Cronaca delle avventure di Hvergelmirsen Ulfhjem Njordsen

A quel punto decise di non rischiare: aveva altre zone da esplorare. Se non avesse trovato nulla di interessamte sarebbe ridisceso.
Ritornò quindi all'ingresso del cunicolo, per poi proseguire lungo la grotta dove aveva trovato le ossa.

Non era tornato indietro che di una cinquantina di passi, quando maldestramente inciampò in un dislivello e cadde faccia a terra. Nel momento in cui urtò il pavimento, sentì anche un altro tonfo, qualche passo più avanti. Si rimise in piedi appena in tempo per vedere una enorme lucertola antropomorfa alta quasi quanto lui ma con le spalle più larghe fare lo stesso ad appena 4-5 passi dal punto in cui lui era inciampato.
La creatura che aveva il muso schiacciato come le lucertole cieche di caverna e piccoli occhi bianchi mobilissimi disse qualche parola, probabilmente nella stessa lingua del villaggio che aveva da poco lasciato, poi brandendo un randello di uno strano metallo che riluceva illuminato dalla sua torcia, lo assalì senza altro indugio.

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Nella caduta ti sei fatto solo 3 PV di danno, ma solo perché avevi l'elmo. se non lo avessi avuto potevi accecarti o romperti la qualche dente.

"Merda!"
L'ascia che impugnava fu quasi più veloce dei suoi riflessi.

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Provo a colpirlo normalmente.

Anche la creatura parve sorpresa dalla violenza con cui l'agaro contrastò il suo assalto, tanto che dopo un paio di colpi fu ferita al braccio sinistro da un irruento colpo d'ascia di Hvergelmirsen. Ma poi, per nulla intimidita né dalla ferita né dalla combattività del suo avversario mulinò pericolosamente la sua clava metallica contro l'agaro pronta ad un nuovo attacco.

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Lo scontro continua.

Anche il giovane umano non si faceva intimidire così facilmente tanto che, dopo aver strappato la lama dal braccio della lucertola, provò un secondo colpo: si abbassò, come per disorientare l'avversario, puntando sulla velocità - per quanto potesse concedere l'ingombrante arma - e sull'improvvisa luce della sua torcia che, agli occhi della creatura, pensava dovesse essere veramente fastudiosa vista la sua abitudine a vivere nel buio.
I riflessi luminosi si agitavano, mettendo in risalto le animate ombre delle sporgenze rocciose lungo le pareti, ricreando così un effetto molto simile a quello dello contro con gli orchi degli angusti cunicoli nelle montagne più a sud.

Il rettiloide fu di sicuro infastidito dal brando luminoso dell'agaro, ma questi non riuscì ad avvantaggiarsene a causa della sua eccessiva avventatezza nell'attaccare, perché la creatura, forse anche più agile di quanto la stazza non facesse pensare, schivò un suo affondo e riuscì ad assestargli un paio di dure clavate al corpo.

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Hai subito 39 PV di danno e ora sei a 111. Non hai subito critici o hai penalità.

Hvergelmirsen reagì con un semplice ringhio, mentre il braccio si preparava a caricare un poderoso e lento colpo.

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Provo lo spaccamontagne

I muscoli dell'agaro si gonfiarono e il colpo partì poderoso, ma l'uomo rettile, mostrando una forza considerevole riuscì a pararlo con la sua clava e di risposa colpì l'agaro ad una gamba.

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La tecnica è riuscita ma non hai vinto il giro di combattimento, se la ripeti potresti avere un malus. Hai subito altri 30 PV di danno, ne hai ora 81.

Il mostro si stava rivelando più agile di quanto si aspettasse. Non poteva fare altro che ritentare.
"Maledizione!"

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Provo con un colpo normale... ho già perso 2 turni mannaggia

La rabbia dell'agaro divenne furia e i suoi attacchi si infittirono. La difesa dell'uomo rettile però fu sufficiente a deviare i suoi colpi e questi riuscì anche a rispondere colpendo con forza Hvergelmirsen al braccio destro.

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Hai subito 49 PV di danno. Te ne restano 62. Hai subito anche un critico di lieve importanza che porterà a un ematoma con modesta e temporanea perdita di sangue (e PV).

Hvergelmirsen non si rendeva oramai conto dell'efficacia dei suoi colpi. L'aggressore era forte, e lui doveva colpire sempre più forte... questi all'incirca i suoi confusi pensieri.
La mano che teneva la torcia sembrava non volere più assolvere quella sdegnevole mansione... e la tentazione di impuganre l'ascia con entrambe le mani si faceva sempre più forte.
I colpi si facevano sempre più poderosi.

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Provo con un attacco normale

La sua era ormai una frenesia omicida, ma i suoi affondi parevano arrivare sempre nel momento sbagliato e l'uomo rettile era sempre pronto a dargli in risposta colpi precisi. La sua clava si abbattè sulla testa di Hvergelmirsen e solo la presenza dell'elmo lo salvò da un possibile colpo mortale.
Ma la sua ira era tale e lo spazio dei penseri tanto ristretto che il colpo non lo stordì nemmeno.

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Non ti stordisce ma ti toglie comunque altri 42 PV, che sommati ai 5 che se ne vanno per via dell'ematoma al braccio destro ti lasciano a soli 15 PV ma al massimo della tua ira.

Il rontolio della torcia che cadeva per terra echeggiava nelle viscere della grotta, quando venne bruscamente sovrastato da un disperato grido di odio e di furia omicida.
L'ascia, ora impugnata a due armi, doveva compiere il suo dovere nel minor tempo possibile.

