salve buon uomo, io e la mia amica ci domandavamo se era possibile consultare la biblioteca o ancora meglio qualche erudito, possibilmente esperto in simboli e araldiche, comprendi?"

Lo spilungone li squadrò con aria critica poi, dopo aver guardato con molta attenzione la kir, si sciolse in un: "Naturalmente. La consultazione dei tomi, con l'ausilio di un addetto costa solo 2 monete d'argento al giorno. Se invece desiderate sottoporre un problema o un quesito ad uno dei nostri sapienti potete anche prendere un appuntamento. Il loro onorario varia tra usualmente tra 5 monete d'argento e 10 d'oro a seconda della complessità della richiesta e del tempo profuso a soddisfarla. Se vi interessa un consulto con un esperto di simbologia, posso organizzarvi un incontro con... - aprì un grosso libro e consultò rapidamente le righe - il dottor Kroffman per... - aprì un'altro libro con la mano sinistra e lesse - domani per... -consultò nuovamente il rigo che aveva ancora all'indice nel libro più grande - 4 monete d'argento."

"Perfetto" Esclamò John sfregandosi le mani, "Allora prenoti pure l'appuntamento per domani in mattinata, a nome del signor Locke, e grazie sel disturbo"
Poi sì avvicinò alla ragazza che ancora si affacciava sulla balconata, le si accostò e ammirò lui stesso il paesaggio.
"Abbiamo un appuntamento ma dobbiamo aspettare domani, suggerimenti su dove riposarsi stasera?"

"Bhè se hai voglia di farti una camminata possiamo andare al porto grande, magari con il cartografo non dovremo aspettare una giornata intera....." Si tolse il cappello e fece sceso a Selphye di mostrargli la strada.

Per arrivare al Porto Grande attraversarono in modo quasi rettilineo una lunga strada in discesa. Era ormai tarda mattina e la città brulicava di vita. Le case che si affacciavano su quella che John stimò essere una delle vie principali della parte dell'isola erano per lo più sontuosi palazzetti, sempre addossati gli uni agli altri, ma con portoni o arcate d'ingresso sorvegliate da servi o armigeri, mentre uno stuolo di marinai, mercanti, servitori, bravacci e gente d'ogni sorta affollava la via. Non tutti gli edifici erano dimore di persone agiate, alcuni sembravano ritrovi di classe e almeno un paio al giovane parvero bordelli di lusso.
Il Porto Grande era effettivamente grande. Era almeno dieci volte più grande della cala delle miniera dove era approdato e ospitava una dozzina di navi, delle quali tre erano militari e le altre armate da privati. Erano per lo più brigantini, ma c'erano anche due galee e un veliero piuttosto grande con due ponti di batteria e una fregata della marina Rhunita.
La forma del porto era molto vicina a un ferro di cavallo, con magazzini nella parte più vicina agli estremi e botteghe nella parte centrale. Tra le botteghe ben due si occupavano di certo di cartografia. Di queste una era vicino ai primi magazzini a destra e l'altra, al primo piano di un edificio il cui pianterreno ospitava uno spadaio. Sulla scala che portava alla seconda bottega stazionava un uomo vestito di verde con un cappello a tesa ampia dalla piuma floscia.

John ammirò le navi una ad una, bramava nel suo cuore di diventare il capitano di simili navi, ma sapeva anche che era ancora lontano da quell'obbiettivo.
Le strade affollate lo stimolavano, rendevano proprio l'idea di lavoro frenetico e di occasioni per avventurieri come lui.
Ma prima di tutto doveva cercare di ricostruire almeno in parte la mappa, si rivolse alla sua compagna che l'aveva condotto fino a lì.
"Hai preferenze su quale cartografo scegliere?"

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Intanto mi dò un'occhiata intorno per vedere se c'è qualcuno da ripulire di qualsiasi cosa interessante o di valore (sono un cleptomane ^^)

John si guardò intorno, ma notò quasi subito due pattuglie di quattro guardie che, piazzate poco lontano da dove la via principale sfociava nel porto, si guardavno attentamente intorno, rendendo molto pericolosa ogni azione furtiva. Vide anche che in fondo alla banchina di sinistra si era creato un capannello di persone vicino alla passerella di una delle navi. Forse stava(no) sbarcando qualcosa o qualcuno di interessante.

Mentre aspettava che Elaine esprimesse il suo parere, John allungò il collo e fece qualche passo avanti nella speranza di vedere cosa mai stesse accadendo sulla passerella li vicino.

Il pirata non oppose resistenza alla richiesta della giovane donna, in fondo anche lui voleva vedere cosa succedeva. Si lasciò strattonare dalla ragazza e le ricambiò il sorriso.
In fondo avevano ancora molto tempo per andare dal cartografo.

