Cronaca delle avventure di John Locke

Non aveva intenzione di farsi troppa pubblicità con il secondo quindi John fece segno ai giovani elfi di seguirlo a nascondersi.

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Cerco di nascondermi con le due creature, dietro la scala se è in grado di nasconderci oppure dietro il primo nascondiglio che vedo.

Le colonnine della balaustra della scala non avrebbero offerto sufficiente riparo, così John girò i tacchi indietreggiando verso le cabine che avevano appena superato. Ma quando cercò di spronare i due piccoli elfi a fare lo stesso vide che questi non si muovevano. I loro occhi si erano fatti come sognanti e da essi sgorgavano lacrime. Uno di loro disse una breve parola nella loro lingua e l'altro alzò una mano a indicare le scale.

Incuriosito dalla reazione dei piccoli elfi, il pirata ritornò sui suoi passi e osservò su per le scale.

Dalle scale era appena salita un elfa dalla pelle color smeraldo e lo sguardo truce. Era completamente nuda ma impugnava una spada sporca di sangue.
Quando John si voltò stava osservando il corpo del secondo di bordo, poi spostò lo sguardo su di lui e quindi sul baule macchiato di sangue.
Il suo sguardo si addolcì improvvisamente e piegandosi in ginocchio disse qualcosa e i due piccoli elfi le corsero incontro veloci come fulmini.
Mentre si abbracciavano John vide le lacrime rigare copiose anche il viso di quella che probabilmente era la madre dei piccoli.
Lo scambio d'affetto fu tanto intenso quanto rapido. L'elfa prese in braccio entrambi i figli abbandonando la spada e dirigendosi verso l'apertura provocata dalla bordata disse a John: "Ilamel ha spezzato i tenenti del timone di entrambe le navi, se vuoi vivere buttati in mare ora, insieme a noi, ti aiuteremo."

"Avevo proprio voglia di farmi un bagno" rispose semplicemente John con un sorriso sul volto. Rinfoderò la spada e afferrò con entrambe le mani il baule, saggiandone il peso, ricordò la promessa fatta all'amico. Sì, avrebbe mantenuto la parola data.
Seguì l'elfa fuori dalla breccia provocata dalla bordata e si tuffò in mare.

Di quel che successe una volta in mare John conservò un ricordo confuso. Le due navi infatti schiantarono una contro l'altra e pochi istanti dopo vi fu una tremenda esplosione, segno che l'impatto aveva coinvolto la polveriera di una delle due imbarcazioni.
Dopo di ciò John nuotò e nuotò e nuotò, aiutato dagli elfi a sostenere il peso del baule che galleggiava a malapena da solo e non era usabile come sostegno per tenersi a galla.
Non seppe mai quanto tempo passò in acqua perché a un certo punto lo sfiancamento divenne tale da fargli perdere lentamente consapevolezza e quindi i sensi.
Quando si riebbe aprì gli occhi e si accorse di essere sdraiato sulla sabbia a pancia sotto e di stare usando il baule del ministro, parzialmente insabbiato, come cuscino.

John si svegliò con calma, senza fretta. Si sentiva sfinito ma non ricordava bene come era giunto fin lì.
"Di sicuro sono stati gli elfi" riflettè il giovane pirata sgranchendosi le gambe, "Peccato, mi sarebbe piaciuto scambiare qualche parola con loro"
Con un sospiro si chinò e raccolse da terra il bauletto, soffiò in modo da mandar via la sabbia depositatasi e contemplò la combinazione a dischi che gli celava il contenuto del baule.
"Adesso devo trovare un modo per aprirti" Disse ad alta voce, quindi si guardò intorno per vedere dove era finito.

