Cronaca delle avventure di Hvergelmirsen Ulfhjem Njordsen

Hvergelmirsen avanzò alla sola luce della torcia per un po' senza sentire alcun rumore, se si escludeva una lieve corrente d'aria che gli lambiva le spalle soffiando nella stessa direzione in cui lui si stava muovendo.
Aveva percorso un centinaio di passi quando, quasi all'improvviso, il passaggio, che fino a quel momento era stato poco più largo di 6 passi, si trasformò in una grande grotta. Un unico ambiente di forma irregolare, più ampio di quanto la torcia potesse illuminare. Un fetore di sudore rancido e cibo avariato lo accolse schiaffeggiando il suo seppur non delicatissimo odorato.
Per quanto poteva vedere nella stanza vi erano varie cose che facevano pensare che questa fosse usata come alloggio probabilmente dall'intera tribù. Fascine di legna sul pavimento, pezzi di selce semilavorati, cumuli di ossa di animali e forse anche d'altro, pellicce sudice stese sul pavimento o appese verticalmente tra due delle stalattiti che punteggivano qua e là il pavimento, e un paio di grossi tavoli rozzamente ricavati da grosse rocce. Tutto pareva alla rinfusa, come se gli occupanti lo avessero abbandonato in tutta fretta. La luce della torcia non gli permetteva però di identificare una via d'uscita senza addentrarsi oltre in quella grotta. Tra l'altro se i suoi sensi non lo ingannavano, avrebbe anche potuto attraversare la grotta verso nord-est dirigendosi nella direzione indicata dalla pietra lampeggiante, cosa che fino a quel momento gli era stata preclusa.

"Sarà meglio controllare che non vi siano creature che possano ostacolare la mia uscita..."
Muovendosi più silenziosamente che potette, esplorò l'enorme - almeno così pareva al primo impatto - antro del quale la torcia a fatica illuminava il primo tratto...

Il giovane agaro esplorò cautamente la grande caverna, scoprendo via via altri poveri manufatti di pietra o legno e numerosi giacigli coperti da pellicce luride e pulciose. Una volta completata la sua perlustrazione fece mente locale: l'immenso antro aveva una forma che ricordava vagamente la testa di una volpe, e il punto da cui lui vi era entrato poteva essere considerato l'attaccatura del collo a quella testa. Più o meno dove erano le orecchie vi erano altre due vie di uscita. La prima era a nord-est, nella direzione in cui lampeggiava la sua pietra guida, e da essa si dipartiva un corridoio piuttosto dritto che continuava fino a perdersi nell'oscurità. La seconda invece era a nord-ovest, ed era quella verso cui soffiava il vento, ma era impossibile dire dove portasse perché il passaggio curvava dopo pochi passi.

Con la vigilanza che lo aveva accompagnato negli ultimi passi, si diresse a nord-est...

Stando sempre all'erta Hvergelmirsen avanzò per quasi cinquanta passi in un corridoio naturale che serpeggiava ora a destra ora a sinistra, ma che rimaneva sempre, bene o male, in direzione nord-est.
Ad un certo punto la torcia illuminò una fenditura nel pavimento, che, l'agaro lo notò appena un respiro dopo, interessava anche le pareti e in forma minore il soffitto. Era come se qualcuno dal basso, con un'ascia colossale avesse spaccato il corridoio in due parti, come se fosse il corpo di un grande serpente. La fenditura nel pavimento era larga almeno 4-5 passi e l'abisso che vi era sotto era tanto buio da sembrare senza fondo.
Hvergelmirsen scorse anche del movimento nella parte di corridoio che proseguiva oltre la fenditura e illuminò un grosso orchetto con indosso una logora armatura ad anelli, armato con una voluminosa scure di ferro e protetto da uno scudo rotondo di legno.
La creatura vomitò subito contro di lui una marea di parole gutturali che probabilmente erano insulti, e lo incitò a gesti a saltare oltre l'abisso per andare ad affrontarla. Naturalmente stava però pronta per sfruttare appieno la sua posizione di vantaggio nel caso l'agaro decidesse relamente di saltare.

"Come faceva a sapere che sarei arrivato?": questo il primo pensiero dell'agaro.
Poi, un'occhiata veloce per scorgere eventuali armi da lancio appese alla cintola dell'avversario o dietro la sua schiena...

