Cronaca delle avventure di John Locke

Locke era rimasto molto meravigliato dalla struttura della grotta, era un luogo intrigante per la sua stranezza ed atmosfera che faceva respirare, il suo sguardò si posò con gola l'armadio-cartiera con tutti i soldi, prima di essere distratto da Val.

Senza farselo ripetere due volte si diresse verso il tavolo indicatogli, non stava più nella pelle di duellare.

"Buonasera signore, gradirei iscrivermi alla schermaglia, comprendi?" Disse all'uomo seduto.

"Comprendo, straniero. L'iscrizione costa un pezzo d'argento che non ti sarà restituito. la borsa è di 15 pezzi d'argento. Comprendi?" Domandò stendendo la mano a raccogliere la moneta da John.

"Certo amico, ecco la tua moneta, ma non metterla via, tra non molto tornerò a prenderla insieme alle sorelline." Disse mentre estraeva la moneta e la lasciava cadere nella mano dell'uomo con un sorriso in faccia.

"Certo, come no. Vallo a dire a Arguy di Candoria quando ci incroci la lama..." rispose con un sorriso l'impiegato, poi porse a John una sorta di moneta col numero 7 stampigliato su entrambe le facce.
"Questo è il tuo numero. Quando verrà chiamato presentati nel cerchio dei bracieri e mostralo all'uomo che te lo chiede insieme al tuo nome. Qualora vincessi lo scontro, ti toccherà difendere la borsa da tutti i contendenti ancora da chiamare, uno alla volta nell'ordine in cui si sono iscritti. E' tutto chiaro? Hai domende?"

"Direi di no, tutto chiaro" Rispose Locke ricambiando il sorriso dell'uomo. Tornato, dai suoi ospiti chiese con indifferenza "Sapete chi sia un certo Arguy di Candoria?"
Mentre diceva ciò si guardava intorno interessato osservando gli avventori e i probabili sfidanti.

Val scosse il capo e anche gli altri fecero cenni di ignoranza. Orton disse: "Siamo arrivati da poco, nessuno di noi lo ha mai visto combattere, ma sembra che sia piuttosto bravo..."
La balconata si andava affollando rapidamente e John scorse molti uomini armati di spada, ma nulla gli indicò che uno di questi potesse essere il tale Arguy.
Nel mentre lo scontro dei due combattenti al livello inferiore si concluse con la vittoria del guerriero biondo, che lasciò l'altro a gemere al suolo ferito in modo piuttosto serio ad un braccio.
Un uomo vestito con un abito di cuoio nero con indosso un cappuccio di stoffa nera che ne nascondeva il volto proclamò vincitore tale Alaf di Vegobern, poi mentre altri due, probabilmente dei servitori, portavano via il ferito disse ad alta voce: "Il cimento di scherma sta per avere inizio. Gli sfidanti che possiedono i numeri tra UNO e TRE sono pregati di scendere nella fossa e avvicinarsi al cerchio, perchè il campione E' QUI!"
Gridando indicò con entrambe le braccia un angolo buio da cui uscì, entrando nel cerchio dei bracieri un uomo. Un ometto in effetti: doveva essere alto poco più di quattro piedi, ed era magro con una grossa testa piena di ricci biondi. Indossava un giustacuore di cuoio grigio, uno spallaccio d'acciaio e pantaloni di stoffa anche grigi. Una macchia bianca a forma di V, probabilmente un uccello ad ali spiegate, contribuiva a renderlo ancora più pittoresco.
L'uomo si volse al balcone con le braccia alzate mentre il banditore lo annunciava come "ARGUY DI CANDORIA!"

Jonh guardò con interesse il tanto decantato Arguy, sembrava un bamboccio facile da battere con una mano sola. Peccato che qualcosa gli dicesse che in realtà era un avversario di tutto rispetto e che quindi non doveva abbassare l'attenzione. O meglio non più di quanto un paio di sorsi di Rum potessero fare, ai pensieri fece seguire i fatti prendendo la sua bottiglia di liquore e bevendone un generoso sorso.