Si trovava su una spiaggia di sabbia finissima. Alle sue spalle c'era il mare, calmo, e davanti a lui una conca rocciosa di pietra granitica alta almeno un'ottantina di passi. In fondo alla spiaggia vi era un ampia apertura parzialmente chiusa da grandi assi di legno. Un cartello, anch'esso di legno era piantato a destra dell'apertura. Una scala scavata nella roccia risaliva la parete della conca conducendo sia verso l'alto sia verso una terrazza a circa venti passi d'altezza rispetto alla spiaggia dove c'erano varie altre aperture semicircolari.
Doveva essere da poco passata l'alba e la spiaggia era deserta. Guardandosi intorno notò anche un paio di vecchie barche da pesca, tirate in secca e probabilmente in disarmo.

"Deve essere un villaggio di pescatori" concluse facilmente il pirata.
Di sicuro i pescatori avrebbero potuto aiutarlo a capire dove si trovava, e come raggiungere la città più vicina.
Prima però era curioso di controllare il cartello situato a destra dell'apertura sbarrata, magari gli avrebbe chiarito le idee sul luogo.

Si avvicinò all'apertura più grande chiusa dalle assi. Il cartello diceva: "STATE ALLA LARGA!"
Oltre le assi si vedeva un cunicolo con al centro dei vecchi binari arrugginiti posati su grossi mattoni di pietra.
Avvicinandosi notò anche che la maggior parte delle aperture del livello superiore erano l'accesso ad alcune abitazioni. Infatti le aperture erano regolari e chiaramente fatte da una mano umana, ma rientravano di appena una passo e poi gran parte dell'apertura era chiuso da una parete di legno in cui c'erano una finestra e una porta. Delle circa venti che vedeva quasi tutte parevano in rovina, con imposte scardinate o addirittura le pareti di legno semidistrutte. Solo le prime due vicino alla scala di pietra sembravano in buone condizioni.

Si avvicinò con fare sicuro alle brime due abitazioni, non pensava potessero esserci pericoli quindi bussò alla porta della prima casa aspettandosi che uscisse un vecchio e decrepitò marinaio.

Salì le scale scavate nella roccia della conca fino alla terrazza e la percorse fino ad arrivare davanti alla prima abitazione. Stava quasi per bussare quando la porta si aprì, cigolando.
John si trovò davanti un uomo tarchiato piuttosto avanti negli anni ma dalle spalle larghe e le braccia muscolose. Indossava una casacca di stoffa grigia e dei pantaloni di tela spessa.
"Vieni dentro ragazzo, è già un po' che ti stavo osservando." Senza dire altro rientrò nella casa, che, per quanto il giovane poteva vedere dalla soglia, era un unico ambiente quadrato di circa 8-10 passi di lato. Al centro c'era un tavolaccio di legno con un paio di sedie dall'aria malferma. Al centro della parete di sinistra c'era un focolare in pietra vicino a cui c'era una piccola credenza. I carboni erano ancora caldi. Un letto e un piccolo mobile cubico addossati alla parete di fronte alla porta completavano lo spartano arredamento.

John fece un passo oltre la sglia e si chiuse la porta alle spalle.
"Grazie dell'ospitalità buon uomo" Rispose John togliendosi il cappello per rispetto, nonostante la povertà dell'abitazione.
Volse lo sguardo per tutta la piccola abitazione e poi i suoi occhi trornarono a posarsi sul marinaio.
"Cosa intendevi dire quando hai detto che mi stavi osservando da un pò? Per quanto tempo sono stato disteso sulla sabbia?"

Il vecchio non rispose subito alla domanda di John, ma andò alla credenza, la aprì e ne prese una bottiglia di terraglia rossa che aveva una testa di drago rudemente scolpita su un lato.
Insieme prese anche un paio di bicchieri, anch'essi di terraglia e posò tutto sul tavolo, dove poi si sedette invitando John a fare lo stesso sull'unica altra sedia rimasta.
"Ragazzo non ho idea da quanto stessi lì, so solo che quando sono andato a pescare dalla spiaggia c'eri già e quando sono tornato c'eri ancora. Da quel momento in poi ti ho dato un'occhiata ogni tanto - stappò la bottiglia e versò nel bicchiere dal lato di John del liquido semitrasparente dai riflessi amaranto - anche se la Corte della Vecchia Miniera è un posto molto tranquillo a quest'ora del mattino..."