Hvergelmirsen osservò attentamente il suo avversario mentre questo continuava (probabilmente) a ingiuriarlo, ma non notò alla sua cintola o altrove alcuna arma salvo quella che l'orchetto già impugnava. D'altronde se ne avesse avuta una, cosa gli avrebbe impedito di usarla fino a quel momento, in fondo l'agaro non era che a pochi passi?.

"SPORCO BASTARDO! Perchè non vieni qui TU, così potrai sbraitare come un cane rabbioso senza dovermi assordare i timpani?? O sei forse troppo codardo?"
Hvergelmirsen sapeva bene che il significato delle sue parole non sarebbe stato recepito, ma il tono con cui erano state pronunciate, assieme alla postura del suo corpo e delle sue conserte braccia, avrebbero forse potuto stimolare la competitività e l'aggressività dell'avversario.
"Stupido essere! Cosa crederà mai di fare con quella faccia da porco che si ritrova!"
Una sguaiata e gustata risata scoppiò quindi dalla sua gola.

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Provo ad intimidirlo

L'orchetto non fu per nulla intimidito dai gesti di Hvergelmirsen ma anzi si girò e ridendo sguaiatamente si diede varie pacche sul culo con fare derisorio, fino a che una sonora e puzzolente scorreggia rese la sua presa in giro ancora più disgustosa.

"QUESTO E' TROPPO! Neppure il più saggio e paziente degli AGARI può tollerare un simile AFFRONTO!!" tuonò il giovane ed incoscente barbaro.
Con un grido che pareva il ruggito di un orso, prese la rincorsa e saltò verso il suo nuovo rivale.

L'abisso sfilò rapidissimo sotto i piedi dell'agaro inferocito, ma se i suoi muscoli poderosi avevano dato una spinta sufficiente a oltrepassare la fenditura, questa risultò essere eccessiva e l'atterraggio fu un po' goffo e Hvergelmirsen dovette subire l'incalzare dell'orchetto che cercò di respingerlo subito nella voragine appena oltrepassata. Non riuscì a farlo indietreggiare ma l'agaro subì un paio di colpi che gli provocarono ferite non profonde ma pur sempre fastidiose.

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Hai subito 21 PV di danno. Te ne restano ancora 114. Se lo desideri in caso vincessi il prossimo giro puoi, per ogni +1 a cui rinunci costringere il tuo avversario ad indietreggiare di 1 passo.

Il colpi subiti fecero serrare i denti a Hvergelmirsen, che cercò di portarsi oltre il baratro che abissava alle sue spalle, tentando di constringere l'avversario ad indietreggare.

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Provo a farlo indietreggiare di un passo

Con ferocia l'agaro rispose a quell'attacco vigliacco con una gragnuola di colpi che per pura (sua) sfortuna non ferirono gravemente l'orchetto, ma gli provocoarono solo una lacerazione di secondaria importanza ad una gamba costringendolo a fare un passo indietro per non subire un danno maggiore.
La creatura però non accennava a cedere e pareva pronta a combattere fino alla morte.

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Sei riuscito a farlo indietreggiare di un passo e lo hai anche ferito per 21 PV.

Insistette nel farlo indietreggiare: in quel frangente la potenza di un combattente non si misurava solo sulla profondità delle ferite inferte, ma anche sulla capacità di prevalere sull'avversario.

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Provo a farlo indietreggiare ancora di un passo

L'agaro provò a far indietreggiare ancora il suo avversario, ma questo rispose con ferocia ai suoi tentativi di respingerlo e in un momento in cui Hvergelmirsen era rimasto scoperto riuscì a ferirlo, in modo non grave al corpo.

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Hai preso altri 20 PV di danno, vai a 94 e visto che sei a meno di 3/4 il malus scende da -6 a -4 (ma diventa -5 perché hai perso questo giro).

Sentendo il sangue iniziare a flottare dalle sue ferite, Hvergelmirsen faticava a mantenere quella lucidità che gli consentiva una certa ponderazione nelle mosse di combattimento: nonostante questo, tentò ancora una volta di spingere l'orchetto di ancora un passo...

Nonostante l'ira con cui Hvergelmirsen attaccava l'orchetto questo, forte anche del fatto che aveva uno scudo e non aveva un baratro alle spalle riuscì a ferirlo ancora, in modo lieve al corpo e al braccio sinistro.

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Hai preso altri 20 PV di danno, vai a 74. Il malus risale a -6 (-4 PV e -2 perso negli ultimi due giri)

La piccola ascia non poteva di certo compararsi alla grande arma che Hvergelmirsen portava fino a che non si danneggiasse, nonstante questo la sua furia rimaneva la stessa, e i colpi che portati avrebbero impresso tutta la sua energia.
Un altro veloce fendente provò a colpire il tenace avversario, grazie anche alla maneggevolezza della piccola arma... non tutto di quel minuto arnese era quindi da biasimare.