Si appoggiò alla balconata guardando i primi scontri, sorseggiando ogni tanto il liquore.

Il tempo passò piuttosto in fretta.
Arguy si liberò dei primi due avversari in pochi attimi: stracciò sia un corpulento mercenario che un damerino in abito rosso per tre stoccate a zero.
Il terzo avversario, un uomo biondo ed alto in abiti piuttosto rattoppati che però un tempo dovevano essere stati di pregio riuscì a portare a segno due stoccate di seguito contro Arguy, ma poi questo ne dovette smascherare lo stile perché rispose accaparrandosi le ultime tre e vincendo lo scontro per tre a due.
Il quarto contendente, un omaccio con la faccia da tagliagole fu messo a tacere rapidamente umiliato da un tre stoccate a nessuna.
Mentre Arguy lottava con il quinto, un nobile con un abito di velluto blu scuro con le maniche a sbuffo e una scherma molto prudente e ossequiosa, John notò con la coda dell'occhio un movimento brusco sulla balconata seguito ad alcune imprecazioni e strepiti di disappunto.
Un uomo vestito di grigio con un cappello piumato si era fatto largo guadagnando la scala in discesa e aveva assestato una violenta e chiaramente voluta spallata a Val facendolo quasi cadere dalla balconata.
Orton si mosse avvicinandosi a John.
Indicando furtivamente l'individuo in grigio disse sottovoce: "Quello è Maraccius!"
Il giovane pirata lo squadrò: altezza media, ma con un fisico che evidenziava una robustezza tozza e una notevole baldanza nei movimenti.

"Buono a sapersi." Rispose Locke a Orton, lo irritava che un simile problema fosse giunto quando a breve avrebbe dovuto combattere. Ma doveva aiutare Val quindi gli si avvicinò porgendogli una mano per aiutarlo a rimettersi in piedi.
Con un tono di voce neutro chiese "Ci sono problemi Val?" Mentre poneva quella domanda retorica spostò lo sguardo sull'uomo chiamato Maraccius.
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Che armi gli posso vedere addosso?

"Beh prima ce ne erano di meno..." Disse Val massaggiandosi una spalla.
Maraccius pareva avere solo una spada a con la guardia a pugno, ma indossando un mantello poteva nascondere un po' di tutto sotto di esso.
John lo vide scendere di sotto e poi consegnare qualcosa all'uomo ai margini del cerchio.

"Sai chi è l'uomo a cui ha appena consegnato qualcosa?" Chiese il giovane pirata senza levare di dosso gli occhi a Maraccius.

Sentiva puzza di guai e solitamente non si sbagliava, l'ultima volta che era successo era stato schivato da una palla di cannone, si era tuffato in mare con dietro una nave che esplodeva ed aveva rischiato di annegare.
Decisamente la sorte si divertiva un sacco con lui.

"No, ma credo che sia uno degli uomini che gestisce la baracca lì sotto..."
Ebbero la risposta quando qualche momento dopo Arguy segnò il suo secondo tre a zero consecutivo e Maraccius venne presentato come nuovo avversario.
"Comunque vada farai bene a prepararti, non avevi il numero sette?" osservò Orton.

"Sì ho in effetti il numero sette, sono curioso di vedere come se la cava questo Maraccius." Rispose John ai suoi compagni, poi iniziò a scendere verso il cerchio pronto ad entrare se fosse toccato a lui.