Il giovane si sedette al tavolo sperando che la sedia non fosse troppo marcia in modo da poterlo reggere. Afferrò il bicchiere e ne svuotò in un colpo il contenuto, aveva bisogno di qualcosa di forte per dimenticare i dolori delle varie ferite riportate sulla nave e quello era l'ideale.
Poi appoggiò il bicchiere sulla nuda superfice del tavolo e guardando con interesse il vecchio marinaio chiese:
"Cosa intendi per corte della vecchia miniera? Quell'apertura malamente sprangata con un cartello di pericolo a fianco, forse? Di cosa si tratta?"

La bevanda era un liquore forte e dolciastro che scaldò le budella infreddolite di John. Lo sguardo del vecchio si fece però duro alle sue parole: "Ragazzo, l'unico motivo per cui non ti rompo in testa questa bottiglia seduta stante è perché evidentemente sei ancora sconvolto per via del naufragio... e perché è diventato dannatamente difficile trovare del buon Falagnano ultimamente..."
"Comunque la corte è tutto ciò che hai visto: l'ingresso della mia vecchia miniera di ferro, queste case nella roccia e la spiaggia... - abbracciò tutto il circondario con ampi gesti - un tempo questo posto brulicava di vita a qualsiasi ora del giorno e della notte."

"In effetti è proprio buono" Riflettè il giovane pirata guardando il bicchiere ormai vuoto "Sarebbe un peccato sprecarlo per spaccarmi la testa"
"E così questo posto è tutto tuo? Hai detto che brulicava di vita ma io non ho visto nessuno in giro..... cosa è successo?"

"Già..." convenne il vecchio accontentando l'implicita richiesta di John versandogli altro liquore.
"Mio? - Sorrise mostrando una dentatura sgangherata - Nel senso di mio di proprietà? No di certo, ragazzo, lavorando in miniera non ti arricchisci, a meno che non cerchi oro, ma qui nell'Isola del Ferro sembra che non ce ne sia nemmeno un'oncia, sottoterra perlomeno."
"Potremmo dire che sono il custode di questa corte." Ridacchiò.
"E per rispondere alla tua domanda, non so il vero perché, so solo che una volta l'Isola esportava principalmente ferro mentre adesso con questo 'Nuovo Continente', l'amagio e tutto il resto è diventata una specie di porto commerciale. Ma la miniera non è stata chiusa per questo, ma per i crolli e perché i minatori scomparivano... tutte scuse secondo me..."

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Nota: l'amagio è una polvere usata come propellente per le armi da fuoco ed è una sostanza che esplode se viene a contatto con un qualsiasi oggetto la cui aura magica è stata alterata (quindi usualmente un qualunque oggetto magico).

John questa volta si gustò l'ottimo liquore che il vecchio custode gli aveva versato, intanto rifletteva su cosa fare, come avrebbe fatto ad arrivare a Nuova Vanora senza soldi? Ma prima ancora come avrebbe aperto il baule che il ministro gli aveva affidato?
Si riscosse dai suoi pensieri e guardando l'uomo gli chiese: "Come mai dici che erano tutte scuse riguardo la sparizione dei minatori? Non credi alla tesi dei crolli?"
"E un'altra cosa..." chiese gentilmente "Sai quanto dista la più vicina città? E se per caso è presente un templio dedicato a Gogun?"

