Cronaca delle avventure di Hvergelmirsen Ulfhjem Njordsen

Forte del nuovo vigore l'agaro deviò i colpi di entrambi gli avversari neutralizzandoli. In risposta mancò di poco la gamba dell'orchetto, ma gli ferì di striscio il piede. L'orchetto combatteva ormai con la stessa furia che animava Hvergelmirsen ma le sue ferite erano probabilmente ancor più gravi di quelle dell'agaro.
Probabilmente sarebbe bastato un ultimo colpo a far crollare l'orchetto lasciando a Hvergelmirsen solo un avversario: l'orchetto femmina che finora non era riuscito ancora nemmeno a ferire, ma che da sola sarebbe stata ben poca cosa contro la sua furia.

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L'orchetto femmina al momento è illeso. L'altro è invece molto malridotto e forse già a PV negativi.

Un ultimo colpo d'ascia doveva decretare la fine del sanguinolento orchetto: il figlio di Ulf, dopo l'ultima parata, piegò le braccia lungo il lato sinistro del suo corpo, tracciando con la lama un arco orizzontale che, con l'impeto di un orso, sarebbe stato ripercorso dall'acciaio dell'arma contro il corpo già tumefatto dell'agonizzante tarchiato.

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Colpisco normalmente l'orchetto quasi morto

L'orchetto provò a parare inutilmente il violento colpo dell'agaro, che gli si abbatté contro colpendolo duramente alla spalla. L'orchetto venne buttato a terra su un fianco e non si rialzò più. La femmina di orchetto provò ad approfittare ancora della eccessiva foga di Hvergelmirsen ma questa volta egli riuscì a parare il suo attacco insidioso rendendolo inoffensivo.
Hvergelmirsen era ormai circondato dai cadaveri di tre orchetti tra cui quello del capo che giaceva inerte dopo essere stato colpito da un suo prodigioso tiro con l'ascia da lancio. Sebbene l'orchetta continuasse a combattere furiosamente quasi come l'agaro la disparità di abilità nel maneggiare le armi sarebbe presto venuta fuori.

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Sei rimasto (finalmente) solo contro l'orchetta. Essendo il tuo CdA al suo massimo di 22 ed il suo appena 16 ti basta appena un 4+ per vincere i prossimi (pochi) giri.

"ROAAAARRRRRGH!"
Il ruggito di Hvergelmirsen risuonò tra le fronde delle conifere del bosco: l'ascia si staccò dalla spalla dell'orchetto dal corpo oramai devastato.
Ristabilito lo sbilanciamento dovuto all'attrito dell'arma contro le ossa del nemico appena deceduto, il possente barbaro si piazzò saldamente a terra, con gombe divaricate e leggermente inarcate, i muscoli della schiena tesi al massimo per sorreggere le possenti braccia che si inarcavano sempre più verso il cielo. La testa dell'arma era scesa circa all'altezza delle sue scapole: il colpo era caricato al massimo della sua potenza.
La bava pendeva dalle labbra come un orso rabbioso, e gli occhi erano venati di sangue pulsante.

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Vediamo quanto riesco a devastarla (sperando di colpirla!) con uno spaccamontagne al massimo del CdA :shock:

L'agaro cercò un'apertura nella difesa dell'orchetta, colpendola più volte mentre si preparava a sferrare il suo violentissimo colpo spaccamontagne, ma quando lo fece gli venne improvvisamente meno l'appoggio e Hvergelmirsen si sbilanciò paurosamente sprecando tutta la potenza accumulata. Il colpo pur non avendo avuto l'effetto sperato disorientò la parata dell'orchetta ferendola egualmente in modo abbastanza serio ad una gamba.

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Hai fallito il test sulla Forza necessario a preparare la tecnica, ma per pura fortuna e per il fatto che sei di 6 punti di CdA più forte di lei, il malus di -7 che ti sei beccato non ti ha portato problemi.

Un ringhio seguì il maldestro colpo: Hvergelmirsen cercò di riprendere nuovamente una posizione stabile, mentre il cuore gli batteva furiosamente nel petto, come volesse pretedere di liberarsi dalla robusta cassa toracica del giovane.
Un grido soffocato dalla contrazione dei muscoli del collo preannunciava un'ennesimo tentativo: questa volta il colpo era trasversale, le braccia inarcate verso il lato destro, sopra la spalla. La testa metallica dell'ascia rifletteva i raggi dl sole, e i denti sfrigolavano sempre più freneticamente.

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Che rosiko! Lo volevo vedere da un bel pezzo uno spaccamontagne al massimo della sua potenza su un obiettivo sano!
Comunque voglio riprovarci, anche se è ferita: spaccamontagne sull'orchetta!

