Cronaca delle avventure di John Locke

"Molto bene." Disse Elaine. "Ci vediamo tra cinque giorni."
Dopo di chè si avviò ad imboccare la porta.

Con un ultimo cenno al cartografo anche John uscì dalla bottega, subito prese sottobraccio Elaine "Per fortuna che ho inventato quella scusa se no il vecchio era capace di denunciarci alle guardie. A proposito......... ottima recitazione" Alle parole il pirata fece seguire una strizzatina dell'occhio e un sorriso.
"Ora visto che siamo già qui vorrei fare un salto dalla spadaio qui di sotto, ti và di venire?"

Insieme alla compagna John scese le scale e si diresse dallo spadaio, era curioso di sapere se era in grado di dargli qualche informazione sulla spada rotta di pregevole fattura che aveva trovato nel bauletto.

Scesero le scale ed imboccarono la porta della bottega del venditore di spade.
Rimasero un po' sorpresi però in quanto il locale sottostante quello del cartografo non era delle stesse dimensioni, ma molto più piccolo. Poco più profondo di cinque passi, uno dei quali era occupato da un bancone messo parallelamente al lato più lungo che divideva a metà il modesto ambiente. Dietro di esso vi era un ampia rastrelliera su cui erano appese più di venti spade da scherma di diversa foggia e una manciata di lame più pesanti di maggiori dimensioni, del tipo preferito dai Vergogeti e dagli Estalandi.
Lo spadaio era un uomo tozzo, basso ma dalle spalle robuste e il collo taurino che pareva, a causa di una faccia piuttosto cagnesca di conformazione, essere sempre corrucciato.
Il suo benvenuto però fu più che cordiale e la sua vocina gentile e quasi melliflua, proveniente da un simile viso lasciava spiazzati: "Rispettabile Gentiluomo, Onorata dama-gatto, cosa posso fare per voi? Siete forse interessati a qualcuna delle mie lame o preferite un lavoro su commissione?"

"Nobile artigiano, salute a voi, io e il mio amico volevamo porvi alcune domande su una spada in nostro possesso." Disse Elaine con tono cordiale.
Poi si fece da parte per lasciare spazio a John.

"Buongiorno a lei mastro spadaio" Fece il pirata con un'ossequioso inchino, l'uomo sembrava una persona onesta a prima vista, e quindi gli andava a genio
"Vorrei sfruttare il vostro talento per esaminare un'arma in nostro possesso come già detto dalla mia compagna" Aprì quindi il baule ed estrasse le due parti della spada per mostrargliele.
"Ogni informazione che sarà in grado di darci in merito sarà per noi prezziosissima"

L'uomo prese i due tronconi della lama e quando li guardò bene John e Elaine notarono che gli occhi gli si sgranarono e le mani si fecero tremanti.
"Che orribile tragedia - sbottò lo spadaio - questa è una lama Tipone di Donte! Dove l'avete trovata?"

JOHN: Tipone era una città costiera Arcosiana tra le più popolose, ma uno dei motivi per cui era più famosa erano le spade che gli spadai cittadini erano in grado di forgiare. John aveva anche sentito parlare di Ancistoro Donte. Le sue spade erano leggendarie per leggerezza e flessibilità anche perché l'armaiolo si era specializzato esclusivamente nella lavorazione di una lega meteorica dell'argento detto argento vivo o stellargento. Essendo morto nel secolo scorso oramai non era più possibile avere una sua lama.

ELAINE: Le tornò in mente un frammento di una qualche opera che aveva sentito, ma non imparato bene abbastanza da ricordare interamente, in cui si parlava di un certo Donte:
"Con l'argirio di Donte
restò invitto sul ponte"
Ma non le sovveniva chi fosse il protagonista, od altri dettagli.
Di Tipone aveva sentito parlare come di una città Arcosiana.

"Diciamo che mi è stata donata da un amico...." Rispose John tamburellando con le dita sul bauletto. La posibilità che quella fosse una famosa spada lo stuzzicava, e lo portava a ricredersi su chi fosse in realtà Burgan.
"Può dirci se era stata costruita per qualcuno in particolare? Che ne sò magari ci sono segni o scritte che le dicono chi era il proprietario. Ma soprattutto vorrei sapere se sareste in grado, mastro armaiolo, di ricomporla"

Elaine osservò attentamente i due uomini che dialogavano tentando di acquisire il maggior numero di informazioni possibile.
In fondo non sapeva un gran che di spade ma una cultura generale non poteva guastare.

Lo spadaio prese uno strano cilindretto e se lo attaccò all'orbita destra e poi guardò con attenzione prima la lama e poi l'elsa.
"No. Non c'è nessuna particolare iscrizione riguardante colui per cui era stata fatta, ma è una spada di Donte, non c'é dubbio. Probabilmente la lama di un duellista, perché è una loro usanza far incidere una tacca sulla lama per ogni duello all'ultimo sangue vinto."
Lo spadaio si tolse il cilindretto e dopo aver guardato nuovamente i tronconi con aria critica disse: "Potrei provare a riforgiarla, ma non verrà mai com'era dopo essere stata conciatà così. Certo, anche se facessi il peggiore dei miei lavori, sarebbe comunque almeno due spanne sopra qualsiasi lama d'acciaio moderna. Ci vorranno però da tre settimane a un mese e 10 testoni d'oro per il lavoro. So che non è poco, ma la materia prima è davvero rara, perfino qui sull'Isola"

Dieci testoni...Elaine era dubbiosa e non poco.
Ne dovevano già cinque al cartografo per la mappa, non sarebbero riusciti a recuperare così tanti soldi in poco tempo.
Poi si rivolse a John: "Non per dire una blasfemia, ma se con le due parti della lama ne facessimo uscire due oggetti differenti? Dovremmo pagare solo la mano d'opera.
Che ne dici?"
Poi rivolgendosi allo spadaio: "Secondo lei sarebbe uno sbaglio creare da questa spada spezzata due oggetti distinti? Per esempio due pugnali o qualcosa di simile."