Scese le scale mentre Maraccius e Arguy si scambiavano i primi colpi, e poté assistere abbastanza da vicino all'intero scontro.
Quello di Maraccius era un modo di combattere che puntava sulla forza fisica finalizzata allo sfondare le difese del'avversario, un modo di combattere che in uno scontro avrebbe dato un certo vantaggio a John.
Arguy forse un po' stanco subì la prima stoccata e poco ci mancò che cadesse al suolo tanto il colpo era stato violento. Preparandosi al nuovo confronto il giovane lo vide tastartsi la spalla dove era stato colpito e notò un barlume rosso, probabilmente Maraccius lo aveva ferito, ma doveva essere una cosa di poco conto.
Forte del suo primo tentativo vincente Maraccius provò a replicare ma finì col beccarsi la prima volta una stoccata al fianco e la seconda una addirittura nel sedere dopo un assalto in cui si era sbilanciato troppo in avanti, superando l'avversario. Umilito e inferocito dalle risa provenienti dagli spettatori il successivo attacco del bravaccio fu impetuosissimo, ma proprio quando stava bloccando Arguy in una prova di forza spada contro spada si trovò improvvisamente atterrato da un pugno di questi, perdendo lo scontro.
L'uomo che controllava il perimetro del cerchio vicino alle scale chiamò il numero di John, mentre Maraccius si rialzava sputando sangue.
Furente iniziò a insultare Arguy e fece per assalirlo, ma si bloccò di colpo quando un altro dei sorveglianti gli puntò contro una pistola. Al giovane pirata non sfuggì nemmeno il sorriso di scherno di Arguy nei confronti del bravaccio che scortato dal sorvegliante armato di pistola e da un altro con un randello fu accompagnato verso l'uscita.

Un sorriso spuntò sulle labbra di John, era contento. A breve avrebbe affrontato un degno avversario e inoltre Maaccius era stato sistemato a dovere e quindi non se ne sarebbe dovuto proccupare mentre duellava.
Sì diresse verso l'uomo incaricato a chiamare i partecipanti e gli consegnò il medaglione con il suo numero. Quindi barcollando si diresse al centro dell'arena, finse di essere ubriaco anche nell'estrarre l'arma agguantando l'aria un paio di volte prima di trovare la sua spada. Sempre ondeggiando fece un saluto al suo avversario aspettando la sua mossa.

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Se non si è capito uso lo stile dell'ubriaco e appena mi attacca uso colpo di polso. Ah non sò se il mio tentativo di ingannare necessita di un qualche tiro, dimmi tu. Inoltre riguardando le tecniche ho visto che se nonsono ubriaco ho un malus, io ho bevuto parecchio in questi ultimi post, non sò come vuoi contarlo.

Arguy non se lo fece ripetere e si mosse in avanti e lui e John scambiarono alcuni colpi, poi sentendo che era il momento buono il giovane provò un colpo di polso che per qualche istante sembrò andare a buon fine, ma il suo avversario quando la sua spada era già quasi fuori gioco si spostò fulmineo sul lato sinistro facendolo sbilanciare in avanti. Una stoccata decisa ma non violenta lo colpì al torace, senza provocargli ferita, ma dimostrando di poter essere mortale se voluto.
L'arbitro dello scontro sollevò la mano sinistra chiusa a pugno col solo indice allungato. Arguy aveva già una stoccata di vantaggio.

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PX
RI=4
AB=1

Era molto bravo, riflette John e la cosa gli piaceva. Finse di finire sbilanciato in seguito alla stoccata e ruzzolò in una breve capriola, si rialzò tastandosi il petto e sorridendo, quindi con scatto repentino attaccò.

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Provo il morso del luccio mirando alla testa per poi in realtà colpire il petto.

Non fu maggiormente fortunato nell'assalto successivo. Arguy era rapidissimo nel parare i suoi colpi e prima che il giovane trovasse un varco in quella difesa il suo avversario ne trovò uno nella sua infilando una stoccata al fianco sinistro.
L'arbitro dello scontro sollevò la mano sinistra chiusa a pugno col indice e medio allungati. Arguy aveva già due stoccate di vantaggio e se John non faceva qualcosa la prossima poteva essere la terza e conclusiva dello scontro (e probabilmente in quel caso non ci avrebbe fatto una gran figura con Val e gli altri).