La femmina di orchetto, per fortuna di Hvergelmirsen non aveva compreso che genere di colpo lui avesse appena provato, quindi non fu in grado di prevedere lo scopo del nuovo fuorioso attacco dell'agaro, e nonostante un maldestro e disperato tentativo di evitare il suo terribile ultimo fendente, l'ascia con un unico brutale taglio le staccò di netto tutta la gamba sinistra. La creatura già resa folle dal dolore e dallo shock prese l'equilibrio e a causa della violenza dell'impatto cadde nello stagno, dove pochi istanti dopo il suo corpo senza vita affiorò, galleggiando a testa in giù.
Nonostante le ferite Hvergelmirsen si erse vincitore anche da questo massacrante combattimento.

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La tecnica come hai visto ha avuto pienamente successo.

ESPERIENZA
Ascia indomita=47 PX
Forza=10 PX
Resistenza 172 PX

Sei passato di 1 livello in Ascia indomita e di 1 in Resistenza.

Come per scaricare l'adrenalina accumulata in corpo, l'agaro sollevò i corpi rimasti dei due orchetti e li gettò violentemente dietro un cespuglio.
Ma il dolore delle ferite si faceva sempre più sentire come un'ondata di gelo nelle vene: si piegò su un ginocchio a terra, emettendo un grido soffocato di dolore; le mani si contrassero sulle piaghe, mentre la testa girava vorticosamente.
Con la forza della tenacia, si eresse novamente e, poggiandosi sull'ascia improvvisata come bastone da poggio, entrò nella grotta.

Quando Hvergelmirsen rientrò nella grotta gli parve di non averla mai lasciata, il prodigio era ancora in corso e l'aria era come pervasa di magia. Hvergelmirsen non era sicuro di sapere come facesse a sentirlo, se era un odore, un suono o qualcosa che aveva a che fare con la vista stessa di ciò che stava accadendo ma la magia c'era e lui la percepiva.
Il vecchio sembrò per qualche istante non aver notato il suo ritorno perché continuò con la litania che oramai l'agaro aveva sentito più volte. Poi a un tratto, senza voltarsi nella sua direzione, gli disse: "Ben fatto. Va vicino al fuoco e riposati. Parleremo più tardi di quanto è accaduto."

Senza dire nulla Hvergelmirsen si accasciò con pesantezza accanto al torpore del fuoco, premendo con le mani le ferite ancora sanguinanti.
Di tanto in tanto lanciava delle occhiate furtive verso il vecchio e il suo operato...

Il pugnale compì vari precisi movimenti dando lentamente forma alla pelle, mentre i ragni pazientemente tessevano la sua parte interna.
Terminato il suo compito la lama cadde a terra conficcandosi nel pavimento terreo della grotta con un secco thud. Il vecchio continuò la sua episodica litania mentre silenziosamente i ragni proseguivano il loro lavoro.
Dopo un tempo che a Hvergelmirsen parve interminabile i ragni terminarono di tessere la parte interna della pelle. I ragni più grandi si misero tutti all'estremità inferiore della pelle e la tirarono lentamente verso l'alto facendo combaciare le due metà perfettamente simmetriche in cui il coltello l'aveva sagomata. Tutti i ragni iniziarono quindi a tessere la loro tela intorno alla pelle racchiudendola rapidamente in un enorme bozzolo.
Alcuni di essi, quelli più grandi, quindi si allontarono, lasciando la grotta tramite la fessura, mentre gli altri, di dimensioni più piccole si intrufolarono dentro il bozzolo.
La voce del vecchio intonò quindi una lunga cantilena, le cui parole erano lunghe e musicali, accompagnando le parole con gesti delle braccia che parevano disegnare nell'aria sagome e figure.
Dopo un lungo crescendo il vecchio si interruppe improvvisamente.
nello stesso momento il bozzolo cadde rumorosamente al suolo a meno di un passo dal pugnale. L'anziano mago tacque per qualche istante poi faticosamente raggiunse uno dei sedili e vi ci sedette stancamente.
"Ecco fatto." disse qualche momento dopo "Prendi il pugnale e squarcia il bozzolo, ma fa piano, altrimenti rovinerai l'opera dei ragni."

Dopo un'occhiata tra il diffidente e l'interrogativo, si alzò goffamente, si diresse verso il pugnale, lo estrasse e iniziò a lacerare l'enorme bozzolo.
Si chiedeva se da un nomento all'altro qualche ragno non fosse balzato fuori per morderlo in faccia...

Non appena l'agaro iniziò a tagliare il tessuto del bozzolo un numero via via crescente di ragni iniziò ad uscire dal taglio. Alcuni di essi si arrampicarono lungo la lama del coltello salendo verso il suo braccio, ma la maggior parte sciamò disordinatamente verso l'ingresso della grotta e non pochi nella loro erratica migrazione cercarono di salire sui suoi stivali e lungo le sue gambe pelose.