Dopo aver parato vari colpi la violenza dell'agaro portò i suoi frutti e la sua ascia morse di nuovo le carni dell'orchetto. Purtroppo però le difese dell'orchetto erano tali da rendere poco efficace anche questo suo colpo, e la sua ascia ferì solo lievemente al corpo la creatura. Per evitare di essere ferito più gravemente però l'orchetto fu costretto ad indietreggiare di un altro passo permettendo a Hvergelmirsen di avanzare, allontanandosi ancora dal bordo del baratro che aveva alle sue spalle.

Notando la resistenza dell'armatura contro cui la sua ascia aveva cozzato, l'agaro sfruttò tutta la potenza che possedeva in corpo per cercare di penetrarne le difese: il braccio vorticò vistosamente, per poi scagliarsi con tutta l'energia dei muscoli che conteneva.

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Spaccamontagne!

L'orchetto cercò con una torsione del busto di fronteggiare col pieno dello scudo i colpi terribili dell'agaro. Le asciate di Hvergelmirsen furono però così possenti da tranciare parte del non resistentissimo scudo di legno e a causa del movimento dell'orchetto queste colpirono poi duramente la sua schiena, sfiorando la colonna vertebrale. Dopo quel colpo, come una bambola di pezza rottasi improvvisamente le gambe dell'orchetto cedettero e questi cadde all'indietro gridando inarticolatamente per il dolore. Pareva incapace di rialzarsi e le sue braccia mulinavano come impazzite mentre sul terreno, dove poggiava di schiena, si stava allargando una amorfa macchia di sangue.

"Zitto CANE!"
Un'ultima asciata cercò di fare smettere quel corpo dissanguato di agitarsi...
"Non vorrai attirare qualcuno con i tuoi stupidi latrati!"

Un rapido colpo d'ascia mise a tacere per sempre l'orchetto. Nonostante le grida, gli insulti ed il cozzare di armi che si era susseguito nessuno venne in suo aiuto. Il solo suono che si sentiva era il monotono crepitio della torcia, che ricordò all'agaro che il suo tempo a disposizione per esplorare quel complesso non era infinito ma vincolato alla durata della torcia stessa. Certo in caso di necessita avrebbe potuto sempre recuperare altra materia da bruciare dai rifiuti che aveva visto nella grande caverna. Al momento l'agaro aveva davanti a se uno stretto corridoio che proseguiva fino a perdersi nelle tenebre. L'orchetto pareva essere bene equipaggiato e anche la sua scure, seppur di ferro pareva comunque un'arma valida. Forse nascondeva tra le vesti qualche altro oggetto di valore.

Hvergelmirsen decise quindi di perquisire il corpo.
"Vediamo che ha addosso questo..."
Poi una smorfia accompagnò le mani che frugavano tra le sue lerce vesti: "Meglio che faccia in fretta se non voglio rimanere nauseato dal suo puzzo! Strapperò anche qualche lembo di stoffa, servirà a ravvivare la torcia. Anche quest'ascia fa al caso mio, sicuramente meglio di questo taglierino che ho usato fino ad ora..."

La scure di ferro dell'orchetto risultò essere effettivamente in ottime condizioni, se la si paragonava al resto dell'equipaggiamento che questo possedeva. Lo scudo rotondo era stato rovinato dalla poderosa asciata di Hvergelmirsen e l'armatura era una ben misera cosa paragonata alla sua.
Nascosto sotto l'armatura l'agaro trovò un sacchetto fatto di pelle e tanto maleodorante da fare quasi ribrezzo. Dentro però vi era un buon bottino: altre pietre azzurre opalescenti come quelle che aveva trovato frugando il cadavere del mago o sciamano che fosse e alcune monete d'argento lucide come se fossero appena state forgiate.
L'agaro fece quindi strisce del pesante vestito di pelliccia della creatura e le avvolse alcune intorno alla torcia improvvisata ravvivandola. Alcune altre gli restarono in più, ma forse avrebbero potuto essere utili più avanti...

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L'ascia dell'orchetto ha le seguenti caratteristiche:
Scure in ferro(6d6+3 + 4/3/60/po3)
quella che tu invece stai usando è
Ascia da lancio(5d6 + 4/2/55/5p/po2)
Ovviamente la scure non si può lanciare propriamente.