"Perché ho lavorato nella miniera per più di centocinquanta stagioni e in tutto questo tempo ho visto solo una volta una bestia che non era di certo un uomo. Riguardo i crolli, beh qualcuno c'è stato, ma dove non ce ne sono? Quando scavi sottoterra anche dove la roccia è dura come qui nell'Isola c'è sempre il rischio che ti cada qualcosa sulla testa. Scomparsi? Ma che scomparsi, quelli si sono presi l'anticipo dell'ingaggio, poi visto che il lavoro era duro se la saranno svignata alla prima occasione per scolarselo in qualche taverna o bettola della Corte Traballante..."
"Templio... PFUI... Gogun... PFUI! Il vecchio Ordig non crede a tutte queste sciocchezze. Dei! E' tutta una scusa per spillare soldi alla povera gente! Ho visto compagni devoti a Ielul tanto da spendere più in offerte che in cibo per i loro marmocchi crepare schiacciati da una trave spezzata mentre pezzi di sterco che meritavano la forca più di un pirata dopo cento stagioni in miniera erano ancora freschi e sani come se fossero arrivati il giorno prima... Sono tutte bugie, credi a me."
Probabilmente il vecchio si accorse di essersi infervorato ma di non aver ancora in effetti risposto alla domanda di John e aggiunse: "Se però proprio ci tieni, anche se non sembri un uomo di tempio, ti basta salire la scala di roccia e andare un po' verso nord. Ormai questa maledetta isola brulica di persone come un formicaio, ci sono case ovunque, è diventata tutta una maledetta città... A volte mi domando come faccio a resistere al puzzo di tanto marciume..."

"Riguardo ai templi sono della tua stessa opinione però devo andarci per poter mantenere la parola data ad un'amico, e per cercare di capire come diavolo aprire questo" John sollevò con un grugnito il bauletto e lo posò pesantemente sul tavolo.
Ingollò quanto rimaneva del liquore del bicchiere e si alzò.
Stava per andare verso la porta quando la curiosità per qualcosa che aveva detto il vecchio lo fermò.
"Che cosa intendevi dire con: una volta ho visto una bestia che non era di certo un uomo?"

Il vecchio guardò con aria critica il baule.
"Ha una chiave numerica... ma potresti sempre forzarla con un piede di porco dovrei averne uno..." fece per avviarsi verso il fondo della stanza ma si interruppe alla domanda di John.
"Intendevo che c'è qualcosa oltre noi che abita quest'isola, ma non sopra, dentro... Non saprei dirti cosa e nemmeno se c'è ancora, ma so che era grosso come un'orso ma mani come quelle di una talpa. Credo."

"NO! Niente piede di porco!" Gridò il pirata, si ricordava infatti che Burgan aveva affermato che il bauletto era protetto dalla magia e che il tentativo di forzarlo avrebbe innescato la trappola. "è protetto dalla magia, per questo devo trovare il tempio" disse rivolto al vecchio per spiegare la sua precedente preoccupazione.
"Grazie infinite del tuo aiuto" Aggiunse avviandosi alla porta "E se vuoi sarei felice di controllare se veramente esiste questa fantomatica creatura, sempre che tu voglia"
Arrivato alla porta l'aprì, e se la stava già chiudendo alle spalle quando si ricordò che non si era neanvhe presentato all'ospitale marinaio.
"A proposito, io mi chiamo John Locke, e tu?"

"Quando vuoi ragazzo. Il vecchio Ordig non ha paura di nulla quando ha il suo frangirocce tra le mani. E comunque mi chiamo Ordig Dalmaine anche se tutti mi chiamano Ordig Punta-di-Ferro."
Vedendo che John stava andando via aggiunse: "Se cerchi qualcuno che possa aprirti il forziere è bene che tu provi anche alla Corte Traballante, lì si trova un po' di tutto, ma ragazzo ricorda che qui sull'Isola del Ferro tutto si paga, in un modo o nell'altro..."

"Grazie delle informazioni Ordig, tornerò a trovarti appena sistemate alcune faccende" Detto ciò John chiuse la porta, si ritrovò di nuovo all'aperto, inspirò una profonda boccata della fresca e frizzante aria marina quindi si mise in marcia.
Risalì la scala scolpita nella roccia di cui il vechio aveva parlato, giuntò in cima si guardò intorno per decidere sul da farsi.

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Richiesta molto semplice, cosa vedo? ^^