"Vecchio! Mi avevi detto di contenermi! Devo farlo anche ora o posso gettar via queste sanguisughe dalle mie gambe?"

I denti sfrigolavano nuovamente per il nervoso e per resistere alla tentazione di schiacciare come vermi quegli esserini.

Il vecchio non rispose alla secca domanda di Hvergelmirsen e quando questi si girò verso di lui vide che questi era seduto immobile sullo sgabello ma teneva le braccia e la testa riverse sulla roccia che fungeva da tavolo. Probabilmente il prodigio appena orchestrato lo aveva sfinito a tal punto da farlo cadere in quel sonno che è indotto dall'estrema spossatezza.
I ragni continuavano nel frattempo ad arrampicarsi sul suo corpo, ma alcuni di essi dopo aver girato intorno alle sue gambe o ai suoi stivali iniziavano invece a ridiscendere con le zampe o calandosi coi loro fili verso il terreno.

"Pazienza Hvergelmirsen, pazienza... il vecchio aveva detto di tenere i nervi saldi... e non sono certo quattro moscerini dalle zampe lunghe a farti saltare i nervi, vero?"

Cercando di confortarsi per la ridicola situazione, tenne duro...

Quando l'agaro riuscì finalmente ad estrarre dal bozzolo il suo contenuto sentiva sul suo corpo camminare talmente tante creature da non poterle contare, Hvergelmirsen iniziava a sentire anche specie nelle braccia fastidio per le punture che alcuni degli aracnidi, infastiditi dai suoi movimenti gli avevano inflitto.
L'opera del vecchio era stata però notevole e consisteva in una protezione di pelliccia per tutto il corpo, meno la testa. A differenza di una pelle normale la parte interna della pelliccia era ricoperta di uno strato di tessuto(?) nero strettamente intrecciato spesso un dito all'apparenza caldo e resistente.

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Hai acquisito:
Armatura di pelliccia di Gherbel con Aracnorinforzo(13+3xMAX+6)

La prima cosa che fece dopo aver estratto la nuova pelliccia, fu quella di cercare di scrollarsi via quelle fastidiose creature... poi si sarebbe preoccupato dello spossato vecchio...

L'agaro dovette agitarsi come un pazzo per scrollarsi di dosso gli insetti e fu punto altre volte prima di riuscire a liberarsi del tutto (o quasi) degli scomodi ospiti.
probabilmente a causa delle punture il braccio sinistro gli si stava gonfiando e iniziava a perdere sensibilità nelle dita. Ma c'era qualcosa di maggiormente sinistro, che Hvergelmirsen percepiva sotto forma di fastidio ed inquietudine ma che non riusciva a realizzare con chiarezza, era come se la grotta non sembrasse più il luogo sicuro ed accogliente che gli era parso quando vi era entrato la prima volta.

"Vecchio? Ci sei? Avanti alzati, non è certo ora di dormire questa!"

La brutalità delle parole tradiva una certa preoccupazione e tensione.

Il vecchio non rispose alle parole di Hvergelmirsen ne accennò a muoversi.
L'agaro notò che, a differenza del primo gruppo di ragni che aveva lasciato compatto e veloce la grotta quelli usciti dal bozzolo sembravano comportarsi come normali insetti.

Appoggiatosi la pelliccia sulle spalle, con una mano che stringeva il braccio dolente per le punture e trascinandosi per il dolore del combattimento appena subito, si avvicinò verso il vecchio, gli scrollò la spalla e lo guardò negli occhi...

Nemmeno quando l'agaro lo scrollò il vecchio si mosse. Ora che era però riverso su un fianco e non col volto posato sul tavolo di pietra Hvergelmirsen si accorse di quanto sembrasse più anziano e rugoso della prima volta che lo aveva notato e constatò anche, ed era ben più preoccupante, che il vecchio non respirava. A meno che da vecchio mago qual'era non si fosse calato in una sorta di magia che gli permetteva di sopravvivere in quello stato il vecchio era, probabilmente, appena morto.

Prese il corpo tra le sue braccia e con una delicatezza quasi innaturale per la sua natura barbarica, lo posò a terra. Poi si sedette sulla base del tronco vicino al fuoco... sarebbe rimasto li per un'ora circa, poi avrebbe pensato a porre il corpo in qulache luogo più consono.
Considerava ancora la possibilità che quello fosse una sorta di postumo dell'incantesimo...

Col passare del tempo il corpo del vecchio si fece più rigido, mostrando tutti i segni di corruzione che ogni cadavere privo di vita mostra.
Il solo era già tramontato e la luce del giorno stava ormai scomparendo. Nella grotta ormai l'unica fonte di luce era il focolare. Tra l'altro, se l'agaro aveva ben interpretato i moti della tormenta, probabilmente essa si sarebbe abbattuta sulla foresta quella notte o al più tardi il mattino successivo.