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Vediamo adesso se regge ad uno spaccamontagne a piena potenza...!

La torcia cadde al suolo, ma non si spense, anche se pareva in agonia. Caricando il colpo l'agaro si mosse per afferrare l'arma con entrambe le mani, ma forse il sudore o il sangue gli fecero perdere la presa. ne risultò un bizzarro attacco al corpo tanto imprevedibile che pur privato della forza terribile ferì comunque l'uomo rettile, anche se in modo non grave.

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Hai fatto un fallimento critico nel test sulla Forza per la preparazione della tecnica. L'ematoma ti porta via altri 4 PV e resti a 11.

Digrignando, i denti stridevano freneticamente l'un l'altro, le vene pompavano sangue nelle tempie e gli occhi erano ricoperti da un fitto reticolato rosso.
L'istinto di sopravvivenza nuovamente muoveva il corpo di Hbergelmirsen, ormamai incapace di appellarsi alla razionalità del ragazzo che fino a poco fa c'era un lui.
Ritentò il colpo.

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Ma che razza di tiri ho fatto???
Riproviamo lo spaccamontagne.... sempre se non ho malus. altrimenti colpo normale.

Alimentato dalla furia inarrestabile dell'agaro un colpo terribile travolse la difesa del uomo-rettile spaccandogli di netto il cranio e sprofondando giù fino al collo e oltre, facendo conficcare profondamente l'ascia nel corpo della creatura.
Questa privata di ogni forza cadde pesantemente all'indietro strappando di mano l'ascia al giovane guerriero infuriato, questi snetì un nuovo vigore fluire in lui.

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Un colpo al cranio piuttosto mortale. Hai recuperato 50 PV e l'ematoma si è del tutto riassorbito: sei a 61 PV ora.

Sfiaccato dalla pesante scarica adrenalinica, e non sentendo la necessità di controllare se nei dintorni fossero presenti altre bestie simili, si accasciò a terra per riprendere fiato, mentre poteva apprezzare il rinvigorimento magico proveniente dalla mitica ascia che recuperò immediatamente.
Ne approfittò anche per afferrare la torcia prima che fosse troppo tardi, per poi fare un'analisi veloce di quello strano essere rettiliforme.

Riuscì ad abbrancare la torcia appena in tempo, evitando che si spegnesse. Poi fece luce illuminando la creatura che aveva ucciso: sembrava un incorcio tra un uomo e una lucertola delle caverne, di quelle piccole e piuttosto piatte che si arrampicano su pareti e soffitti. Le dimensioni erano considerevoli: Hvergelmirsen aveva combattuto contro bestie ben più grosse e pesanti di lui, ma questo era il primo avversario dotato di parola e quindi di intelligenza che affrontava che era più grosso di lui.
Mentre lo illuminava con la torcia notò una cosa che lo lasciò a metà tra lo stupore e il raccapriccio: seppur molto lentamente le ferite che aveva inferto si stavano richiudendo. La creatura non sarebbe guarita né subito e probabilmente nemmeno entro il successivo ciclo del sole, ma certo sarebbe tornata sana (e forse vitale e minacciosa) entro la prossima luna o, ed era più probabile, anche prima.

"Si rigenera la bastarda!"
Il colpo dell'ascia che seguì fu netto e preciso, e la testa scagliosa che si staccò dal collo rotolò per qualche passo.
"Ora vediamo se saprai ritornare in piedi...!"
Proseguì quindi verso la direzione prestabilita.

La testa o quello che ne rimaneva visto che ancora era ben lungi dall'essersi rigenerata finì a circa una dozzina di passi dal corpo. Hvergelmirsen sentì qualcosa tintinnare e vide che per terra, a metà strada tra la testa e il corpo del rettile c'era una chiave di metallo, uscita da chissà dove. Anche la clava della creatura era lì a poca distanza. Il metallo di cui erano fatte, sia la clava che la chiave riluceva come argento, ma sembrava di un colore vagamente più chiaro... chissà forse era prezioso...

Ne approfittò quindi per porre l'arma contundente nello zaino e la chiave in una piccola saccoccia della cintola. Poi proseguì il viaggio verso la direzione prestabilita, non prima di aver sputato sdegnosamente verso quel corpo tumefatto.

Tornare indietro fu molto faticoso: affrontare una salita così piena di dislivelli con uno zaino appesantito dalle numerose armi e razioni che si portava dietro stancò non poco l'agaro già provato nel fisico dallo scontro appena concluso. Alla fine comunque giunse di nuovo alla grande grotta da cui era partito. Ne aveva esplorato solo una piccola parte, e sempre fiancheggiandone le pareti: se avesse seguito quella di destra sapeva di poter tornare fino a dove era sceso con la corda, a sinistra invece era arrivato appena una decina di passi oltre il cunicolo, fino al punto in cui era stato attirato dal moncone di spada conficcato nella stalagmite.

Proseguì quindi verso la seconda direzione, ascia e torcia alla mano

Camminò per almeno una settantina di passi seguendo la parete della caverna , senza notare nulla di particolare salvo varie stalagmiti. Poi incontrò un ampia rientranza di forma vagamente triangolare, di quasi quindici passi di lato. A terra sul pavimento della rientranza vi erano varie ossa sparpagliate e nella parete da cui poi questa si riimmetteva nella caverna vi era uno stretto passaggio a forma di taglio largo 3 passi e alto poco più dell'agaro.

Diede uno sguardo alle ossa nel tentativo di dedurre a chi fossero appartenute, se a umani o ad... altro.