John imprecò sotto voce, anche quell'attacco aveva fallito miseramente e adesso si trovava ad un solo passo dalla sconfitta, decisamente non era andata come se lo aspettava ma non era ancora il caso di desistere, avrebbe giocato più sulla difensiva aspettando il momento buono per colpire.

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Uso il bacio della sirena, speriamo vada bene!

Il suo avversario sembrava sicuro di poter chiudere la partita con un ultima stoccata, ma quando quasti andò all'attacco John cambiò le carte in tavola e mise in campo la sua famosa tecnica del bacio della Sirena. Una schivata, entrata nella guardia, blocco dell'arma e PUM!
Arguy volò a terra dopo essersi beccato un bel pugno in faccia.
Il giovane sentì varie affermazioni e gridolini stupiti provenire dal balcone.
Quando poco dopo il campione si alzò gli usciva sangue dalle narici e non sembrava più tanto spavaldo.
L'arbitro dello scontro nel mentre aveva già sollevato la mano sinistra chiusa a pugno col indice e medio allungati e quella destra chiusa a pugno col solo indice allungato.
"Mi hai totto il baso!" disse piuttosto arrabbiato mentre si faceva avanti di nuovo per attaccarlo.

John ghignò felice di aver tolto dal suo avversario quell'aria di sufficenza, aveva raggiunto il suo scopo poco importava se il prossimo attacco sarebbe stato la fine dello scontro.
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Paro e attacco, roba semplice. Ah e uso lo stile dell'ubriaco.

Ci fu un rapidissimo scambio di colpi e parate, poi Arguy iniziò ad incalzare con successo John che muovendo un passo indietro inciampò in una asperità del terreno roccioso perdendo l'equilibrio. Sarebbe stato alla mercé del suo avversario se proprio in quel momento questi non fosse stato disturbato nell'attacco dal volo di un pipistrello, forse disturbato dagli stridii delle lame. Quella anche minima mancanza di precisione permise ai riflessi allenati del giovane pirata di scansare la lama ed evitare la sconfitta.
Rimessosi in guardia John contrattaccò, riuscendo a trovare una breccia nella difesa dell'avversario, affaticato dalla non naturale necessità di respirare dalla bocca.
L'arbitro dello scontro sollevò quindi le mani per la quarta volta tenendole entrambe chiuse a pugno col indice e medio allungati. Due a due: la prossima sarebbe stata la stoccata decisiva.

"Ce la posso fare" Pensò John tornando alla'attacco, ma le ultime due stoccate lo avevano riempito di un eccessivo ottimismo facendogli perdere la necessaria concentrazione e quindi sbagliò. Nel fare un passo avanti per accorciare le distanze mise in fallo il piede compiendo quindi una veloce torsione del busto, guardando stupito davanti a sè vide la spada del suo avversario calare sulla sua mano che aveva mulinato nell'aria per tenere l'equilibrio.
Inconsciamente chiuse gli occhi per non vedere.

Sentì un cozzo, poi un rumore di metallo che si fletteva e un formicolio doloroso salire su per il braccio. Istintivamente si mise a massaggiarsi la mano e sentì il pubblico dello scontro ridacchiare: aprì gli occhi e vide Arguy che imbronciato faceva la stessa cosa a pochi passi di distanza mentre l'uomo che arbitrava lo scontro li guardava con un espressione strana.
Non sapeva come mai ma non aveva ancora perso. Massaggiandosi la mano notò che la guardia della sua spada era solcata da una rigataura fresca che partiva ad un dito dalla lama fino al margine della guardia stessa.

Era stato fortunato, molto fortunato ma non poteva permettersi di continuare a sperare in quella. Si mise seduto e si stiracchiò il collo per prendere tempo continuando a massaggiarsi la mano. Quindi si rimise in piedi incespicando e flettendo la mano come se si fosse lesa. Magari il suo avversario ci sarebbe cascato.

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Cerco di raggirarlo e uso anche lo stile dell'ubriaco se è ancora possibile la cosa.