"Se è stata pensata come lama da duello non credo che convertirla in qualcosa di diverso dia risultati all'altezza, e poi sarebbe una mancanza di rispetto verso il mio vecchio amico" Rispose John alla domanda di Elaine, intanto il suo sguardo correva sulla lama. Una tacca un duello vinto, Burgan era stato uno spadaccino formidabile se aveva vinto così tanti incontri e possedeva una tale lama.
Il prezzo però era molto alto, sarebbe stato una faticaccia procurarsi i soldi, anche se il risultato prometteva una ricompensa oltre l'immaginabile.
"Dobbiamo riflettere sulla tua proposta mastro armaiolo, nel caso passeremo nei prossimi giorni per affidarti l'incarico di ricostruirla" Gli tese la mano per salutarsi e con fare confidenziale aggiunse "A proposito posso sapere il vostro nome?"

Lo spadaio annuì con aria compiaciuta alle parole di John riguardo la possibilità di trasformare la spada in qualcos'altro.
"Tornate pure quando volete, ma tenete ben presenti i tempi che vi ho detto. Il mio nome è Orandio di Roccapiemonte, ma qui tutti mi chiamano Braccio-di-toro."

"Bene. Arrivederci allora Braccio-di-toro. Buona giornata."
Dopodichè con la soddisfazione dipinta in volto Elaine prese sotto braccio John e lo tirò verso l'uscita.

Strattonato così John riuscì ad alzare a malapena in tempo il cappello per salutare l'armaiolo. Ritrovatosi fuori si trovò a pensare a come guadagnare così tanto denaro in così poco tempo. Si rivolse all'affascinante compagna "Allora Elaine? Suggerimenti su come guadagnare un quindicina di teste d'oro in pochi giorni?"
Mentre attendeva la risposta mise via i pezzi della spada nel baule "è ammirabile anche il fatto che tu non abbia chiesto da dove vengono sia la spada che la mappa..... mi aspettavo una tempesta di domande ma non me ne hai posto quasi nessuna da quando ci siamo incontrati..." John fissò attentamente negli occhi Elaine, era una ragazza straordinaria, era stato molto fortunato ad incontrarla.

"Pirata? Chi? Dove?" Disse John fingendosi allarmato per poi scoppiare in una risata "Sì, in effetti i modi in cui potrei esermi procurato il forziere sono molteplici, ma in questo caso è stato un passaggio di mano legale....." Poi ripensandoci un'attimo tenne a precisare "....sanguinoso ma legale"
"Il circo dici? Sì sarebbe un'idea se ci pagassero una testa d'oro al giorno.... ma visto che non abbiamo altre idee al momento... e da qualche parte dobbiamo pur iniziare...." Alle sue parole il pirata fece seguire un'elegante gesto con il cappello con cui invitava la ragazza a camminargli a fianco.

"Che galant'uomo che siete. Mi sorprendete ogni istante di più!" Il tono buffo e scherzoso fu seguito da una risata prolungata mentre i due si avviavano verso l'accampamento dei circensi.

Nessuno di loro sapeva come arrivare alla Torre della Fiaccola, quindi chiesero ad un garzone di fornaio che diede loro indicazioni ben dettagliate su come raggiungerla. Non era vicinissima e visto che probabilmente ci sarebbero arrivati verso mezzodì il garzone offrì loro di mettere qualcosa sotto i denti durante il cammino, proponendogli di comprare due specie di bastoni di pane che il ragazzo chiamò piroghe di pane, appena sfornate e ancora calde per solo una testa di rame.

Visto che si era dimostrato particolarmente gentile, John fù più che felice di compragli i due pani. Gli lanciò la moneta di rame pattuita e riprese il cammino ogni tanto dando un morso alla sua "piroga", mentre l'altra l'aveva offerta alla ragazza felino.

Elaine ringraziò John per la sua gentilezza e si incamminò al suo fianco sgranocchiando quel delizioso e croccante pezzo di pane...

Percorsero nuovamente la cittadina. Le vie che stavano attraversando erano diverse da quelle che li avevano condotti al Porto Grande ma parevano identiche. Ovunque la strada era fiancheggiata da murate di palazzi e case e solo raramente c'era tra due edifici successivi uno stretto vicolo. Alla fine arrivarono in vista della Torre della Fiaccola.
Era una costruzione in pietra grigia di forma cilindrica alta quasi 20 passi, sormontata da una evidentemente aggiunta a posteriori in legno verniciato di forma rozzamente cubica che portava l'altezza complessiva a quasi 30 passi. C'erano varie strette finestre nella parte in pietra ma, almeno dal punto in cui stavano arrivando non si vedeva nessuna entrata. La cosa più strana però era che la torre sorgeva vicino ad alcuni altri edifici e non pareva esservi nei pressi alcuno spiazzo visibile ed oltre la torre si intravedeva in lontananza l'orizzonte e il mare, segno che era molto vicina a quest'ultimo.
Forse avvicinandosi maggiormente avrebbero avuto una migliore visione d'insieme.

John seguì la ragazza senza però pronunciarsi in merito ai suoi dubbi, non era tanto la torre a creargli problemi ma il fatto che non c'era lo spazio per allestire un circo che contenesse tutte le attrazioni della compagnia itinerante che avevano visto nella mattinata.