Si avvicinarono agli spettatori e riuscirono a farsi largo a sufficienza da vedere quel che stava accadendo.
Da un brigantino era appena sbarcata una compagnia errante. C'erano due uomini vestiti di verde che facevano capriole e tre donne diafane dalla pelle candida e le orecchie a punta a cavallo di orsi dal pelo nero, vestite con abiti che John aveva visto indosso solo alle danzatrici per quanto erano succinti. Insieme a loro, appena dietro stavano invece altrettante figure, che Elaine riconobbe per donne che indossavano il burqa bluastro delle terre note come Potentato dello Sha'Niir che invece le copriva da capo a piedi.
La loro attenzione fu però attirata da un uomo vestito con abiti di stoffa pregiata, ma tanto eccentrici per i colori sgargianti da degradarsi quasi a quelli di un giullare.
"... ci sarà anche Gigantus dalla forza poderosa, che vi stupirà con le sue disumane prove di vigore piegando acciaio e spaccando rocce a mani nude..."
L'uomo indicò un omone dall'aria brutale, ma sorridente e dotato chiaramente di una muscolatura eccezionale ma reso ancora più notevole da una stazza che lo vedeva prossimo ai 7 piedi in altezza e almeno 3 in larghezza di spalle.
"...le incredibili melodie dei nostri arpisti gemelli che suoneranno come mai nessuno avete visto fare..."
Con un gesto additò due teste bionde, che spuntavano da altrettanti fori in un poncho che era grande abbastanza a contenere due uomini, ma da cui spuntavano fuori solo due braccia, ma quattro gambe.
"...e per concludere, rimarrete a bocca aperta nel vedere le impossibili acrobazie delle nostre tre donne velate."
Alzò la mano verso le tre donne, che buffo a dirsi, parevano essere i tre gradini di una scala, in quanto la prima era alta almeno cinque piedi e mezzo, la seconda tra quattro e mezzo e cinque e la terza appena più di quattro. Si inchinarono però tutte insieme con uan perfetta sincronia.
"Ricordate! - ammonì il banditore - Domani a mezzodì nello spiazzo antistante la Torre della Fiaccola. Venite numerosi coi vostri figli. Una testa di rame per tutti noi e vi assicuro che non rimarreste comunque delusi anchre se fosse uno scudo d'argento."

"Ma guarda un pò!" Esclamo John "Mi sembra di essere ritornato alla mia infanzia".
Gli era ritornato alla memoria il circo e tutti i favolosi numeri che gli era capitato di vedere prima che lo zio lo vendesse per debiti a Garadia.
Non aveva mai considerato seriamente la possibilità di fare carriera nel circo come i suoi parenti però riteneva di avere in corpo una parte innamorata di quel mondo.
"Lo sai che anchio facevo parte di un circo tanti anni fà?" Grido ad Elaine per sovrastare il frastuono della folla, "Ricordo ancora alcuni giochetti...." e senza pensarci il pirata estrasse da un risvolto della fusciacca una moneta e iniziò a farla scorrere sulla mano e lanciarla in aria come gli aveva insegnato lo zio tanti anni prima.

"Davvero? Bello. Mi piacerebbe vedere lo spettacolo, ma prima abbiamo un mistero da svelare."
Guardò John destreggiarsi con la moneta. Sembrava fosse attaccata alla sua mano con un filo da quanto riusciva a padroneggiarla bene.
"Mi incuriosiscono i due bardi gemelli..." Elaine si interruppe e il volto le si incupii all'improvviso. Dopo di che, per non insospettire John, esclamò con voce squillante: "E ora dal cartografo!"

John osservò per un secondo la reazione della ragazza, ma scacciò ogni interrogativo con una scrollata di spalle, riprese la moneta e la mise al sicuro nelle pieghe della fusciacca.
"Si, direi che possiamo andare, io proverei da quello al secondo piano.... non sò perchè ma mi ispira di più"

"E va bene..... facciamo così" con passo sicuro si diresse verso l'edificio che ospitava il cartografo al secondo piano seguito dalla ragazza kir.

Elaine si guardava in giro mentre i due si avvicinavano all'edificio chiedendosi tra se e se cosa contenesse la mappa.

I due giovani salirono le scale che portavano alla bottega del cartografo che si trovava sopra lo spadaio. L'uomo vestito di verde non era più lì, ma la porta della bottega era aperta. Dentro l'ambiente sembrava, già guardando dall'esterno, piuttosto a soqquadro perché vi erano numerose carte e libri buttati come a caso sul pavimento e due sedie erano rovesciate. John vide che un uomo dai capelli grigi e certo non più giovane, si stava rialzando faticosamente da terra appoggiandosi ad un tavolo di legno nero massiccio che occupava buona parte della loro visuale.